Birra agricola Perké, da orzo e grano coltivati in proprio nel Polesine
Il mondo brassicolo artigianale sta sempre più fermentando nell’ambito della cultura identitaria grazie al fenomeno della birra agricola, veicolo di legame contadino con un territorio che diventa caratterizzante del gusto della bevanda ma anche dell’intero progetto produttivo, come accade con Perkè, splendida realtà veneta che ha sede a Rivà, nel polesine rodigino.
Folgorante la sua definizione di “agricoltura da bere” per le sue birre che impiegano soltanto “orzo e grano coltivati da noi, per diventare l’ingrediente più importante della nostra birra”.
Un “modello di filiera corta che rappresenta ciò in cui crediamo di più, dalla coltivazione dei cereali dai quali otteniamo il nostro malto, alla produzione diretta di una tiratura limitata di bottiglie”, per dare vita a “birre agricole, non pastorizzate e non filtrate”.
Un progetto al femminile condotto da Francesca Beltrame, proveniente dal mondo della ristorazione, con lo scopo di “raccontare il gusto del paesaggio rurale del Delta” del Po.
Per questo per le sue birre parla di ricette “studiate per stare accanto al cibo e valorizzarlo, sempre con una grande piacevolezza di beva”.
Così le sue creazioni birrarie “escono dalla consueta classificazione in base agli stili”.
Granì – Ricetta Numero 1 “prende il nome dalla sua materia prima di produzione, ossia il grano che coltiviamo qui nell’Isola di Ariano, tra il ramo del Po di Goro e quello del Po di Venezia”: si presenta con profumi speziati che precedono lo svilupparsi al palato di sentori di miele di corbezzolo, insieme al torbato del grano arso e la freschezza degli agrumi, riassunti in un petillant compatto e cremoso.
Dunè – Ricetta Numero 2 offre zagara al naso ed evidenze agrumate in bocca, insieme a cenni balsamici di erbe aromatiche: freschissima e molto beverina, seduce con un finale di pesca.
Marè – Ricetta Numero 3 sprigiona frumento appena tagliato all’olfatto mentre al gusto si offre fortemente erbacea e lievemente amaricante, con venature che tuttavia riconducono al tenore zuccherino della carruba e a una golosa sapidità.
In Dorì – Ricetta Numero 4 concordiamo con le note che vi rinvengono “sentori di miele e liquirizia, arancia amara e foglia d’alloro” e “con un finale in cui ritornano i toni mielati e le piacevoli sfumature amaricanti”.
Tutte realizzazioni che brillano per fragranza e concretezza, delle quali si sente il sostrato motivazionale e il rigore della filosofia di produzione.
Info: https://www.perke.beer/