Il Museo del Cedro in Calabria, materia, spirito e antiche tradizioni
(Mery Casella)
Un pregiato prodotto della cultura materiale calabrese che al tempo stesso è simbolo della spiritualità ancestrale ebraica: il cedro ha un raro dono di sintesi antropologica capace di unire tradizioni geograficamente distanti in un’intensa vicinanza umana, un abbraccio di sensibilità differenti rese empatiche da un nobilissimo ed ecumenico dono agricolo, con una densità di istanze storiche e sociali tali da rendere necessaria la sua musealizzazione ai fini della tutela culturale e della divulgazione popolare.
(Mery Casella)
Accade con il Museo del Cedro di Santa Maria del Cedro in provincia di Cosenza in Calabria, struttura creata dal Consorzio del Cedro di Calabria proprio per promuovere “la coltura del Cedro, i prodotti a base di questo agrume e più in generale la cultura ad esso legata e il territorio in cui si sviluppa”, azioni che trovano il loro sviluppo dinamico all’interno di questo allestimento “ospitato all’interno di uno splendido opificio risalente al XV sec. già conosciuto come Carcere dell’impresa, oggi Palazzo Marino”.
(Mery Casella)
Già l’imponenza dell’edificio, monumentale nelle dimensioni, ieratico nell’iconica struttura in pietra, suggerisce al visitatore di trovarsi davanti a un’elevata espressione dell’animo e dell’intelletto umano, posta all’intersezione tra la sussistenza dell’atto agreste e il volo liberatorio del sentimento religioso.
Questo infatti è il luogo in cui “si celebra la storia del Cedro ed il suo legame con il culto mistico della religione ebraica”, come scopre il visitatore nel momento in cui apprende del ruolo fondamentale che il frutto assume nella ritualità ebraica, con l’ausilio di un filmato chiaro e suggestivo mostrato all’inizio del percorso di visita.
Il legame è evidenziato dai tanti rabbini ripresi nei campi di coltivazione calabresi, per selezionare i migliori frutti che corrispondano a quanto dettato dalle regole della ritualità, realizzando una sorta di osmosi concettuale tra la natura terrena e il culto divino.
Il rapporto tra il cedro e l’ebraismo è tale che quasi tutto primo raccolto di questa Riviera è messo a disposizione dei depositari del culto che per selezionare i frutti adatti arrivano da ogni parte del mondo, prima che essi possano giungere nei mercati normali.
In questo modo i contadini del posto che coltivano il cedro divengono non soltanto depositari di un sapere antico, bensì anche moderni mediatori culturali, protagonisti attivi di un dialogo internazionale che rappresenta un messaggio positivo per tutto il mondo, eleggendo a simbolo di unione un agrume che sembra avere inglobato i raggi del Sole per offrirli in forma di profumati spicchi.
(Mery Casella)
Per i gestori il Museo del Cedro “rappresenta un momento, non solo spaziale, di promozione dell’immagine di questo frutto”, all’interno di uno spazio espositivo che tratta “del valore culturale e della storia dell’agrume”.
Ciò avviene soprattutto attraverso il valore supremo della Parola, quella che si richiama alla tradizione orale, con la scelta di effettuare soltanto visite guidate in cui con competenza un esponente del museo narra non soltanto il frutto ma anche tutte le istanze che lo riguardano…
… con il visitatore che a sua volta può fruire del vivido apparato iconografico dell’esposizione grazie ai pannelli presenti.
(Mery Casella)
La gestione sottolinea come “la rivalutazione della cultura materiale legata alla produzione del Cedro di Santa Maria del Cedro e del suo arrivo nella penisola sono però fruibili dal pubblico non solo attraverso vetrine museali che conservano la memoria di questo frutto e di questo territorio, ma attraverso pannelli didattici che documentano le varie fasi della produzione e rappresentano le diverse ricerche fatte sulla storia del cedro”.
(Menorah e cedro_ Mery Casella)
Il tragitto dell’allestimento è segnato anche da curiosità in guisa di installazioni…
(botte con cedro)
… e dimostrazioni permanenti di particolari lavorazioni del frutto.
(cedro in salamoia_ Mery Casella)
La visita, densa e concentrata come il succo del frutto, si conclude proprio con la degustazione di esso nelle varie declinazioni possibili, dalle marmellate all’olio extravergine di oliva aromatizzato, dal succo agli sciroppi, sempre all’insegna dell’eccellenza organolettica.
(Eugenio Magurno)
Un’esperienza importante per comprendere l’anima più profonda della stupenda Costa dei Cedri in Calabria, ma anche per conoscere uno degli aspetti più interessanti ed emozionanti della civiltà italiana.
Info: http://www.cedrodicalabria.it/museo_cedro.html