L’imperdibile Lamparata di Cilento Mare a Marina di Camerota (SA)
Una delle più importanti attività di turismo esperienziale che esistano, in grado di coniugare divertimento e cultura materiale, sostenibilità sociale e antropologia, tutela ambientale e nuova imprenditoria: è l’imperdibile Lamparata organizzata dalla cooperativa Cilento Mare a Marina di Camerota in provincia di Salerno, la quale consiste nel recupero di un’antichissima metodologia di pesca notturna alla quale i turisti possono assistere, culminante in una festa su una spiaggia con cibo eccellente e buona musica.
Funziona così. Appuntamento alle 21 al chiosco della cooperativa Cilento Mare che si trova direttamente sul porto di Marina di Camerota, dove si fa il biglietto e ci si pone in attesa: se si arriva in auto, ci sarà una navetta che vi inviterà a seguirla con il mezzo, per raggiungere un parcheggio custodito a pochi minuti di distanza dove lasciare la macchina, per essere poi trasportati dal pulmino di nuovo al punto d’imbarco, tutto nella massima comodità e celerità.
Intorno alle 21:30 iniziano le operazioni di imbarco e dopo poco si salpa solcando le acque inghiottiti dal buio della notte ma illuminati dalla poetica luce delle stelle con il contributo della luna, mentre alle spalle si staglia lo skyline del lungomare con le sue luci.
Durante la navigazione colui che governa l’imbarcazione assume anche il ruolo di ottima guida, fornendo spiegazioni accurate ricche di competenza e passione, con l’aggiunta di battute e buonumore che non guastano.
Si arriva così ben preparati al punto in cui dei veri ed esperti pescatori sono al lavoro con la lampara che l’Enciclopedia Treccani descrive come una “grossa lampada ad acetilene o elettrica che si appende alla poppa delle barche per la pesca notturna del pesce azzurro (acciughe, sarde, sgombri): per estens., la barca stessa così attrezzata” (https://www.treccani.it/vocabolario/lampara/).
Gli organizzatori spiegano che “questa è una antica tecnica di pesca per il pesce azzurro che vogliamo farvi rivivere assieme a noi, pescatori della Cooperativa Cilento Mare: nella prima fase, costituita dalla pesca, la lamparata, all’imbrunire accende una potente luce su di un gozzo e con la luce generata attira i pesci, mentre una barca più grande, chiamata cenciola, è in attesa del segnale da parte del lumista (il marinaio che si trova sulla lamparata)” e in effetti anche il visitatore avverte tanto il valore ancestrale di tale nobilissima pratica, quanto l’emozione di un’azione il cui esito non è mai scontato e se produce sempre un risultato è soltanto per la maestria dei pescatori.
Proseguendo, “a segnale giunto la cenciola inizia a calare la rete a circuizione per poi chiudere sotto di essa i pesci, mediante dei cavi d’acciaio”…
… “successivamente si inizia a tirare la rete e man mano il cerchio si stringe fino ad arrivare alla camera della morte”…
… “dove i pesci vengono issati a bordo”: sono le fasi in cui i partecipanti che osservano si esaltano di più, applaudendo i pescatori sia per lo sforzo profuso che per l’esito del lavoro appena eseguito.
Si crea così un momento di forte empatia, anche per merito dell’umanità dei pescatori stessi che malgrado siano impegnati riescono comunque a creare un rapporto con gli osservatori.
Nel video che segue, le entusiasmanti fasi salienti di questa azione di pesca.
Uno degli aspetti più spettacolari di questa fase è il brulicare di pesce azzurro concentrato nell’area della rete, la cui vitalità lo porta a compiere dei salti notevoli che impressionano il pubblico, affascinato da questo zampillare di questi piccoli pesci di grande energia, la cui livrea dai riflessi argentati a contatto con la pur poca luce crea un luccichio intermittente di rara suggestione, come potete vedere nell’altro video qui sotto.
I pesci appena pescati possono a questo punto “essere portati su di una spiaggia baciata dalla luna”, solitamente una delle stupende calette di quest’area marina del Cilento che non si possono raggiungere a piedi ma soltanto dal mare, rendendo così ancora più preziosa l’esperienza vissuta.
Sulla spiaggia si approda con un bel colpo di teatro: si giunge che è buio pesto, ma in prossimità dello sbarco improvvisamente si accendono dei fari che in un istante illuminano tutta la spiaggia, svelando una coreografia naturale notturna di immenso fascino.
Qui si comprende perché l’organizzazione consigli come dress code l’abbigliamento da mare e di portare con sé un telo, poiché si scende dall’imbarcazione a pelo d’acqua e poi ci si accomoda liberamente sulla battigia.
L’accoglienza è molto calorosa, grazie alla presenza sulla spiaggia di “altri marinai pronti a servirvi il menù”…
… “spaghetti tonno (nostrano) olive e capperi”…
… “frittura di pesce pescato durante la serata”…
… “vino/acqua e anguriata finale, tutto questo in totale allegria”.
Sorprendente l’elevata qualità del cibo: malgrado tutto venga preparato con attrezzature da campo, la pasta risulta cotta alla perfezione, la salsa è gustosissima, la frittura magnifica, per non parlare della freschezza della frutta e del dolcetto a sorpresa, magari una sfoglia riccia appena sfornata.
Bellissima la fase in cui il pesce appena pescato, costituito quasi esclusivamente da alici, viene pulito davanti a tutti, con la peculiarità di essere lavato direttamente nell’acqua del mare, azione che contribuisce a rendere ancora più ghiotta la pietanza finale.
Da aggiungere che le porzioni sono immense, con la possibilità di fare un numero infinito di bis, visto che gli organizzatori girano in continuazione tra i turisti per riempirgli nuovamente il piatto ogni volta che lo desiderano.
Durante la cena, il pubblico è allietato da un’esibizione musicale di validissimi artisti del posto, la quale immancabilmente si conclude invitando gli astanti a ballare.
Si riprende la navigazione per rientrare al porto intorno alle 00:30, per un totale di circa tre ore che nessuno potrà mai dimenticare: anzi, già durante la tratta del ritorno, si possono sentire dei partecipanti così felici che progettano di ripetere più volte l’esperienza, sottolineando quanto sia civile il prezzo del biglietto, perfino basso se si considera quanto il cliente riceve in termini di servizi e il numero notevole di persone che vi lavorano.
Da sottolineare anche che “tutte le imbarcazioni sono dotate delle necessarie misure di sicurezza, rigorosamente a norma di legge per garantire ai passeggeri la massima serenità”.
Ci siamo commossi quando abbiamo sentito gli organizzatori affermare che questo millenario genere di pesca era destinato a scomparire e se invece oggi sopravvive è proprio grazie ai tanti turisti che partecipando alla lamparata creano le condizioni economiche per poterla mantenere in vita. Uno dei migliori esempi al mondo di creare posti di lavoro e al contempo portare vantaggi, tutela e valorizzazione al proprio territorio, nonché di preservare una radice identitaria di tutto il Paese.
Una realtà di cui tutta Italia deve andare fiera, magari prendendo esempio dalle persone che la rendono possibile.
Info: https://www.coopcilentomare.com/lamparata/