Villa Angarano, vini da Vespaiola in purezza versione secca e Torcolato
Vini che nascono in contesto storico, familiare e architettonico dalle radici secolari, ne assorbono necessariamente fascino e lignaggio, aggiungendo carisma ai pregi organolettici: come accade con i nettari dell’azienda agricola Villa Angarano nel vicentino, la quale specifica di trovarsi “nella zona più a est della DOC Breganze, nel comune di Bassano del Grappa”, dove “attualmente comprende cinquanta ettari, di cui 8 a vigneto che si estende fino alla sponda destra del fiume Brenta”, su un terreno di origine alluvionale particolarmente vocato alla vitivinicoltura, tanto che “il vino, come testimonia anche il Palladio, qui si è sempre prodotto”.
Ci sono quindi “quasi settecento anni di metodi tradizionali” alle spalle dell’attuale impegno delle cinque sorelle Bianchi Michiel, “cresciute con la passione per la vendemmia, con l’amore per il vino, portando avanti la nuova produzione con la consulenza dell’enologo Marco Bernabei”.
Anni ricchi di vicende dinastiche che ruotano anche intorno a Villa Angarano Bianchi Michiel, “commissionata dal Conte Giacomo Angarano al suo amico Andrea Palladio”, il quale ne inserì il progetto nei suoi Quattro Libri dell’Architettura, annotando che “è questo luogo celebre per i preziosi vini, che vi si fanno, e per li frutti che vi vengono, e molto più per la cortesia del padrone”.
Infatti “la storia del complesso produttivo agricolo è molto più antica della metà del 1500”, come testimoniano tracce archeologiche di un centro di produzione agricola nei pressi della villa, in cui si è riscontrato che si producevano vino, olio e cereali.
Il presente parla di una solida attività produttiva nell’ambito della quale ci ha affascinato il lavoro su una gloriosa uva autoctona, la Vespaiola, la cui bacca bianca si identifica proprio con questo territorio.
Due le versioni di Villa Angarano, entrambe in purezza, ma una in versione secca e l’altra passita.
L’Angarano Bianco Breganze Vespaiolo Doc scaturisce da “vecchi biotipo dei suoi vitigni a bacca bianca”, riprodotti e trapiantati per “non perdere le caratteristiche di tipicità e unicità”, adottando “tutte le pratiche per una produzione limitata e di qualità”. Profuma di gelsomino e ha un approccio al palato intensamente minerale, sviluppando una sapidità che si incrocia con ananas, litchi e albicocca. Fresco, delicato, è dotato di una personalità spiccata che si staglia nel ricordo del degustatore.
L’altra versione rientra nelle eccellenze dei vini dolci italiani.
Si tratta del giustamente celeberrimo Torcolato, dall’azienda chiamato San Biagio, ancora Vespaiola in purezza, vendemmiata a metà settembre, selezionata accuratamente, quindi “raccolta manualmente in piccoli contenitori da 2 kg e fatta appassire in modo naturale in granai ben arieggiati”, con la torchiatura che avviene “in febbraio con una resa del 25%”.
In seguito a un lungo periodo di maturazione ed affinamento tutta questa cura si traduce in un seducente bouquet di pesca e canditi, la cui carica evocativa prosegue in bocca con mela cotogna, cannella e mandarino tardivo.
La sensazione zuccherina è viva e stimolante, tanto da impadronirsi inesorabilmente dei sensi.
A raccontarci questi vini è Giovanna Bianchi Michiel, nel video che trovate sotto.
Info: http://www.villaangarano.com/it/category/vino/
Distribuzione: http://www.propostavini.com/ricerca-prodotti/?q=angarano