Caves de Donnas, vino cooperativo dal magnifico Nebbiolo valdostano
Un solo vino, un intero mondo: nel nettare tratto da una declinazione ampelografica del Nebbiolo valdostano nella località di Donnas sono concentrati secoli di resilienza umana nei confronti di un ambiente poco ospitale verso le produzioni agricole, tale da costringere i vitivinicoltori del posto a ingaggiare dure lotte con terreni scoscesi e spazi ridotti pur di ricavare quei fazzoletti di terra sui quali possa prosperare un vitigno in grado di dare vita a uno dei più formidabili vini esistenti.
Il distributore Proposta Vini lo illustra a partire dal momento in cui “entrando in Valle d’Aosta, all’imbocco della Valle di Gressoney, si ergono dei vigneti straordinari, simbolo assoluto dell’operosità dell’uomo sulle montagne”…
… dove esattamente cinquanta anni fa è nata “una cooperativa che, con tenacia e determinazione, potesse contribuire a mantenere in vita il Picotendro, uno dei cloni montanari del Nebbiolo”…
… I cui vigneti “sono integralmente terrazzati e costruiti su pergole supportate da monumentali pilastri”.
Per valorizzare e tutelare “le vigne con le maggiori pendenze (superiori al 100%) dal 2020 è stata dedicata una linea di prodotto volta a garantire una dignitosa remunerazione del lavoro di questi viticoltori estremi” che operano in appena un ettaro di terreno.
Tutto si concretizza nel 1971, quando un gruppo di viticoltori, dopo aver ottenuto la Denominazione di Origine Controllata al vino di Donnas “si è costituito in cooperativa col preciso scopo di tutelare e garantire la qualità e genuinità del vino”.
Ha fissato come propria sede la stessa zona di origine del vino, dotandola “dei più moderni impianti di vinificazione e di una lunga linea di botti in rovere per l’invecchiamento, con una capacità d’incantinamento di circa 1600 hl”, provvedendo “alla raccolta delle uve, alla vinificazione e alla commercializzazione del vino”.
La località è dunque Donnas, piccolo paese della Bassa Valle d’Aosta “situato a 300 m sul livello del mare: nel primo secolo a.C. i Romani vi lasciarono una visibile impronta della loro civiltà, scalpellando nella viva roccia per più di 200 metri una strada e un arco di pietra sotto il quale transitavano i carri che percorrevano la via delle Gallie”.
Per molti secoli ha quindi meritato l’appellativo di capitale della Bassa Valle, godendo pur “nell’ambiente alpino di un clima mite che permette di coltivare piante mediterranee (ulivo, limoni, palme, mimose) ma che soprattutto favorisce la coltivazione della vite, oggi come nel passato, come è dimostrato da numerosi documenti storici di diversi secoli, tra cui due del 1200”.
Ne deriva che “la viticoltura a Donnas ha infatti tradizioni antichissime, anche se è una coltivazione difficile tenuto conto della forte pendenza della montagna, ma i ripidi declivi sono vinti dai terrazzamenti secolari trattenuti da muri alti anche 4 metri”.
Ne consegue che a Donnas “la situazione fondiaria delle aziende viticole è caratterizzata da dimensioni molto limitate e spezzettate”, con la lavorazione “manuale e distribuita su tutti i mesi dell’anno”.
In questo modo d’inverno mentre il vino matura “si costruiscono e si riparano le pergole, si pota e poi si legano i tralci con i vimini (gore); successivamente si fanno 5-6 trattamenti per le malattie tradizionali della vite (oidio e peronospora) utilizzando prodotti a bassa tossicità: se la produzione sembra eccessiva, si provvede ad eliminare alcuni grappoli perché quelli rimasti maturino meglio”.
Qui da sempre si coltiva il Nebbiolo “di cui si hanno notizie a partire dal 1200, coltivato nell’Albese, nelle Langhe, nel Novarese (con la denominazione di Spanna), nella Valtellina (con la denominazione Chiavennasca) e nella Bassa Valle d’Aosta e Canavese (con la denominazione Picotendro o Picotener): richiede una potatura lunga che ben si adatta alle nostre pergole”.
Il Valle d’Aosta D.O.C. – Donnas viene così prodotto “sulle coste rocciose dei Comuni di Donnas, Pont-Saint-Martin, Perloz e Bard in prevalenza da uve di Nebbiolo Picotendro (vale a dire dall’acino piccolo e tenero): è il prodotto classico che contraddistingue la produzione delle Caves, conosciuto ed apprezzato da secoli con testimonianze storiche risalenti al 1200”.
Prima D.O.C. della Valle d’Aosta (1971), parliamo di un vino invecchiato per almeno 12 mesi in botti grandi da 25 hl di rovere, tratto da vitigno Nebbiolo del biotipo Picotendro e per il 15% da uve delle varietà autoctone Neyret e Freisa bleuvva.
Al naso esprime pepe, spezie e fogliame, mentre al palato si presenta minerale, vibrante, suggerendo ribes rosso, melagrana, prugna e cannella.
Il suo strepitoso corredo aromatico confluisce in un finale zuccherino da sogno che lascia il ricordo di una degustazione indimenticabile.
Per descriverci questo gioiello, il presidente della citata cooperativa, Alessandro Jans, si è inerpicato tra i vigneti di Donnas per mostrarceli nel video sottostante, insieme alle sue considerazioni su tale progetto.
Info: http://www.donnasvini.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/cave-de-donnas