Eremo delle Carceri ad Assisi, il luogo di preghiera di san Francesco
Una vivida dimostrazione dell’universalità del messaggio di san Francesco e della sua capacità di parlare a tutti gli animi indipendentemente dalla fede la si trova nell’Eremo delle Carceri di Assisi, una delle tappe fondamentali in provincia di Perugia del suo percorso di vita, di ricerca e di fede, posto in posizione elevata come a sottolineare la metafora della sua importanza, una collocazione che richiede anche lunghi passi tra la nuda pietra e la rigogliosa vegetazione umbra, stimolando nel visitatore una riconciliazione con la sua essenza più intima.
Il Santuario dell’Eremo delle Carceri viene presentato, dai Frati Minori della Provincia Serafica di San Francesco d’Assisi che lo custodiscono, come “antico luogo francescano sul monte Subasio a 4 km da Assisi e a 800 mt di altezza, nel cuore di un bosco di lecci secolari”, specificando che “la parola carcere non vuol dire prigione: proviene dal latino carcer che significa luogo appartato, solitario, quindi adatto alla vita di preghiera”, infatti “qui venivano Francesco, i suoi compagni e, dopo di loro, i frati per periodi limitati di preghiera”.
La conformazione orografica del luogo che ospita l’Eremo favorisce la suggestione dell’ascetismo e della riflessione, visto che consiste “in un grande blocco roccioso, con grotte usate come celle per i singoli frati e un piccolo Oratorio centrale e visibile dove i fratelli confluivano per la preghiera comune, la Celebrazione Eucaristica, la condivisione dell’esperienza di Dio”.
Qui “verso la metà del XIV secolo, i frati hanno cominciato ad abitarvi stabilmente in poverissime dimore”, mentre “all’inizio del 1400, per impulso di san Bernardino da Siena, viene costruita la piccola Chiesa, il Coro, il Refettorio e il Dormitorio con piccole celle per i frati addossate alla roccia”.
L’esperienza di vista all’Eremo prevede un “breve percorso in sette tappe ognuna delle quali costituita da foto e breve didascalia”.
Si parte dal piccolo chiostro, dalla cui terrazza “lo sguardo spazia ansioso per la selva incredibilmente verde alla ricerca delle grotte dei primi discepoli del Santo e di tutti quegli uomini che sono saliti quassù, fra questa solitudine piena di Dio e ricca di tanto silenzio”.
Da qui si prosegue verso il conventino, ritenuto “un capolavoro di semplicità francescana e di perfetta armonia”, cui si accede attraverso il refettorio scavato nella roccia.
Inizia così il momento di più intensa emozione della visita, perché si procede verso la Grotta di San Francesco e ogni passo si viene investiti da tutta la potenza evocativa del posto, in cui si avverte ancora la memoria del tempo, infatti quando “Francesco giunse qui per la prima volta c’erano soltanto grotte naturali nel cuore della fitta boscaglia”…
… invece oggi risulta interiormente congruo che alla grotta del Santo si acceda attraverso uno stretto passaggio che prepara all’impatto con il sito che Francesco aveva eletto quale “suo nido nella roccia e quasi imprigionato in questo incavo di pietra s’immergeva sempre più profondamente nella meditazione della passione del suo Signore”, fino a che “a sera, fiaccato dalle penitenze e dai digiuni stendeva il fragile corpo sulla nuda pietra”.
Di elevato interesse anche la Cappella di S. Maria Maddalena in cui è sepolto fra Barnaba da Terni “ideatore e fondatore nel 1462 del Monte di Pietà di Perugia: un’istituzione a sostegno di chi, trovandosi in necessità, poteva ricevere un prestito senza interesse, lasciando un pegno in deposito”.
Previsti passaggi dall’Oratorio di S. Maria “testimone della preghiera di Francesco e della prima comunità” e poi un’indimenticabile passeggiata su un ponte che “collega l’Eremo all’altra parte della selva dove sono ancora visibili le grotte di Frate Leone e di altri compagni del Santo”, un tratto che diventa il Parco letterario del Cantico delle creature in cui si incontra una natura selvaggia avviluppata da un ambiente sacro…
… contrappuntata dalle statue bronzee dello scultore Fiorenzo Bacci che evocano momenti di vita francescana…
… passando per l’altare del Tau non in uso per celebrazioni…
… giungendo così a un importante bene ambientale, un albero risalente al tempo in cui Francesco è passato da questi luoghi, ancora lì perfettamente vivo e vegeto.
E’ possibile e altamente consigliato prenotare un colloquio con uno dei frati che curano il Santuario, il quale introdurrà la visita con dettagli storici e aneddoti intensi, ma soprattutto renderà chiaro il senso della devozione che aleggia in questo luogo dal quale si viene rinfrancati e ripuliti interiormente, per sempre.
Info: https://www.santuarioeremodellecarceri.org/