Spesa a casa con Cortilia, cibi freschi dei campi e rarità gourmet
La categoria di appartenenza food tech-company appare fredda, ma poi il concetto si scalda con la dichiarata intenzione di offrire “lo slow food nell’era dell’on-demand economy”: è Cortilia, portale fondato nel 2012 per consentire una spesa di elevata qualità sul web.
Si presenta come “un innovativo e-commerce che consente di ricevere a domicilio, nel giorno e nella fascia oraria prescelta, una spesa piena di gusto e artigianalità, come in campagna”, potendo fare “tutta la spesa a partire da frutta e verdura fresca di stagione, arricchendola di vari prodotti come pesce, carne e salumi, formaggi e latticini, uova, pane, una grande varietà di altre specialità fresche e secche, vino e birra artigianale, prodotti per la cura della persona, la pulizia della casa e per animali” con lo scopo di “rispondere alle esigenze di tutte quelle persone attente ai sapori autentici, alla qualità, alla tracciabilità lungo tutta la filiera e agli acquisti consapevoli”.
Il sito è ricco di informazioni e consente di creare “un’occasione di incontro con il prodotto, chi lo produce e la sua storia” sia pure in formato digitale.
Attualmente il servizio è disponibile “in Lombardia (nelle province di Milano, Monza e Brianza, Varese, Como, Pavia, Lodi, Bergamo, Brescia), in Piemonte (nella provincia di Novara e a Torino) e in Emilia-Romagna (Bologna, Modena, Piacenza)”, oltre che al Mercato Centrale di Torino in piazza Repubblica 25.
Per fruirne “ci si iscrive gratuitamente e si sceglie la modalità di spesa”, con la possibilità di sottoscrivere un abbonamento settimanale, quindicinale o mensile.
Vi proponiamo la nostra guida ai prodotti imperdibili di Cortilia.
Partendo dall’ammirevole la radicalità dell’Agricola Paggetti di Venturina Terme (LI), i cui titolari hanno deciso di diventare coltivatori e produttori in terra toscana di quelle arachidi “quasi sempre di produzione estera”: si distinguono per una tostatura molto forte totalmente artigianale “affidata a un vecchio tostatore in ghisa alimentato a legna di faggio che conferisce alla nocciolina un particolare sapore che la distingue dalle comuni arachidi normalmente in commercio”, cui aggiungere un sorprendente colore molto scuro e sentori decisamente inusuali.
Diversi i produttori che si possono incontrare con i loro banchi anche nei Mercati della Terra di Slow Food, come l’Agricola Zipo di Zibido San Giacomo (MI) con un notevole Yogurt al naturale da latte intero delle proprie mucche di razza Frisona davvero freschissimo che si distingue per una consistenza molto densa e cremosa…
… e la Cascina Sant’Alberto di Rozzano (MI) con il suo proverbiale pane di grano duro realizzato con l’utilizzo di farine biologiche macinate a pietra e pasta madre autoprodotta.
Molto buono anche il semi-integrale Pane siciliano a pasta madre con sesamo dello Slow Bread Lab di Milano.
Un invito alla prova il poco considerato e invece pregevole Miglio che restituisce suggestioni ancestrali se bollito o ghiottonerie se fritto, proposto decorticato da Podere Pereto di Rapolano Terme (SI).
Per i formaggi, la fiducia è d’obbligo soprattutto per i prodotti del Piemonte, regione piena di eccellenze casearie.
Dalla filiera di Tino Paiolo a Monterosso Grana (CN) nelle montagne della Valle Grana arrivano formaggi come una volta fatti “completamente a mano senza l’ausilio di alcun macchinario, nel pieno rispetto della tradizione casearia piemontese”, con stagionatura in grotta di pietra su tavole di abete: dà la possibilità di un interessante confronto tra Bra Duro e Bra Tenero DOP, ma anche di dare il giusto rilievo a una delizia quale il Raschera.
BioBruni da Montaldeo (AL) parte dall’allevamento di capre felici della vocata razza Camosciata delle Alpi per arrivare a proporre una versione essenziale e destrutturata della Robiola fresca di capra che incanta con la pungente e gradevole acidità.
Insolite e per certi versi provocatorie altre produzioni casearie che malgrado l’azzardo si rivelano vincenti, come l’idea di proporre una Mozzarella di bufala realizzata in Toscana! La creano i gestori dell’azienda agricola La Maremmana a Grosseto, nel cuore della Maremma Toscana, i quali per anni hanno allevato bufale e venduto il loro latte ai caseifici campani, prima di sfidare il mercato (e il luogo comune): il risultato è una mozzarella da applausi.
Scommessa vinta (malgrado le nostre remore iniziali) per il Caseificio La Murgia di Muggiò condotto dalla famiglia Plantamura “che per anni ha cullato il sogno di ricreare in terra brianzola i sapori autentici della Puglia”, riuscendoci con la credibile Mozzarella Fior di latte da materia prima freschissima di provenienza lombarda munta in giornata lavorata con metodi artigianali.
Sempre rimanendo in Lombardia c’è da segnalare la Ricotta di capra della Cascina Gabana di Cassano d’Adda (MI), fresca e corretta ma un po’ troppo delicata e neutra nel sapore.
Un’esplosione di sapore invece da parte del Parmigiano Reggiano DOP 60 mesi della famiglia Faraboli di Ponte Taro (PR) che ancora usa una vecchia stufa a legna nella fase di stagionatura.
D’obbligo poi una deviazione in Grecia per andare a conoscere il lavoro della famiglia Kourellas con l’omonimo primo caseificio biologico del Paese che utilizza soltanto latte fresco di pecora e capra con un’apprezzatissima “identità conservatrice” che si traduce in magnifiche versioni della Feta greca e dello Yogurt greco magro 2%, ma soprattutto nel rarissimo spalmabile Anevato di capra ritenuto uno dei formaggi più antichi della nazione, così tipico della zona montuosa settentrionale che il rigido disciplinare prevede si possa produrre esclusivamente nel comune di Grevena dove si trova infatti il caseificio biologico Kourellas.
Capitolo a parte per la pasta, cominciando naturalmente da quella fresca di origine piemontese: Pastè, situato a Bra la capitale del Roero, coltiva l’ambizione di fare “della pasta fresca eccezionale nel pieno rispetto del territorio e della tradizione”, riuscendoci in pieno con i rigorosi e sublimi Ravioli del plin agli arrosti.
Il Pastificio Plin tracima nella contigua Liguria avendo sede a Villanova d’Albenga (SV) ma usa la carne bovina piemontese per i suoi Agnolotti, mentre dal proprio territorio arriva la borragine di Albenga raccolta tutti i giorni all’alba a pochi km dal laboratorio che la inserisce nel ripieno di squisiti Ravioli insieme a ricotta fresca.
Da sperimentare assolutamente altri formati di pasta con materie prime meno comuni, quali le strepitose Tagliatelle di mais al 100% della cultivar autoctona Maranello della De Tacchi di Gazzo (PD) e i suggestivi Maccheroni con farina di avena BIO di Pasta Natura di Centallo (CN) a filiera cortissima, per la quale occorre stare attenti alla preparazione poiché essendo senza glutine tiene poco la cottura.
Avena che si può assaporare al suo massimo anche nei Cracker con rosmarino firmati La finestra sul cielo, realtà di Villareggia (TO).
Tra i prodotti che ci hanno entusiasmato vanno annoverate pure le irresistibili Lingue salate all’olio d’oliva con sale rosa dell’Himalaya della Pasticceria De Mori di Cossato (BI) e la densissima Insalata russa con tonno della Gastronomia Falcone di Verzuolo (CN).
Poche le perplessità di questo servizio.
Una è legata alla presenza in catalogo di alcune referenze che è possibile trovare pure nei supermercati, come il Limone di Siracusa della Biosikelia e il Burro 1889 delle Fattorie Fiandino: visto che Cortilia vanta tante rarità e una ricerca molto accurata, ci si aspetta che ciò avvenga per tutti i prodotti, con lo sforzo di andare oltre ciò che offre anche la grande distribuzione.
Ancora peggio va con i prodotti che si trovano pure in quell’imbarazzante market senz’anima che è il fallimentare FICO a Bologna, dove avevamo già incrociato il marchio Madeo di San Demetrio Corone (CS), il quale parte dal nobile assunto di valorizzare la razza autoctona di Suino Nero di Calabria, riuscendoci efficacemente con l’Hamburger di Suino Nero dolce, mentre non ci ha emozionato la Salsiccia spirale di Suino Nero dolce che essendo troppo magra perde capacità seduttiva per il palato.
Il punto di forza rimangono le cassette, quella delle verdure e l’altra della frutta.
Le verdure arrivano davvero dentro una propria cassetta, in cui viene inserito quel che offre la stagione, promettendo tutto “di produzione locale o selezionata senza intermediazioni e compromessi”. A noi dalla Cascina Pizzo sono arrivate zucchine, asparagi verdi, carote (ottime), erbette (ricche di gusto), insalata gentile, patate e rapanelli.
Per la frutta la selezione è ricaduta su valide Mele Golden della Valtellina, Fragole a buon punto di maturazione, Mirtilli e More da lotta integrata a (prevedibile) marchio Sant’Orsola, fino a clamorose Banane Fairtrade, mentre ci saremmo aspettati un maggiore impatto organolettico dalle ciliegie vista la provenienza dalla vocata Puglia.
Esperienza complessivamente molto positiva e da ripetere, anche perché l’assortimento dà la sensazione di poterci aspettare ancora altre piacevoli sorprese.
Info: https://www.cortilia.it/