Le Terme Achilliane di età romano-imperiale, nella Catania sotterranea
Lo sterminato corredo di meraviglie di Catania annovera anche un patrimonio meno noto ma di infinito fascino, rappresentato da tesori sotterranei in grado di narrare vicende antiche e avvincenti che meritano di essere maggiormente conosciute: come le Terme Achilliane che si insinuano sotto il Duomo della città, testimonianza dell’età romano-imperiale del capoluogo etneo.
L’ingresso è posto lateralmente rispetto alla Cattedrale, segnalato da un piccolo cartello posto all’inizio di una scalinata che conduce in pochi scalini nel sottosuolo.
Si tratta di uno dei principali impianti termali pubblici dell’epoca degli antichi Romani, così esteso che al tempo si affacciava sul porto.
L’edificio è datato II secolo d.C. ed è stato possibile evincerne la denominazione grazie a “un’iscrizione in lingua greca su lastra di marmo della metà del V secolo d.C..
Tuttavia è rimasto ignoto a lungo, sepolto, fino a quando “venne scavato nel Settecento da Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari che nel suo Viaggio per tutte le antichità della Sicilia ricorda di aver liberato il monumento dalla terra lì accumulata dopo il terremoto del 1693 e di esser riuscito a scoprire solo una parte del grande complesso termale”.
La sua grande forza suggestiva ha ispirato l’artista francese Jean Houel che ne ha raffigurato “la sala centrale e gli stucchi con amorini, animali, viticci e grappoli d’uva in alcune gouaches oggi conservate all’Hermitage di San Pietroburgo”. Sono seguite le indagini di celebri architetti e le cronache degli storici sui ritrovamenti che si succedevano, prima di arrivare a ricomporre il quadro della struttura.
Della quale la parte “oggi visitabile è costituita da una sala centrale a pianta rettangolare con quattro pilastri su cui si impostano le volte”, mentre al centro di questo ambiente si trova una vasca originariamente rivestita in marmo, così come di marmo sono alcune lastre, in frammenti che dovevano costituire la pavimentazione del vano”.
Emozionano i tratti lungo i quali corre una vena liquida, le cui acque ipogee sembrano portare nuova vita in fieri in tale cristallizzazione litica del Tempo, creando movimento sinuoso tra i rigori geometrici degli ambienti, suggerendo ipotesi di mistero con le proprie curve che spariscono al riparo dei muri monumentali, inghiottite da una penombra che li sottrae alla vista.
Il passo lento e lo sguardo attento permettono di cogliere dettagli che tolgono il fiato, come i ricami figurativi di stucchi che mettono in rilievo tridimensionale temi ora mitici ora apotropaici, così invasi di grazia da trasmettere una sensazione tattile perfino alla pupilla.
Intanto volute e alcove si inseguono, intersecano, compenetrano, creando una musicalità dei volumi fatta di spinte dinamiche e scarichi di pesi, alternati come fossero note sullo spartito di una sinfonia iconica…
… mentre si stendono tra filosofia e metafisica gli archi in sequenza che tracciano una linea retta tra l’osservatore irretito e uno slancio d’infinito che sfugge in un cunicolo lontano.
Il sito è gestito amorevolmente dall’Arcidiocesi di Catania con il suo braccio culturale che culmina nel contiguo Museo Diocesano.
Info: https://www.museodiocesanocatania.com/page/it-IT/5/le-terme-achilliane