Marettimo, il gioiello delle Isole Egadi (Sicilia)
“Marettimo, l’antica Hiera, sacra ai Greci, è sicuramente il gioiello dell’intero gruppo”: non è la sviolinata di un giornalista, ma un’affermazione che si legge sul sito Welcome To Egadi, diretta emanazione del Comune di Favignana, sotto cui rientrano tutte le isole dell’arcipelago trapanese.
Si tratta quindi di una sorta di investitura ufficiale, come un genitore che dovesse dichiarare quale sia il suo figlio prediletto. E sì che la concorrenza non è da poco: Levanzo è un diamante grezzo dai paesaggi intatti come natura li ha creati, mentre Favignana, astraendola dal caos dell’alta stagione, è un sublime atollo di cultura che sintetizza secoli di poetico ingegno mediterraneo.
Allora cosa rende superiore la “montuosa e dolomitica” Marettimo? Forse il suo essere una perfetta sintesi tra gli opposti delle altre due isole: meno crudamente selvaggia di Levanzo, meno affollata e turistica di Favignana, il risultato la rende la più vivibile e a dimensione di visitatore sensibile.
Basti osservare le chiavi appese alle toppe delle porte d’ingresso di varie abitazioni che danno sulla strada, per comprendere di quale civile tranquillità si goda sull’isola.
Si aggiunga che qui si trova la migliore offerta gastronomica di tutte le isole Egadi e il primato è sancito con dati oggettivi: i ristoranti sono infatti gestiti ancora da marettimari indigeni che hanno mantenuto e tutelato la cucina autoctona, impedendo la deriva turistica a cui si assiste tristemente a Favignana.
Indigeni che hanno una fierezza identitaria non presente così marcatamente sulla altre isole delle Egadi: sono orgogliosi della propria origine e non mancano di comunicarlo a tutti, come dimostrano iniziative di associazioni e di privati che raccolgono memorie e fanno da collante sociale, come il sito dei Marettimari nel mondo (www.marettimari.it).
Deve avere contribuito a ciò la circostanza che Marettimo è più isola delle altre isole. E’ infatti la più distante da raggiungere, particolare che ha contribuito letteralmente al suo isolamento.
Non a caso sui siti di informazione on line è stata pubblicata una lettera di un gruppo di consiglieri comunali favignanesi che si domandavano “Marettimo bella e irraggiungibile?”, manifestandosi “critici sui collegamenti”, vero grande problema della comunità locale. La questione riguarda le tariffe applicate ai turisti diretti a Marettimo, la cui entità scoraggerebbe alcuni potenziali visitatori, in tempi di ristrettezze economiche.
Parlando con la gente del posto e con alcuni commercianti, abbiamo riscontrato sacche di malcontento tra chi Marettimo la vive tutto l’anno: c’è chi lamenta un deficit di attenzioni da parte delle istituzioni, chi un eccesso di severità sui permessi per muoversi dentro l’area marina protetta, mentre secondo altri i continui controlli da parte delle forze dell’ordine nei confronti dei natanti, pur ovviamente legittimi e doverosi, starebbero contribuendo a fare desistere diversi turisti facoltosi dall’attraccare sull’isola, facendogli preferire altre coste in cui invece “sono accolti a braccia aperte”.
Chiacchiere da bar, forse, ma comunque sintomatiche.
Potrebbe anche trattarsi di semplici risentimenti di chi appartiene a fronti opposti dello schieramento politico locale, come intuiamo nel corso del colloquio telefonico che abbiamo avuto con il sindaco Giuseppe Pagoto, al quale abbiamo riferito di un marettimaro che sosteneva fossero stati concessi con facilità i citati permessi in periodo elettorale, per poi tornare a centellinarli a elezioni avvenute. Il sindaco ha smentito, confermando però la maggiore severità nell’elargire permessi, dovuta alla presenza di un’area tutelata.
Qui non interessa approfondire la diatriba politica, ma soltanto registrare fenomeni di irrequietezza della gente di Marettimo che testimoniano la vivace personalità degli abitanti dell’isola, nonché il loro sentirsi profondamente comunità, unita e compatta più delle altre: se da alcuni di loro muove la richiesta di un maggiore sostegno, è per il profondo attaccamento a un territorio che amano e vorrebbero vedere sempre più valorizzato.
Una collettività, la marettimara, cementata come sanno essere soltanto quelle che vivono sul mare, forgiate dalla sfida atavica agli elementi naturali.
Un’epica del quotidiano che a Marettimo si fa poesia, non senza i toni umbratili di una nostalgia hemingwayana che si coglie parlando proprio con la gente di mare, come abbiamo fatto noi nel video che segue.