Vecchia Pesa, evocativa area museale a Ravenna
Per quanto preveda visite guidate all’interno e iniziative di notevole interesse, l’intelligente allestimento della Vecchia Pesa a Ravenna consente di vivere questo bene culturale anche dall’esterno, grazie alla suggestione indotta dalla presenza di una locomotiva e alla ricchezza di informazioni dei pannelli che cingono l’area museale.
Apprendiamo così che si tratta di una memoria dei primi del Novecento, quando fu realizzato lo Zuccherificio di Classe e intorno a esso sorsero una serie di servizi accessori e funzionali.
Tracce di questi ultimi quali sono confluiti proprio nell’area museale Vecchia Pesa, mentre lo zuccherificio oggi è diventato sede del Museo Classis Ravenna.
Memorie che comprendono una pesa a ponte bilico su rotaie Opessi del 1899 e i locali per la pesatura dei vagoni ferroviari in relazione con lo zuccherificio, quindi un binario che a suo tempo creava il collegamento con la stazione, nonché una colonna idraulica Liberty del 1925.
Il destino legato fin dall’inizio a quello dello stabilimento che serviva ha causato il decadimento a partire dal medesimo anno in cui ha interrotto la produzione lo zuccherificio, quasi quarant’anni fa.
Un decadimento arrestato dall’azione congiunta dell’associazione Classe Archeologia e Cultura e del Comune di Ravenna che ha condotto alla sua tutela e alla nuova valorizzazione con la trasformazione in allestimento museale in parte en plein air.
Un perfetto esempio di archeologia industriale, impreziosito però da interventi di notevole sensibilità e intelligenza, come la Piccola Libreria di Strada “a disposizione di tutti i piccoli e grandi lettori”, una bacheca che consente il cosiddetto bookcrossing, quindi di prendere un libro e di lasciarne un altro.
Da citare anche la bellissima staccionata in legno che perimetra l’area, fornita dal Comune ma installata dai volontari dell’associazione.
Osservare la Vecchia Pesa dall’esterno mentre le si cammina intorno infonde la sensazione di un viaggio a ritroso in un tempo in cui anche gli opifici non rinunciavano alla bellezza, come testimoniato dagli esempi di grazia architettonica e di prodromico design ingegneristico contenuti dall’area museale, al cui valore storico si aggiunge quello estetico.
Info: http://www.classearcheologiaecultura.it/#