Laguna di Nora a Pula (CA), esperienza ambientale totale nell’incanto
Un parco lagunare di una bellezza infinita, un ecosistema di ricca complessità, un modello di gestione esemplare, una stratificazione storica antichissima, uno spazio espositivo di alto valore pedagogico, un’attività di recupero che salva cetacei e tartarughe marine, un sentiero natura che ti riconcilia con il mondo, un aquarium che si fa museo vivo, escursioni in canoa indimenticabili, ittiturismo con ristorante gourmet: impossibile neanche immaginare un’esperienza nella natura più completa di quella che si può fare al Centro di educazione ambientale Laguna di Nora a Pula, in provincia di Cagliari.
La laguna di Nora è “un ambiente acquatico di transizione dove si uniscono le acque dolci di fiumi e torrenti e quelle salate del mare” che si trova nella costa sud occidentale della Sardegna.
Costituisce “un ecosistema prezioso e fragile” che “si estende su una superficie di circa 55 ettari e comprende il ramificato sistema di canali e isolotti che caratterizzano la foce del suo torrente, il Rio Arrieras”, con uno specchio d’acqua principale “separato dal mare dalla penisola naturale di Fradis Minoris e da un lungo argine artificiale”, rappresentando “un interessante esempio di Panchina tirreniana, ricoperta da una rigogliosa vegetazione a macchia mediterranea e dalla flora tipica delle zone umide salmastre”.
Vi si accede attraversando a piedi una lunga passerella che solca le acque, contrassegnata da una parte da un muretto a secco di candida pietra e dall’altra da una staccionata in legno: un percorso che ha qualcosa di magico, perché ti separa dal rutilante e rumoroso mondo tecnologico odierno per portarti dolcemente a immergerti pienamente nella placidità ancestrale della Natura, infondendoti un senso di pacificazione foriero di serenità ma anche di intime riflessioni, fino a raggiungere uno stato di grazia impagabile.
Nel frattempo si possono incrociare “anatre, aironi, garzette, martin pescatore e diverse varietà di gabbiani, tra cui il raro gabbiano corso”, uccelli che “trovano riparo nella laguna di Nora”, nelle cui acque a loro volta “vivono spigole, anguille, saraghi, orate e muggini”, oggetto di una pesca che avviene con “sistemi tradizionali, nel rispetto del ciclo naturale dell’ecosistema”, sotto rigidi controlli che la rendono “un’attività economica sostenibile che non impoverisce le risorse e contribuisce a salvaguardare l’ambiente”, svolta da pescatori esperti e di elevata sensibilità sociale.
La stessa responsabilità sociale che porta i gestori a utilizzare questo paradiso per svolgervi un’intensa attività educativa, in cui la laguna “diventa una sorta di palestra sulla sostenibilità per i laboratori didattici che svolgiamo con le scuole e per le attività formative teorico-pratiche che sviluppiamo nei nostri progetti per la gestione sostenibile delle zone umide sarde”.
Qui si sente forte il richiamo della Storia, visto che la zona è popolata fin dal periodo nuragico (intorno 1300-1150 a.C.) e ha visto approdare l’immensa civiltà fenicio-punica che ha portato alla fondazione della contigua città di Nora, oggi area archeologica, la quale ha assistito anche alla dominazione romana.
In tale suggestivo contesto ci si può immergere in mare per “osservare i bassi fondali della baia che tra i pesci e le stelle marine custodiscono le tracce di una storia millenaria”.
Oppure vivere una delle esperienze più emozionanti al mondo, scivolando “con la canoa sulle acque calme della laguna di Nora, tra le insenature, gli isolotti e la foce del fiume per ammirare il volo degli aironi e le sagome dei pesci che ti nuotano accanto”.
Dopo una dotta ma fruibile introduzione ai pregi faunistici dell’area, segue una breve efficace spiegazione sulla gestione della canoa, cui segue la partenza sull’acqua.
L’escursione “parte dallo specchio d’acqua principale della laguna, ne costeggia le sponde per poi inoltrarsi nel fitto intreccio di canali formati dal fiume”, lungo un percorso che “si snoda per circa 2 chilometri e mezzo che si percorrono in poco più di un’ora”.
Si entra in questo modo in un labirinto che dispensa meraviglia a ogni vogata, con l’acqua che ti accarezza mentre la fendi, con lo sguardo stupefatto e la mente catturata dall’illustrazione puntuale e avvincente dell’esperto che ti guida lungo il tragitto.
Nel video sottostante, le riprese di questa indimenticabile esperienza.
La parte divulgativa si compone di vari passaggi.
Si parte dall’Aquarium mediterraneo, un “ecoacquario tra pesci, posidonie e stelle marine” definito efficacemente “un museo vivo per conoscere il Mediterraneo, i suoi habitat e le tante forme di vita che lo abitano”, con vasche di cristallo che “ospitano specie tipicamente marine” come “sciarrani e scorfanetti dalle incredibili capacità mimetiche o pesci che possono vivere anche in acque salmastre come i muggini, le spigole, le orate e taluni saraghi”…
… anche se a colpire maggiormente è la murena con quel suo aspetto minaccioso e il portamento fiero, lei così tanto apprezzata dai Romani che ne erano ghiotti.
Il clou è la grande vasca tattile che ospita “numerose forme e variegati colori della fauna degli invertebrati marini: pomodori di mare e patelle tipici delle pozze tra gli scogli, stelle di mare dall’intenso colore rosso, granchi, cicale, paguri e anemoni di mare con i loro tentacoli fluttuanti, tanti organismi di cui decifrare segreti e abitudini” perfettamente raccontati dai responsabili, i quali consentono sotto la loro cura di osservare da vicino tali affascinanti specie…
… e perfino di tenerne in mano alcune.
Si passa alla Galleria Cetacei, uno “spazio espositivo dedicato alla biologia e all’ecologia di balene e delfini” che ti accoglie “col canto delle balene che ti accompagna lungo tutto il percorso” in cui “puoi seguire l’evoluzione dei cetacei sino al loro ritorno al mare, scoprire che per loro il Mediterraneo è un habitat importante e saperne di più sul misterioso modo di comunicare di questi mammiferi marini”.
Colpiscono gli scheletri appesi al soffitto, con le loro dimensioni monumentali.
E’ il momento della commozione quando si raggiunge il Centro recupero Cetacei e Tartarughe marine che opera dal 1993 “per accogliere, curare e riabilitare esemplari spiaggiati o in difficoltà”, essendo “responsabile dei recuperi nell’area ricompresa tra il Golfo di Cagliari e Arbus”, ritenuta “particolarmente critica per la conservazione della specie Caretta caretta”.
Sono proprio le tartarughe di questa specie a trovarsi in tale struttura di ospedalizzazione, in vasche che “consentono l’accoglienza e il trattamento riabilitativo anche di esemplari di notevoli dimensioni e per tempi molto lunghi di degenza”.
Le piacevolissime ore trascorse nel Centro possono concludersi al ristorante Fradis Minoris che si trova nella medesima area, promettendo cultura e sapori di mare composti con grazia in una cucina a vista, in cui “gli arredi contemporanei ed ecosostenibili sono costruiti con materiali riciclabili”.
La sala “è quasi sull’acqua e dai tavoli lo sguardo spazia tra mare e cielo, sul davanti Nora e la torre aragonese e di lato uno spicchio di laguna”.
Il menù “viene fatto dopo il rientro della barca del pescatore Mario e dei pescherecci locali” nel rispetto della biodiversità marina, con la materia prima lavorata in maniera sofisticata e creativa dallo chef Simone Lolli che usa “i pesci, le erbe, le alghe e le verdure che per arrivare nella sua cucina non fanno lunghi viaggi”, privilegiando specie neglette quali “palamite, sgombri, muggini”.
Il benvenuto è composto da un’interessante tartare di Palamita e dal melone marinato…
… seguito da Spaghetti alla bottarga autoprodotta, delicata ed elegante, con spiazzante aggiunta di Fiore Sardo.
Squisita la carne del Barracuda, servita con piselli in baccello, menta e salsa agra.
Ottimi i dolci, dalla presentazione molto attenta all’estetica, tra i quali si segnalano il mascarpone con caffè e frutti di bosco…
… e il gelato di capra proposto con rapa rossa e lamponi.
Il Centro visite è aperto al pubblico da giugno a settembre: negli altri periodi vengono organizzate visite su prenotazione per gruppi di almeno quindici persone.
Nel video che segue, le immagini della nostra visita al Centro di educazione ambientale Laguna di Nora.
Info: http://www.lagunadinora.it/index.php