Le aiuole di Narciso Marino a Milos, verde pubblico come bene culturale
Caratteristica nota delle spiagge delle isole greche delle Cicladi è la presenza di una fitta vegetazione sulla battigia, costituita soprattutto da alberi come le iconiche Tamerici ma anche da altre specie, come il Narciso Marino, amante della vicinanza con l’acqua salata così bella e caratterizzante che nel villaggio di Adamas hanno deciso di creare delle aree delimitate per proteggerle e valorizzarle.
Si tratta di aiuole che potremmo definire didattiche, poiché a ridosso di belle staccionate in legno ricavate da fusti di alberi pongono anche dei cartelli che descrivono la specie e danno indicazioni ai visitatori per rispettarne la vegetazione.
Da queste informazioni apprendiamo che il nome scientifico è Pancratium maritimum L. e che si tratta di uno dei fiori più belli e rari dell’isola di Milos, la cui stagionalità prevede la fioritura su costa sabbiosa nei mesi di agosto e settembre, ormai limitata alla sola spiaggia di Plathiena dove abbiamo scattato queste immagini.
Ci sono anche indicazioni di comportamento circa quello che si può fare (annusare, fotografare, ammirare) e ciò che è vietato (recidere, camminarci o correrci sopra, distruggere).
Chiamato anche Pancrazio marino (Sea daffodil) o Giglio marino comune, in realtà “non è un vero giglio ma una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Amaryllidaceae”, la quale cresce spontanea sui litorali sabbiosi anche di molte regioni italiane “dove è possibile ammirarne gli eleganti e profumati fiori bianchi, talmente tanto apprezzati che a partire dal XVIII secolo viene utilizzata come pianta ornamentale”. Ha pure una funzione ecologica importante, poiché “colonizza le spiagge e contribuisce alla formazione delle dune litoranee poste generalmente entro i 50 m dalla linea di battigia” (http://www.csmon-life.eu/pagina/dettaglio_specie/127).
Un’iniziativa che rende palese il valore di bene culturale rappresentato anche dal verde pubblico, indicando una modalità semplice ma efficace di proteggerlo e divulgarne la conoscenza, contribuendo così alla crescita della consapevolezza della comunità locale come degli osservatori di passaggio.