Gardaland, le lacune nei servizi che deludono i clienti
Alle prese con le difficoltà oggettive dovute alla restrizione per fronteggiare la pandemia del Covid-19, Gardaland si sta dimostrando un gigante d’argilla, incapace di fronteggiare adeguatamente le imposizioni sanitarie e alquanto insensibile alla cura e al rispetto dei clienti, i quali infatti non mancano di manifestare la propria delusione per il parco giochi sfogandosi sui social o inondando di proteste il sia pure inaffidabile sito di TripAdvisor.
Lamentele che abbiamo ascoltato con le nostre orecchie nella terribile ultima giornata di Ferragosto, in cui la visita a Gardaland si è trasformata in un supplizio, con gente stremata buttata a terra, tensioni tra le persone in fila, litigi con gli addetti ai vari servizi e bambini che a un certo punto non ne potevano più di attese interminabili.
Principale imputata è l’app Qoda cui è stato affidato il compito di raccogliere inderogabilmente la prenotazione del turno per accedere alle attrazioni, malgrado la quale le attese in alcuni casi hanno superato perfino le tre ore. Se qualcuno ha osservato che l’applicazione non sembra nata appositamente per regolamentare una struttura come Gardaland, nei fatti ha fallito la propria missione, poiché annunciava tempi lunghissimi che in alcuni casi invece si riducevano drasticamente in maniera improvvisa, senza dare il tempo agli utenti di raggiungere l’attrazione prenotata e quindi infliggendogli la beffa di avere perso il turno. Per cavarsela era necessario disporre di non meno di tre smartphone per potere fare un minimo di pianificazione che accorciasse i tempi di attesa, non senza comunque brutte sorprese.
Esula invece dai problemi contingenti il modo in cui i clienti vengono abbandonati alla violenza delle condizioni atmosferiche: le sedute sono già pochissime, ma è inaccettabile che esse non siano riparate dal sole cocente, infliggendo a chi si trova in coda anche il disagio di ustionarsi nell’attesa. Basterebbe l’equivalente dell’incasso di qualche minuto della biglietteria in un giorno qualsiasi per ottenere il budget necessario per costruire pensiline che facciano ombra per chi sta in coda e aumentare i getti d’acqua refrigeranti. Come avviene per esempio nel vicino parco di Movieland dove invece abbiamo verificato che nello stesso periodo di Ferragosto tutto funzionava a meraviglia e gli utenti disponevano di vaste aree ombreggiate e diversi spruzzi d’acqua, dando a Gardaland una lezione di civiltà e di rispetto per i clienti, dimostrando in maniera lampante e concreta che si può fare business senza fare soffrire gli utenti.
La sensazione è stata infatti che Gardaland, malgrado le promesse e gli impegni presi per iscritto sul sito, non abbia posto un serio limite al numero di ingressi, facendo entrare troppa gente rispetto alla quantità tollerabile con le nuove disposizioni, magari per la comprensibile ma non giustificabile esigenza di guadagnare il più possibile ma così facendolo sulla pelle della gente.
Nulla da eccepire ovviamente sulla qualità delle attrazioni, efficaci nel loro offrire emozioni a volte perfino sfrenate ma molto gradite da chi riesce ad accedervi.
Malgrado la bravura degli attori, non hanno convinto nel loro impianto invece spettacoli striminziti di appena dieci minuti come Just Married, sintomo forse di un problema di investimenti su questo aspetto, visto che la stessa compagnia di artisti dà luogo invece a diversi show grandiosi della durata anche di oltre mezz’ora sempre a Movieland, ancora una volta trionfante nell’impietoso confronto, senza che ciò dipenda dalle sue ridotte dimensioni, essendo bensì merito di una dirigenza che appare più preparata e sensibile oltre a manifestare un maggiormente apprezzabile e raffinato gusto estetico nell’ideazione delle scenografie.
Ci vorrebbe davvero poco per Gardaland per recuperare il gap e annullare i disservizi: basterebbe semplicemente un briciolo di buona volontà e una maggiore responsabilità sociale d’impresa.
Info: https://www.gardaland.it/it/divertimento-in-sicurezza/