Rudi Vindimian, vini bianchi trentini fuori standard che volano alto
Rudi Vindimian è uno di quei vignaioli irregolari che ci piacciono tanto, perché vanno oltre le regole dell’omologazione che vorrebbero prodotti tutti uguali, corretti ma piatti: lui invece è uno radicale che risponde soltanto al richiamo della terra, quella buona del Trentino, un visionario che rifiuta l’ovvio, riuscendo a immaginare vini buoni in territori insoliti.
Del resto ha le spalle ben coperte da una tradizione di famiglia secolare, visto che i Vindimian vinificano le proprie uve dal 1880, come testimoniamo documenti storici custoditi in azienda, reperti che raccontano la vicenda di “quattro generazioni, da Luigi, attraverso Valento, Lino ed infine Rudi che nel 2005 ha ripreso l’attività”.
Inutile dire che tutto avviene nel segno del rigore, con la qualità garantita dalla bassa produzione per ettaro, fra 60 e 90 quintali d’uva, ovvero “la metà di quanto prevedono certificazioni come Doc e Igt”, quelle famose regole verso le quali Rudi è riottoso, fortunatamente.
Il lavoro di Vindimian si svolge nella zona collinare di Lavis e nella Valle dei Laghi a 780 m/slm a Monte Terlago, svolgendo lavorazioni rispettose dell’ambiente che hanno ottenuto la certificazione biologica, anche in questo caso rispondendo a un afflato etico estremo, poiché Rudi ha adottato la pratica biodinamica, con utilizzo di “decotti di ortica, equiseto e camomilla”.
E’ sintomo di coerenza quando informa che “in cantina la fermentazione dei vini avviene spontaneamente con lieviti indigeni, non uso enzimi e solforosa: nei miei prodotti ricerco la freschezza, la bevibilità, la naturalezza e cerco di rappresentare al meglio il loro territorio d’origine”.
Ci piace da impazzire già il nome del Muller Thurgau in purezza chiamato Fuori Standard, frutto di vinificazione spontanea “con circa 15 giorni di macerazione e follature manuali, lieviti indigeni e senza uso di solforosa o altri prodotti vari”, maturazione in acciaio per dieci mesi sulle fecce e ancora qualche mese di affinamento: una lavorazione che restituisce profumi di mele e canditi, mentre in bocca affiorano yuzu, bergamotto e gradevoli sensazioni ossidative che evocano radici e argilla.
Vino complesso, quasi spigoloso nell’affermare la propria forte personalità aromatica, ma intenso e capace di irretire il degustatore con il suo sottofondo minerale.
Il Gewürztraminer “porta con sé le caratteristiche di un terreno pesante ed argilloso come quello di maso Bianco, tra Meano e San Lazzaro (Trento) in zona Sugarine”: il suo fantastico colore oro impressiona come l’esplosione al naso di fiori di pesco, mentre l’approccio erbaceo al palato modera l’impronta zuccherina del vitigno, suggerendo pera e alchechengi.
Vino ruvido che impone la propria austerità, ma non dà scampo a chi ne gode, perché è semplicemente irresistibile.
Il Manzoni Bianco riproduce le atmosfere silvestri della montagna di provenienza, attraverso un bouquet innervato anche di idrocarburi. Intensamente minerale, passa dalla purea di pera all’avocado, affascinando con un finale amaricante che ricorda l’asperula.
La sapidità ingolosisce una beva molto stimolante.
Il Kerner, da uve coltivate sul terreno “calcareo, poco umido, molto drenante” delle frane del monte Paganella, ha un interessante bouquet muschiato, il quale annuncia ancora un approccio minerale che mette in evidenza in bocca il limone con tutto il suo appagante gusto aspro, aggiungendo la dolcezza non banale dell’albicocca.
Il sorso salino è segno di un vino molto particolare, quasi spiazzante, il quale si comporta magnificamente in abbinamento con il pesce.
Abbiamo chiesto proprio a Rudi Vindimian di raccontarci i suoi vini bianchi: lo ha fatto nel video che trovate qui sotto.
Info: http://www.vindimian.it/
Distribuzione: http://www.propostavini.com/ricerca-prodotti/?q=vindimian