Tutti i piatti tipici di San Leo (RN) al fantastico Ristorante La Rocca
E’ talmente importante un passaggio da questo favoloso ristorante che pur di farlo chi scrive ha dovuto cambiare un programma di viaggio, poiché il lunedì che avevamo ipotizzato per andarci corrispondeva con il suo giorno di chiusura: ma il Ristorante La Rocca di San Leo è troppo importante sotto il profilo culturale ed esaltante su quello del gusto, quindi vale ogni deviazione di percorso.
Ti accoglie al termine di una suggestiva scala in cotto in via Leopardi 16, appena decentrata rispetto al centro storico di questo meraviglioso borgo in provincia di Rimini del quale il ristorante La Rocca è parte integrante sia delle radici culturali che della sua memoria antropologica.
Si può scegliere tra l’accomodarsi all’esterno e godere di un suggestivo scorcio panoramico…
… o in un’accogliente sala interna dalla calorosa architettura di legno e pietra nuda.
Il menu è ricco di golosità, ma se si vuole mangiare con la testa e vivere anche un’esperienza storica, allora bisogna puntare sui classici del posto.
Consigliato pertanto un Tris di primi, partendo dagli imprescindibili Cappelletti del Montefeltro tuffati in un grande brodo dal sapore contadino di una volta, la cui consistenza fa sognare così come la sua evidente lavorazione a mano. Un vero capolavoro.
Ancora più identitari i Tortelloni di San Leo, da provare necessariamente con il condimento di Olio di Cartoceto e formaggio di fossa: a ogni morso parte una sinfonia ricca e sontuosa che fa volare il palato.
Puro godimento dei sensi i Passatelli asciutti al Tartufo nero, uno dei piatti più buoni mai provati, per la carnosità della pasta che seduce la masticazione, il profumo esplosivo del fungo ipogeo che inebria la bocca e quindi la crema burrosa a legare tutta questa prelibatezza.
Tra i secondi il riferimento ai nobili antecedenti del borgo è affidato alla Pasticciata alla Cagliostro, piatto di carne dedicato alla controversa figura di questo celebre personaggio che proprio nel forte di San Leo fu imprigionato fino a trovarvi la fine dei suoi giorni.
La ricetta che lo celebra è un tenero brasato impreziosito dall’acidità di una salsa di pomodoro piuttosto stuzzicante che conquista con la medesima lentezza dei suoi tempi di cottura.
Se poi volete toccare il paradiso, chiedete un piatto di Formaggio di fossa Ambra di Talamello, gloria casearia prodotta a meno di venti chilometri da San Leo, ben stagionato, sapido, ghiottamente oleoso, entusiasmante a ogni morso.
Da non perdere i dolci fatti in proprio, come la rusticissima Crostata di farro della casa che si esalta con la farcitura di ricotta e visciole…
… ma sono validissimi anche gli altri che osano di più tra soufflé e gelati gourmet.
Pure il vino qui racconta pezzi di vicende locali, come quella ancora recente che vedeva San Leo e altri comuni della Valmarecchia far parte della regione Marche, prima che un referendum li vedesse trasferire in Emilia Romagna. Ma la storia non si cancella e così, se chiedete al gestore del ristorante quale sia il vino che meglio rappresenta il territorio, non vi indicherà un Sangiovese romagnolo, bensì una perla delle vitivinicoltura marchigiana, la Lacrima di Morro d’Alba che si produce in provincia di Ancona.
“Perché noi fino a pochi anni fa eravamo marchigiani” ti dice il proprietario mentre ben consiglia l’eccellente versione del Podere Santa Lucia di Monte San Vito che esplode di frutta fresca ed esuberante carattere zuccherino di impronta naturale.
Anche il locale a sua volta ha una propria lunga storia, essendo stato inaugurato “nella seconda metà degli anni quaranta sistemando i locali di una vecchia falegnameria”, per poi passare alla famiglia degli attuali gestori nell’ottobre del 1966.
Da allora, una delle esperienza decisive da fare in Italia.
Info: http://www.laroccasanleo.it/