Necropoli La Salata a Vieste, sepolture millenarie in un parco naturale
La solennità arcaica di un memento mori scolpito nella pietra e immerso nella rigogliosa vitalità di una Natura trionfante che brulica di meraviglia selvaggia: unisce mirabilmente gli esiti estremi dell’esistenza la Necropoli La Salata a Vieste, fornendo all’osservatore l’occasione per riflettere profondamente su se stesso e il proprio destino ineluttabile mentre viene allo stesso tempo riempito di gioia dalla visione di un contesto di rara meraviglia estetica.
Si tratta di un’area archeologica in osmosi con un’oasi naturalistica che si trova sulla Litoranea Vieste- Peschici (S.P. n° 52), vicino a uno dei punti più incantevoli in cui il Gargano si tuffa nell’Adriatico.
Si raggiunge con una breve camminata che ha il pregio di introdurre a un’atmosfera contemplativa e creare la giusta aspettativa, soprattutto dopo avere letto le prime informazioni offerte da un cartello, il quale spiega che il parco archeologico naturalistico è fruibile soltanto mediante visite guidate, definendolo “un antico cimitero paleocristiano del VI secolo inserito in un delicato equilibrio naturale”, da cui deriva l’invito rivolto ai visitatori “ad osservare le indicazioni degli accompagnatori” tenendo “un comportamento consono all’importanza del luogo”.
Un monito che consente di percepire immediatamente la sacralità del posto, trasmettendo l’idea di celebrazione del dolore e coltivazione della speranza cui è dedicato, staccando il visitatore da un roboante presente colmo di diffusa superficialità e incancrenita disattenzione, per proiettarlo invece nel silenzio pacificato di un’area che pretende doveroso decoro e ricorso all’approfondimento intellettuale.
Quando il passo del visitatore incontra la nuda pietra, quella durezza litica sembra simboleggiare le asperità del cammino della vita che rendono incerto il tragitto dei viventi, chiamati a prestare massima attenzione al proprio percorso, confortati da una staccionata lignea stilizzata che appare quale metafora di quegli appoggi anelati quando la fatica ci rende claudicanti.
Pochi istanti dentro l’area e già ci appaiono i segni dell’esperienza che stiamo per vivere, con pareti rocciose in cui le grotte hanno scavato riparo per l’oscurità del transeunte, anticipate da lapidi narranti e simboli religiosi.
Ci troviamo così nel “complesso cimiteriale maggiore e più spettacolare” del territorio, come spiega il sito ufficiale del comune di Vieste, spiegandone la collocazione “di fronte al mare” e illustrando la morfologia dall’aspetto appartato resa “da un ruscello proveniente da una grotta naturale, sulle cui pareti sono scavate alcune tombe”.
Con uno sviluppo “su un grottone con una falesia alta circa 30 metri”, si osservano in quella centrale i loculi di diverse dimensioni “sparsi ovunque, anche negli anfratti più recessi e a notevoli altezze”, con quelli piccoli che “dovevano accogliere le ceneri dei deceduti cremati”.
E’ tutto un susseguirsi di “arcosoli contornati da tombe in bell’ordine”, complessi sovrapposti, “tombe terragne e parietali”…
… e una “stretta scalinata ricavata nella roccia stessa”.
Qui a più riprese gli archeologi conducono campagne di scavo, perché tantissimo c’è ancora da riportare alla luce, dopo avere però compreso perfettamente che ci troviamo davanti a sepolture cristiane povere, in cui il cadavere riposava in posizione distesa, “sigillate con lastre di terracotta, a modo delle catacombe romane”.
Sono stati gli stessi archeologi ad avere definito questa necropoli “come la più maestosa e suggestiva, nel suo genere, dell’intero bacino Mediterraneo”, oltre a essere “la più antica testimonianza dell’arrivo del Cristianesimo sul Gargano”.
Opportuno sottolineare però che La Salata “oltre ad avere l’importanza archeologica descritta, presenta notevoli caratteristiche anche sotto l’aspetto geologico, botanico e faunistico”, a partire dai due ruscelli di origine carsica che l’attraversano.
Nella sensibilità dell’osservatore si stagliano emozioni imperiture, come il pensiero dell’armonia geometrica creata dalla disposizione delle sepolture, intersecando rettangoli con ritmo cadenzato sotto volute circolari, come se anche il trionfo della Morte dovesse avvenire sotto il dominio della Bellezza della Vita…
… con la suggestione che non sia casuale il richiamo all’eleganza figurativa di matrice classica, tra la ieratica scultura attica e la perfezione metafisica dell’architettura romana.
Ci si chiede come abbiano potuto in passato taluni avere il cinismo di mancare di rispetto a un simile splendore, con saccheggi spietati e belluini che hanno creato danni notevoli, offendendo un pilastro dell’identità locale e un vanto del Paese intero.
Per fortuna il virtuoso Comune di Vieste è riuscito a intervenire in tempo per tutelare questo immenso patrimonio, affidandone la valorizzazione al Polo Culturale Vieste (https://www.facebook.com/poloculturalevieste/) che sta svolgendo egregiamente il proprio compito, con una passione sincera e accorata che si avverte dal trasporto e dalla competenza manifestati dalle guide che curano le visite.
Nel video che segue, le immagini della nostra visita guidata.
Info: http://www.comune.vieste.fg.it/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idservizio/20027