Al Museo dell’Opera del Duomo, il mutare dell’Arte a Firenze
Un viaggio nel tempo, tra le mutazioni del gusto artistico e il continuo divenire della creatività: questo è il prezioso contenuto del Museo dell’Opera del Duomo a Firenze.
Espone opere d’arte che hanno segnato profondamente la storia del Duomo di Firenze, del Battistero e del Campanile di Giotto, ma che si riteneva non fossero più in grado di rappresentarne lo Zeitgeist.
Infatti, con il variare delle tendenze stilistiche e il rutilante avvicendamento delle correnti espressive, le opere del complesso che si riteneva non fossero più in linea con lo spirito del tempo, venivano traslate in questo Museo.
In questo modo il Museo è la testimonianza dell’evoluzione del comune sentire dei fiorentini, sia nell’ambito dell’interpretazione delle fede cristiana che del gusto artistico.
Significativamente collocata nella stessa piazza che ospita il Duomo e quindi l’intero complesso, la sede del museo è molto antica, essendo stata già nel 1296 sede dell’Opera del Duomo.
Furono due lavori dalle grandi firme, quelle di Luca della Robbia e Donatello, a inaugurare la collezione. Vi si trovano anche opere di Donatello, Andrea Pisano, Arnolfo di Cambio, Nanni di Banco, oltre a numerosi reperti anche di epoca romana e a oggetti di arte sacra.
Due i pezzi forti della collezione.
L’originale della Porta del Paradiso, porta principale del Battistero di Firenze, capolavoro di Lorenzo Ghiberti completato nel 1452: il nome glielo diede Michelangelo, mentre l’Arno con l’alluvione del 1966 provò a portarsi via i suoi preziosi pannelli, i quali non erano fissati bensì inseriti a forza. Dopo un lungo restauro, è tornata al suo splendore.
Salendo invece pochi scalini, ci si può beare della Pietà Bandini di Michelangelo, opera pensata per la sua sepoltura che invece splende di vita eterna.
Il Museo è un altro motivo di orgoglio dell’Opera di Santa Maria del Fiore: ecco come ce ne parla Bruno Santi, consigliere dell’istituzione.
Info: www.ilgrandemuseodelduomo.it