Museo Storico del Rame “Gerbasi” ad Agnone, pezzo di storia del Molise
Tra i tanti importanti elementi identitari del meraviglioso Molise, un posto di rilievo è occupato da un metallo che affianca l’umano divenire da oltre dieci millenni, come racconta con entusiasmo umano e precisione scientifica il Museo Storico del Rame Francesco Gerbasi di via Marconi 61 ad Agnone, in provincia di Isernia.
E’ intitolato a Francesco Gerbasi, classe 1856, capostipite di una famiglia che ha legato il proprio nome da sempre alla “millenaria arte del rame”, tanto che ancora oggi è titolare di una prestigiosa azienda del settore come LaRamera che a buon diritto si presenta come “erede del passato, custode del presente, responsabile del futuro”.
Arte del rame che viene orgogliosamente definita “agnonese”, per sottolineare il remoto e solido legame di questo centro con la lavorazione di uno dei materiali più affascinanti che la Natura ci abbia donato.
Le parole chiave che ispirano l’allestimento sono “sudore”, “sacrifici”, “ingegnosità”, “ricchezza”, cardini semantici di un’avventura umana esemplare, di altissima levatura morale.
L’esposizione è di argomento etno-antropologico, con forte accento pedagogico, poiché si propone sì di narrare una storia di lavoro collettivo insieme a una vicenda imprenditoriale specifica, ma anche di spiegare un’attività materiale in tutti i particolari, sviscerandone le evoluzioni storiche, la portata sociale, l’incidenza economica, le sfumature artistiche.
Il criterio allestitivo è quindi induttivo, puntando sulla ricostruzione degli ambienti che hanno ospitato nel tempo ogni fase di lavoro, attingendo soluzioni tanto dalla messa in scena teatrale quanto dalla più classica museologia d’impresa tesa alla visualizzazione del saper fare.
Progetto ambizioso ma perfettamente centrato e credibile, grazie all’uso dei reali strumenti di lavorazione e di preziosi reperti, ciascuno portatore di una narrazione.
Un’impostazione che si presta ad attività didattiche e laboratori.
Un museo materico che non dimentica però l’utilizzo dei dispositivi più efficaci nella trasmissione del sapere in chiave popolare, come l’audiovisivo, tanto da affidare a un suggestivo video l’introduzione alla visita, un documentario realizzato dall’associazione Kerres di Agnone che illustra nel dettaglio la lavorazione del rame, anche attraverso immagini rare.
Il tragitto di conoscenza proposto dal museo prende le mosse dalla raffigurazione della Fonderia, in cui un manichino si staglia con la sua figura sulla sagoma dei magli e di un enorme mantice, attraverso i quali governare la crepitante potenza generatrice del fuoco che porta a forgiare capolavori dell’estro umano e della sua perizia artigianale.
L’ambiente è unico ma la suddivisione tematica del museo si percepisce perfettamente, così è chiaro il passaggio dalla fonderia alla Bottega del ramaio, regno di impegno fisico che si sublima in vette creative.
In quest’area, ogni oggetto diviene ode alla manualità, quindi tributo a quelle capacità che hanno consentito al genere umano di evolversi ed elevarsi, le quali pertanto meriterebbero oggi maggiore considerazione e rispetto.
La loro disposizione spaziale, aiutata dal gioco prospettico, assume connotati evocativi, manifestazione di grande sensibilità e buon gusto nel valorizzare la nobiltà lignea degli attrezzi.
In successione, scorrono davanti allo sguardo tanti oggetti familiari a tutti, contraddistinti da quel magnifico colore che suggerisce solidità e senso del tempo, insieme a un corredo di ricordi collettivi che risiede in ognuno di noi.
Ogni angolo del percorso espositivo è pronto a fare zampillare un pezzo di storia del Molise, attraverso vecchie foto…
… ed emozionanti schegge di memoria, come la teca che contiene manici di braciere del 1400…
… mentre avvicinandosi alle opere si può avvertire il talento di chi riesce a dare vita alla Bellezza partendo da un’anima di rame.
Grande la responsabilità sociale d’impresa espressa dalla struttura, palesata anche attraverso la sua opera di divulgazione delle eccellenze del territorio, come il Confetto riccio, tipicità gastronomica di Agnone.
La visita chiarisce perché il rame venga chiamato l’oro rosso e abbia instaurato il rapporto ancestrale per eccellenza tra l’Uomo e un metallo.
D’obbligo naturalmente un passaggio nella contigua bottega dei Gerbasi ricca di pezzi molto apprezzati dal mercato.
Nel video che segue, le immagini raccolte durante la nostra visita al museo.
Info: https://www.museodelrame.it/it/