La Pecora in cappotto, commovente ricetta sarda vetta di civiltà
La Pecora in cappotto è un vero patrimonio della cultura mondiale, poiché in una ricetta è racchiusa tutta la più elevata civiltà raggiunta dall’essere umano, a partire dal rapporto ancestrale con gli animali domesticati, con l’aggiunta del nobile sacrificio fisico della transumanza, fino all’immensa dignità di tradurre ingredienti ritenuti poveri in un trionfo di ricchezza di sapori e di istanze supreme come la dignità di chi con niente riesce a toccare le vette del sublime, sintomo di sensibilità, intelligenza, grandezza d’animo.
Di fatto, soltanto tre ingredienti: una sontuosa pecora locale, cipolle e patate. Cui aggiungere la pazienza di affrontare il lunghissimo tempo di cottura richiesto dalla tenacia della carne ovina, prestando attenzione a cucinarla separatamente in un pentolone, perché patate e cipolle saranno aggiunte soltanto nella fase finale, per completare il piatto da servire. Come aroma, il finocchietto selvatico.
Sia le cipolle che le patate dovranno essere cotte intere, le seconde mantenendo anche la buccia.
Se si è delle belle persone con un grande cuore, allora non ci si può sottrarre dal rito più incredibile che esista: bere il brodo della pecora a parte, durante la stessa cottura.
Vi ritroverete in un bicchiere un condensato di tutto il meglio che possa esistere in natura, ovvero il magnifico grasso animale che odora ancora della bestia e del suo pascolo, intriso di dolcezza millenaria e sapidità sconvolgente, per un sorso ancora bollente che dà il senso più profondo alla vita e all’essere venuti al mondo.
Abbiamo avuto il privilegio di provarla preparata da un esperto di cultura gastronomica sarda che fa il pastore e il contadino per sé e per gli amici: nel video che segue, abbiamo filmato alcuni passaggi della sua realizzazione.