Trabocco di Punta Tufano, testimonianza della dignità dell’Abruzzo
Quel suo ergersi sul livello del mare, il librarsi nell’aria, lo svettare sulla superficie terrestre, sono tutti elementi costitutivi del Trabocco che si fanno metafora, simboleggiando il suo intervento per elevare l’umana condizione, lo stimolo a guardare oltre l’orizzonte, la spinta a sublimare le avversità.
Sono alcune delle ragioni che rendono tale macchina da pesca uno dei presidi culturali fondamentali del Paese, di alto valore identitario nelle zone di massima concentrazione. Come nella porzione di territorio dell’Abruzzo che da esso prende il nome, la Costa dei Trabocchi “che si estende da Francavilla a San Salvo ed include le località di Ortina, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino e Vasto”.
Qui da tempo le intelligenze più sensibili hanno compreso l’immenso valore culturale dei trabocchi, creando associazionismo e iniziative concrete per tutelarli e valorizzarli. Come accade con il Trabocco Punta Tufano, sotto la spinta appassionata e competente di Rinaldo Verì, diventato punto di riferimento per tutta la cultura legata a queste macchine da pesca, anche al di fuori dei confini della sua regione, dato che il fenomeno si estende verso sud allungandosi fino al Gargano, passando per il Molise.
Il Trabocco di Punta Tufano staglia la sua sagoma in contrada Vallevò 78 a Rocca San Giovanni, in provincia di Chieti. Rinaldo Verì ne ha fatto un virtuoso agglomerato di attività culturali e ludiche, talmente intense e ben organizzate da diventare motore di turismo colto e di sana micro-economia responsabile.
Sul sito ufficiale si spiega che tale ambiente “richiede una giusta attenzione in merito alla divulgazione della cultura popolare che negli anni ha permesso la conservazione di queste strutture”, costruzioni marinare “abbastanza complesse nei loro meccanismi, costruite su pali conficcati direttamente in mare o tra gli scogli ed ancorate a riva da una moltitudine di cavi e tavole di legno”. L’attenzione verso tale realtà antropologica spinge Verì a mettere in evidenza “gli aspetti ambientali, storici e culturali di queste strutture”, traducendosi in “visite guidate per turisti, scuole o gruppi di studio che vogliono conoscere in modo approfondito le origini di queste fantastiche realtà simbolo della nostra zona”.
Per questo “dall’appassionante ricostruzione dello storico trabocco di Punta Tufano (Punta della Balena), nasce nel 2006, la nostra attività turistica e didattica che si fonda sulla conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale locale” a partire “dal trabocco stesso che abbiamo reso visitabile in totale sicurezza”.
E’ lo stesso Rinaldo Verì a illustrarci nel video qui sotto come è avvenuta la ricostruzione del Trabocco di Punta Tufano, spiegandocene il funzionamento.
E’ una vera emozione percorrere il camminamento ligneo che conduce al Trabocco, un percorso che ti rapisce l’anima, risucchiandoti in un’atmosfera di sacralità laica, tra scorci ambientali di inenarrabile bellezza e suggestioni evocative che tolgono il fiato.
Qui apprendi l’ingegnoso funzionamento del Trabocco, con quella sua rete calata sotto il pelo dell’acqua, pronta a essere issata con un argano al passaggio dei banchi di pesce, un metodo che consente di pescare molto senza impiegare tanto personale e soprattutto senza avventurarsi nei pericoli della navigazione.
Ma sono tante altre le storie che si possono scoprire, come la vicenda che sta alla base dell’altro nome di questo posto, Punta della Balena, dovuto a un cetaceo che nel 1960 si è incagliato all’interno della caletta di Punta Tufano, senza poterne più uscire, tra lo stupore della gente del posto.
Racconti che scorrono nel corso degli itinerari di visita allestiti dalla struttura, i quali si dipanano nella zona circostante il Trabocco. Tra le proposte, prova di pesca, piccola degustazione di prodotti tipici locali, breve passeggiata sul vecchio tracciato ferroviario con osservazione di alcune fortificazioni ferroviarie e la statua del Cristo degli Abissi, visita degli agrumeti locali.
A ciò si aggiunga l’imperdibile visita dell’aula di documentazione “con annessa una area esterna allestita con reperti e documentazioni etnografiche del territorio”.
Interessantissimo anche il corredo di pannelli divulgativi che si possono leggere sulla piattaforma, come quello che riporta un attento studio etno-glottologico sui Termini comuni del traboccante, sul quale sono annotate diverse espressioni di chi lavorava sui trabocchi, nella versione originale dialettale con traduzione a fianco.
Da aprile a ottobre è anche possibile pasteggiare sul trabocco con “i piatti tipici della cucina marinara locale”, mentre si possono sempre acquistare nella vicina bottega “articoli dell’artigianato locale, prodotti tipici, editoria abruzzese e una serie di manufatti realizzati con i legni del trabocco recuperati da elementi sostituiti”.
Nel video sottostante, abbiamo raccolto le sensazioni visive della nostra visita a questa stupenda testimonianza storica.
Info: http://www.traboccopuntatufano.eu/