Quando le bottiglie anti-gatto diventano arredo urbano: per esempio a…
Le vedete soprattutto nei piccoli centri, dove la vita scorre più lenta e a dimensione umana, disposte come a presidiare porte d’ingresso, finestre, tappeti esterni: sono bottiglie di plastica ripiene d’acqua, con una funzione ben precisa, tenere lontani gli animali, soprattutto i gatti maschi, affinché non urinino sui punti sensibili delle parti esterne delle abitazioni per segnare il proprio territorio.
Il fenomeno è reale e tutt’altro che meramente folkloristico, tanto che perfino il Corriere della Sera se ne è dovuto occupare in un articolo di Anna Mannucci del 25 febbraio 2019 che sotto il titolo Bottiglie contro la pipì di cani e gatti: a cosa servono realmente? spiega nell’occhiello che “servirebbero ad allontanare gli animali che specchiandosi avrebbero paura”, sottolineando poi nel pezzo che in realtà non esiste una spiegazione scientifica del fenomeno.
Se la scienza non conferma la validità del rimedio, a farlo sono invece innumerevoli articoli che compaiono in rete, avallati anche da qualche altro quotidiano, dove i toni sono decisamente assertivi e affermano come infallibile l’efficacia delle bottiglie piene d’acqua per evitare le minzioni degli animali e perfino per scoraggiarli dall’avvicinarsi troppo alle abitazioni, confidando che l’immagine riflessa possa spaventare gli animali che vi incappano.
Realtà, leggenda o falsa notizia che sia la sua presunta efficacia, è tuttavia certo che il fenomeno è esteso, al punto da condizionare ormai lo stesso arredo urbano di diverse località.
A noi è sembrato particolarmente diffuso nello splendido borgo calabrese di Fiumefreddo Bruzio in provincia di Cosenza, dove le citate bottiglie non soltanto sono intente a proteggere gli usci e perfino gli scalini, in notevoli quantità…
… bensì arrivano a essere collocate un po’ dappertutto, compresi vasi e fioriere, assumendo a questo punto lo status di decorazioni dell’ambiente urbano.
Non esattamente gradevoli dal punto di vista estetico, non mancano tuttavia di aggiungere una nota di colore alle curiosità antropologiche del nostro tempo.