La cultura viva della Gallura al MEOC, gioiello museale di Aggius (SS)
Una realtà di fondamentale importanza per la Cultura del nostro Paese, capace di indicare in maniera razionale e al tempo stesso appassionata una via esemplare da percorrere per superare tutte le discrasie che pongono steccati tra le discipline e giungere all’auspicata armonia tra erudizione e divulgazione: è il MEOC di Aggius, museo fortemente voluto e calorosamente alimentato dal comune in provincia di Sassari, nel nord della Sardegna, piccolo nelle dimensioni e nella densità della popolazione (circa millecinquecento abitanti), ma grandissimo nell’impegno umanistico.
La denominazione per esteso è Museo Etnografico Oliva Carta Cannas e si trova in un’ampia caratteristica struttura “che integra magistralmente la maestosità del granito, con spazi verdi e l’esposizione museale che racchiude in sé tutta la ricchezza della storia, delle tradizioni e della cultura popolare gallurese, dal 1600 ai nostri giorni”.
E’ qui che si assiste alla fedele ricostruzione della casa tradizionale con “arredi d’epoca e oggetti d’uso quotidiano e un percorso attraverso le attività dell’economia domestica e la produzione alimentare (del vino, del pane, del formaggio, dell’olio di lentisco)”.
Sono le attività manuali della tradizione ad accoglierti, in particolare quella relativa alla realizzazione dei tappeti per i quali Aggius è famosa nel mondo.
Il MEOC infatti ospita la Mostra Permanente del Tappeto Aggese, in cui si snocciolano i “temi della tradizione, del costume, del territorio, dell’arte”, attraverso la “visione di filmati sul territorio, su usi e costumi locali e approfondimenti storico-culturali”, insieme a “intrattenimenti periodici: mostre, conferenze, concerti, esibizioni del Coro e del Balletto di Aggius”.
In generale a essere profondamente radicata nella zona è la tessitura in tutte le sue forme.
L’esposizione fa ben comprendere quanta sapienza e quale imponente studio empirico vi sia dietro le lavorazioni dei tessuti, a partire dall’individuazione e lavorazione delle materie prime, tutte di rigorosa provenienza vegetale: si intuisce infatti l’intenso e simbiotico rapporto della comunità del luogo con la natura e tutti i suoi doni.
In un’apposita stanza sono ospitati i telai, da cui si evincono le tecniche di lavorazione.
Qui si concretizza l’impostazione dinamica del museo a sostegno di un’idea viva e vitale della Storia, poiché i telai sono ancora perfettamente funzionanti e realmente utilizzati dalle donne che tuttora praticano l’arte della tessitura, creando capolavori che godono di un’elevata valutazione di mercato, ben meritata.
Non a caso le creazioni delle tessitrici sono messe in dialogo con le opere della grande artista sarda Maria Lai…
… al fianco di un esaustivo campionario di quei costumi sardi dalla carica iconica talmente potente da segnare l’immagine e la percezione della Sardegna pure al di fuori dei suoi confini.
Tutti i mestieri del territorio sono vividamente rappresentati.
Il calzolaio, attività ormai scomparsa, i cui strumenti di lavoro assumono un fascino quasi archeologico…
… la lavorazione del sughero, fondamentale per la Gallura, ricca dell’albero da cui si ricava la materia prima…
… di cui è celebre ovunque la trasformazione in tappi per le bottiglie di vino, vero orgoglio locale.
Il territorio regala pietra di grande pregio, anche sul piano estetico, per la stupefacente bellezza delle composizioni naturali che crea…
…mentre il granito dei dintorni è oggetto di lavorazioni secolari…
… al pari dell’impagabile arte casearia…
… dell’imprescindibile attività agricola, dalla coltivazione e conseguente conservazione del grano…
… alla sua trasformazione in farina con le macine manuali…
… per dare vita all’ingrediente base impiegato con strabiliante abilità nella panificazione, clamorosamente importante per varietà e qualità.
Capitolo a parte per il canto corale di Aggius cui è dedicata un’area: straordinario il lavoro di ricerca che vi è dietro, con il recupero di una serie infinita di reperti di ogni tipo che contribuiscono a una serissima ricostruzione scientifica del fenomeno.
Se l’approccio appare ludico, con i video dei canti…
… quando si passa all’apparato tecnologico si comprende il profondo studio che ha condotto a tale sezione del museo, con la rara capacità di rendere intellegibili anche i più raffinati tecnicismi della musicologia, merito anche del contributo di dispositivi digitali magnificamente impiegati…
… senza trascurare il valore emotivo dei reperti, dalla lettera autografa con cui il vate Gabriele D’Annunzio dichiara il suo sconfinato amore per Aggius e le sue consuetudini canore…
… passando per antichi strumenti…
… per poi ricapitolare tutta l’ingente mole di lavoro in una formidabile mediateca così ricca di materiali che ci vorrebbero giorni per consultarla tutta, esperienza consigliata a chi ama la musica e le radici antropologiche ancestrali.
Siamo rimasti molto ammirati dall’intero allestimento, uno dei più interessanti, avvincenti e sensati di tutta Italia, perfetta sintesi delle nuove tendenze museali e soprattutto del sempre più necessario legame da instaurare tra istituzioni culturali e comunità di riferimento.
Nella direzione del museo vivo vanno le numerose attività che si svolgono nella struttura, in particolare corsi, mostre e laboratori come quelli sui pani della festa, gli antichi giochi, la costruzione delle bambole di pezza tradizionali, la bella grafia, la tessitura, ma anche un percorso sulla legalità e le passeggiate naturalistiche.
Nel video che segue, le riprese effettuate durante la nostra visita, guidata con generosità immensa quanto la sua preparazione da Andrea Altea, Delegato al Turismo e Sistema Museo per il Comune di Aggius.
Info: http://www.museodiaggius.it/meoc-museo-etnografico-oliva-carta-cannas/