Trabocchi della costa dell’Abruzzo, beni culturali tra memoria e turismo
Macchine da pesca nate come supporto alla lotta per la sopravvivenza e divenute oggi un simbolo culturale di un’intera regione oltre che efficace volano di attrazione turistica: sono i Trabocchi che puntellano l’Abruzzo affacciato sul mare in una zona compresa tra Francavilla e San Salvo, includendo Ortina, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino e Vasto.
Non a caso questo tratto meraviglioso è chiamato Costa dei Trabocchi, per la diffusa presenza di tali strutture dalla caratteristica struttura in legno piantata tra le rocce che si tuffano nelle acque dell’Adriatico.
Rappresentavano l’espediente usato dai contadini per procurarsi materia prima ittica senza usare le barche, poiché si attendeva il passaggio dei banchi di pesce sotto il trabocco per catturare le prede attraverso il repentino sollevamento di una grande rete precedentemente calata sotto il livello del mare.
Esaurita la loro funzione strumentale, diversi di essi sono andati incontro alla decadenza, prima di rinascere come sedi suggestive per ospitare ristoranti, molto frequentati per la vista spettacolare anche se l’offerta gastronomica invece appare appiattita su menu fissi dal costo omologato come la proposta.
C’è però chi ne ha fatto un presidio culturale, come Rinaldo Verì che ha recuperato il Trabocco di Punta Tufano a Rocca San Giovanni, in provincia di Chieti, per farlo diventare un centro di attività culturali e ludiche così ben strutturate da diventare motore di turismo colto e di imprenditoria responsabile.
I punti salienti di tale attività sono “divulgazione della cultura popolare che negli anni ha permesso la conservazione” di queste costruzioni marinare “abbastanza complesse nei loro meccanismi, costruite su pali conficcati direttamente in mare o tra gli scogli”, ricche di valori “ambientali, storici e culturali”, fruibili adesso attraverso “visite guidate per turisti, scuole o gruppi di studio”.
A questo punto abbiamo chiesto proprio a Rinaldo Verì di riassumerci tutti i valori di tali testimonianze antropologiche: lo ha fatto nel video che segue.