Nella Cripta del Sacro Monte di Varese, affreschi e memorie emozionanti
Sono tanti i tesori dislocati nel Sacro Monte di Varese, anche oltre l’evidenza monumentale, come la Cripta romanica di Santa Maria del Monte a tre navate voltate collocata sotto lo splendore del Santuario.
Un sito ancora poco noto rispetto a quanto merita, ma oggetto di crescente valorizzazione da parte di chi lo gestisce e di sempre maggiore interesse da parte dei visitatori.
Viverlo significa inoltrarsi nelle viscere del Sacro Monte, tra vestigia secolari, tracce antropiche ed espressioni artistiche che al carico devozionale associano la bellezza senza tempo.
Sul sito ufficiale si apprende che lo scavo effettuato nel 2013 nella Cripta “ha individuato alcuni rilevanti lacerti murari e pavimentali che documentano chiaramente la preesistenza di un ben più antico edificio di culto mariano”, da cui si evince che “la chiesa dovette avere avuto un utilizzo prolungato, con vari rifacimenti”, attestati da due pavimenti sovrapposti.
Gli studi dei reperti e delle strutture emerse “potrebbero inquadrare la chiesa all’ambito del V-VI secolo”.
Importante l’intervento strutturale seguito alla volontà di riaprire al pubblico la Cripta, con l’inserimento di una struttura metallica studiata in modo da offrire “al visitatore una visione completa del ciclo di affreschi”.
Sono proprio questi affreschi che ornano la cripta a emozionare i visitatori con i loro “caratteri stilistici omogenei, riconducibili alle medesime maestranze intervenute in diversi momenti, poco distanti tra loro”.
Diverse le ipotesi degli studiosi sulla loro datazione, collocata da alcuni tra il 1360 e il 1370, mentre altri propendono per i primi anni del XV secolo.
Diverse le opere che si stagliano nella memoria.
A partire dall’affresco raffigurante l’Annunciazione, opera di un artista locale dedito al gotico fiorito, al quale gli esperti attribuiscono un’influenza figurativa da parte di Masolino da Panicale, maestro attivo nella vicina Castiglione Olona nel ’400.
L’affresco più antico risalirebbe al terzo o quarto decennio del XV secolo e “raffigura un donatore che ringrazia la Vergine col Bambino per la liberazione dalla prigionia”, affiancato da san Leonardo e santa Caterina d’Alessandria: siamo ancora nell’ambito del gotico, quello internazionale, come testimoniato dai dettagli decorativi e dai rilievi dorati.
Straordinaria l’empatia che le raffigurazioni riescono a instaurare con l’osservatore, il quale ha la sensazione vivida di avvertire la struggente maestosità del messaggio religioso, unitamente a una rappresentazione universale di un’umanità dolente e insieme carica di speranza…
… con messe in scena dall’impianto teatrale ma dotate pure di proiezioni oniriche che fanno pensare a una premonizione dell’epoca d’oro del cinema muto.
Trafiggono il cuore certi sguardi intensi e profondi che sembrano indagare nel nostro animo, anche nei meandri più reconditi della sensibilità che ci appartiene…
… cui aggiungere il potente senso di mistero sia pure involontario che le abrasioni del tempo hanno posto su alcuni particolari, celando magari proprio il volto di Cristo e chiedendo così al visitatore un contributo creativo, come invitandolo a cercare dentro di sé l’incarnazione di quel viso assente.
Non meno suggestivo il contesto architettonico, di grande musicalità nell’alternare volte e aperture, ponendosi come palinsesto iconico di infinita e raccolta grazia…
… con quei suoi segni carichi di significati pregnanti per chi l ha incisi e vissuti in fieri…
… e i dettagli che pongono interrogativi sulla vita che si è volta in questo luogo.
Un plauso convinto all’organizzazione dello spazio e alla sua fruibilità, grazie a interventi non invasivi e a coperture trasparenti calpestabili che consentono di avvertire chiaramente l’ambiente preesistente, trasmettendo fascino epidermico a chi vi entra in contatto…
… e concedendo perfino la visione straziante e al tempo stesso illuminante di una sepoltura, a dimostrazione che tra questi ambienti era contemplato l’intero ciclo vitale.
Nel video che segue abbiamo messo insieme le immagini più significative delle nostra visita.
Info: http://www.sacromontedivarese.it/luoghi/la-cripta-5.html