Casa del Cioccolato Perugina, emozioni tra Museo, fabbrica e assaggi
Un’esperienza di rara complessità, capace di coinvolgere i sensi come l’intelletto, unendo la sfera emotiva con quella analitica: visitare la Casa del Cioccolato della Perugina riesce prodigiosamente a conciliare e armonizzare elementi che la nostra cultura umanistica dicotomica si ostina a distanziare, avvicinando e fondendo l’artigianato manuale con la puntualità seriale dell’industria, la scintilla dell’intuizione naturale con la genialità meditata del marketing, la poesia spontanea con la creatività dello storytelling commerciale, tanto da rappresentare una luminosa sintesi della contemporaneità.
Nella più nobile delle accezioni dei musei d’impresa, si trova nel cuore dell’headquarter dell’azienda in viale S. Sisto 207/C, la zona industriale di Perugia che ha preso il via proprio dall’insediamento dello storico marchio.
Le opzioni di visita sono così varie e complete in ogni accezione da rendere la struttura un vero e proprio polo di cultura materiale che mette insieme il Sapere e il saper fare, con l’appassionata missione di trasmettere valori e conoscenza insieme al sogno e all’appagamento sensoriale.
L’impianto è fortemente esperienziale, con il visitatore portato a vivere in maniera diretta la vita dell’azienda in ogni suo aspetto, sfociando poi in attività laboratoriali che sembrano ispirarsi allo spirito pedagogico dei musei industriali ottocenteschi che si proponevano non soltanto di illustrare un’arte ma anche di insegnare a praticarla in proprio.
Il tragitto prende le mosse dal Museo Storico che snocciola l’ormai secolare storia di Perugina, introdotta da un suggestivo filmato da godere in sala di proiezione…
… per proseguire in un sinuoso allestimento che sembra metafora delle curve temporali che hanno accompagnato la lunga vicenda di un marchio, costellata di intuizioni formidabili, lavoro indefesso e incontri di menti illuminate, come quelle di Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni che, oltre a cambiare i destini dell’industria nostrana segnando l’affermazione del made in Italy, nel 1922 trovarono pure il modo di trasformare un cioccolatino inizialmente chiamato Cazzotto nell’iconico Bacio Perugina che tutti conosciamo, del quale si possono ammirare i modelli di confezioni alternatisi nel tempo.
L’incipit vero e proprio è però affidato alle materie prime, quel cacao nelle declinazioni da cui tutto parte…
… descritto nei suoi aspetti botanici e produttivi…
… ricostruendone anche le traiettorie di provenienza geografica.
Pannelli che si affidano alla potenza del linguaggio fotografico aiutano insieme a bacheche ricche di cimeli e reperti a fare scorrere la narrazione temporale, con avvio nel 1907 a Perugia grazie ai fondatori Francesco Buitoni, Leone Ascoli, Francesco Andreani e Annibale Spagnoli, i quali diedero vita a “un laboratorio di confetti destinato a diventare un’industria”, il quale dieci anni dopo concentra già l’attenzione sull’asset decisivo di oggi con la nascita del Cacao Perugina.
Il successo è esplosivo fin da subito, con l’apertura immediata di negozi anche all’estero e l’incremento endemico di varietà di prodotti accompagnato da un crescente successo commerciale.
Passaggi tutti segnati da una raffica di invenzioni nell’ambito della comunicazione commerciale, tra slogan rimasti nella memoria collettiva (“Liù ti prego Dimmi di Sì”), prodotti di immediato appeal popolare (la Banana Perugina è del 1925) e antesignane campagne mediatiche di rara efficacia, come il “concorso a premi che rimarrà nella memoria di intere generazioni” legato al programma radiofonico I Quattro Moschettieri.
Si scatena così nel visitatore una tumultuosa empatia che lo porta ad associare il proprio vissuto a quello dell’azienda, poiché certamente i prodotti di questa ne avranno scandito chissà quanti momenti di vita personale: ogni immagine pubblicitaria diviene in questo modo un flash di memoria collettiva capace di calarsi nella singola vicenda umana, creando una credibile complicità tra azienda e consumatore che raramente i marchi riescono a instaurare.
Fonte dell’esposizione è l’archivio Perugina-Buitoni, ricco di curiosità ma anche di strumenti di indagine e interessantissimi ricordi, come la lettera autografa di D’Annunzio che campeggia sotto teca.
Il nucleo museale è stato affiancato in occasione del centenario dall’istituzione che ha messo a sistema il mondo culturale di Perugina, La Casa del Cioccolato, con tutte le altre opzioni, a partire da un imperdibile factory tour, la visita alla Fabbrica attraverso un percorso sospeso che consente di osservare tutte le fasi di lavorazione, passando da un’ambita Scuola di Cioccolato “dove seguire i corsi dei Maestri Pasticceri per creare piccoli capolavori di bontà” in prima persona…
… fino all’attesissimo momento della degustazione, in cui si viene guidati all’assaggio delle delizie del marchio, accompagnati da spiegazioni esaustive che rendono ancora più appagante per il cervello la già entusiasmante sollecitazione del palato.
Naturalmente irresistibile la tentazione di un passaggio dal contiguo Gift Shop che “propone le creazioni Perugina e proposte esclusive”.
E’ anche con una concezione così attenta e un’organizzazione tanto possente che si spiega l’affermazione della struttura quale secondo Museo d’impresa più visitato in Italia.
La scelta di operare la visita sempre in modalità guidata dimostra l’esigenza di un contatto diretto col pubblico e la volontà di curare scrupolosamente il rapporto con ogni singolo visitatore.
Abbiamo chiesto a Cristina Mencaroni, responsabile della Casa del Cioccolato, di sintetizzarci tutte le anime della realtà che abbiamo appena raccontato: lo ha fatto nel video che segue.
Info: https://www.perugina.com/it/casa-del-cioccolato/la-casa