Il Merano e un’elegante cultura del vino, festival che seduce il mondo
L’eleganza artigianale del vino, la sua cultura e conoscenza nel contesto elitario della Kurhaus di Merano. Solo per pochi, visitatori ed espositori, vini valutati e selezionati dalla Commissione The WineHunter del direttore e ideatore del Merano WineFestival Helmuth Köcher.
Un universo di complessità che lui porta anche a Identità Golose.
Il più grande piccolo festival del vino in Europa. Ora anche The International Wine&Food Excellence aprendo al Fuori Salone con The Circle.
I banchi, i focus, le degustazioni e gli incontri, sui vini naturali e sui vini da vitigni resistenti, i cosiddetti Piwi, la tendenza dei nuovi vini rosati dove l’Italia, non solo Etna, ha molto da dire. I vini vulcanici, la Vernaccia Sarda e la Puglia del Nero di Troia. Gli scenari, non solo climatici che ci attendono da qui al 2050.
Il miglior Emergente di Sala, edizione numero tre del concorso ideato da Luigi Cremona. Bio&Dynamica, nello spazio della Kurhaus con i vini green di quasi etichette, i vincitori dei Platinum Awards della selezione di The Wine Hunter. La presentazione ufficiale della guida Vini Buoni d’Italia del Touring Club, l’unica dedicata agli autoctoni. I focus su Germania e Spagna.
I 10 anni di Volcanic Wines, un tour mondiale dei vini dei vulcani dal Soave all’Etna, dai Monti Lessini ai Colli Euganei, passando il Vesuvio, Santorini, Capo Verde e l’Ungheria.
Chiusura martedì con la Catwalk di Champagne, nella Kursaal, con i migliori Champagne del mondo. Ero coinvolto in The Circle da Francesco Fadda, spazio di wine & food tasting, incontri con chef e piccoli produttori, vignaioli e pizzaioli. Degustando 50 vini scelti dal WineHunter.
Straordinaria la performance di Salvatore Salvo, di Salvo Pizzaioli a Napoli. Impasto morbidissimo, una classica da urlo e una quattro formaggi
perfetta (erborinato di capra stagionato, caprino semistagionato a latte crudo, robiola mista di capra e vaccino, robiola cremosa e scaglie di provolone stagionato a due anni). Abbinate a un vermouth (dopo la carta marsala).
Scoperta invece per chi scrive, il Durello dei Colli Lessini, bollicine di autoctono diverse, metodo classico anche Pas Dosè e 120 mesi sui lieviti. Meritano un discorso a parte.
Info: https://meranowinefestival.com/
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 17 novembre 2018
MARCO MANGIAROTTI