Pierre Morlet, Champagne artigianale da quattro generazioni
I francesi hanno la grande capacità di sintetizzare complessi principi universali in motti di sole tre parole, tanto da avere espresso il proprio spirito nazionale con il monumentale e sempiterno “Liberté, Égalité, Fraternité” che dal Settecento rivoluzionario a oggi identifica la stessa Repubblica Francese: passando dal generale al particolare, c’è chi nella schiatta più nobile del mondo vitivinicolo transalpino sembra volere ereditare tale tendenza semiologica concentrando la propria missione nel trittico di idiomi “passion, terroir et savoir-faire”, come espresso dalla maison Pierre Morlet che produce Champagne con sede ad Avenay-Val-D’Or, dipartimento della Marne, regione del Grand Est.
E’ qui “nel cuore della regione francese dello Champagne” che la famiglia Morlet “produce champagne pluripremiati da quattro generazioni”.
Un successo fondato su vigneti che portano tutti “la prestigiosa denominazione di Grand Crus o Premiers Crus”, infatti non a caso si trovano fianco a fianco con quelli “di famosi produttori di Champagne come Krug, Veuve Clicquot-Ponsardin, Bollinger, Pommery, Mumm e Moet & Chandon” .
Vigneti composti da un “sottosuolo profondo e calcareo” esaltato da un microclima collinare temperato in grado di offrire “condizioni di crescita meravigliose e uniche per le uve Pinot Nero e Chardonnay, condizioni di cui i Morlet hanno approfittato sin dal 1800 quando li hanno piantati per la prima volta”.
Ciò stimola a enfatizzare le caratteristiche naturali del terroir di ogni vigneto e la personalità di ogni annata, applicando “le tecniche del vecchio mondo: la prima fermentazione avviene in botti di rovere francese demi-muids, un metodo usato raramente e praticato solo dai produttori dei migliori Champagne”, per procedere poi ad affinamento in grotte sotterranee per un minimo di tre anni.
I Morlet nella vinificazione “hanno adottato un approccio non interventistico o laisser-faire”, prendendo decisioni “in base alle caratteristiche delle stagioni di crescita e maturazione”, rinunciando alle manipolazioni, ricorrendo alle nuove tecnologie soltanto “se preservano completamente l’integrità della qualità”.
Ne deriva che “le uve vengono raccolte a mano, selezionate manualmente nei vigneti e trasportate delicatamente in alette forate” e poi pressate in modo tradizionale, mentre la “fermentazione alcolica è piuttosto lenta, favorendo la complessità aromatica”.
Per questo alla Pierre Morlet ci tengono a definirsi una famiglia di “artisans-vignerons”, la cui produzione è volutamente limitata, per ottenere la maggiore qualità possibile.
Se le origini della presenza della famiglia Morlet nella regione della Champagne “sono difficili da ricostruire con precisione, è certo però che la famiglia Morlet coltiva vigneti ad Avenay-Val-d’Or dall’inizio del XIX secolo: anche se la famiglia ha sempre prodotto il proprio vino, la maggior parte della produzione di uva è stata venduta alle Grandes Maisons di Champagne”.
Senza dimenticare i periodi più duri, quelli in cui il mercato dell’uva era povero e quindi “per integrare il reddito della famiglia Auguste Morlet, orfano di origini impoverite, lavorava come giardiniere”, oltre a piantare tra i propri vigneti “ortaggi che vendeva ogni anno al mercato contadino settimanale”.
Auguste è stato il capostipite, ma il merito di avere fondato la cantina è del figlio Gaston, il quale pure “durante gli alti e bassi della natura, le guerre, le carestie e le difficoltà economiche” si è comunque concentrato sulla vitivinicoltura facendola diventare l’attività esclusiva della famiglia, fino a creare la propria etichetta e iniziare a produrre i propri vini.
Le successive vicende dinastiche hanno condotto ad acquisire “ulteriori blocchi di vigneti situati a quote ancora più elevate note come Mutigny” e a distanza di anni anche a ripristinare l’antico uso dell’invecchiamento parziale dei vini in botti demi-muid.
E’ così che “dopo quattro generazioni, lo Champagne Pierre Morlet et Fils è diventato sinonimo in Francia di champagne autentici e artigianali”.
La base per comprendere gli esiti organolettici della maison è certamente il Brut Nature Premier Cru Grande Rèserve da blend di Pinot Nero 74% e Chardonnay 26% che mette a nudo l’essenza della produzione di Morlet, dal bouquet denso di frutta matura fino al gusto che individua limone, albicocca e pera madernassa, sviluppati attraverso un sorso carnoso e una beva che riesce a essere fresca e austera al tempo stesso.
Colpisce quell’intensa sapidità che emerge nel finale.
Il Brut Premier Cru Grande Rèserve ripropone il medesimo assemblaggio di vitigni del precedente e con esso ne conferma i descrittori, amplificando in bocca i riferimenti agrumati e puntando al perfetto controllo sia dell’acidità che di un’intensa mineralità.
Il suo siderale equilibrio lo rende molto eclettico negli abbinamenti.
Il Brut Premier Cru Millésime 2011, da uve di Pinot Nero e Chardonnay, è frutto di “lunghe soste a contatto con i lieviti in bottiglia” che portano il vino a essere “rilasciato dopo 5/8 anni dalla raccolta a seconda dell’annata”.
Esprime tutta la possanza del tempo trascorso a maturare, addensando matericamente il corpo, alleviando l’irruenza del perlage e donando evocazioni abboccate dalle quali emergono pregevoli canditure esotiche (ananas e zenzero su tutti) e note di alta pasticceria.
Sontuoso a tavola con piatti di pari spessore, si presta bene alla meditazione.
Il Brut Premier Cru Cuvée Suivie si allontana dagli altri riferimenti grazie all’inserimento della magnifica bacca del Pinot Meunier, la quale nell’insuperabile classico blend con Pinot Nero e Chardonnay porta in risalto tanto al naso quanto al palato tutto il corredo sensoriale della panificazione insieme a suggestioni carboniche, con originali cenni erbacei diffusi in un perlage fine ed elegante, ammaliando grazie a sospiri di papaya e albicocca essiccata.
Di estremo interesse il Brut Premier Cru Grande Rèserve Rosé da Pinot nero in purezza che porta al naso tutto l’universo del sottobosco, presente anche in bocca con sentori di mirtillo, ribes, lampone, innervati dall’intensa fragranza della crosta di pane, con il suggello di una golosa acidità.
A offrirci ulteriori dettagli di questa realtà vitivinicola è Josef Johnston, nel video sottostante.
Info: http://www.champagnepierremorlet.com/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/morlet-pierre