Museo Vivente della Dieta Mediterranea di Pioppi (SA), in mostra modello alimentare e stile di vita
Nel dirompente fenomeno contemporaneo della musealizzazione di ogni aspetto della vita quotidiana, uno dei casi più sensati appare quello del Museo Vivente della Dieta Mediterranea di Pioppi che arriva a esporre addirittura un modello alimentare assurto a stile di vita, dando vita a una propria concreta applicazione all’ormai assodata intuizione dell’Unesco di riconoscere il valore culturale di realtà immateriali e fenomeni antropologici atti anche a qualificare un territorio.
Non a caso proprio l’Unesco ha rappresentato uno stimolo per la creazione di questo museo, nel momento in cui nel 2010 ha riconosciuto il valore di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità alla Dieta mediterranea della quale la località cilentana si sente con buona ragione la capitale, poiché Pioppi, piccola frazione del comune di Pollica in provincia di Salerno, è stato l’epicentro degli studi che lo scienziato statunitense Ancel Keys ha condotto per oltre quaranta anni sul sistema nutrizionale locale.
Infatti “Pollica, con il Cilento, è una delle sette comunità emblematiche della Dieta Mediterranea individuate in sede di dichiarazione Unesco (la c.d. dichiarazione di Chefchaouen), ma ne è in qualche modo la capitale mondiale dal momento che proprio lì, nel borgo marinaro di Pioppi, ha soggiornato, vissuto e studiato Ancel Keys, l’epidemiologo statunitense scopritore del nesso diretto tra regime alimentare (connesso allo stile di vita) e patologie cardiovascolari: dai suoi lunghi e approfonditi studi che lo portarono ad analizzare gli stili di vita e i regimi alimentari in sette Paesi di quattro continenti, correlandoli ai dati di incidenza delle malattie cardiocircolatorie delle popolazioni locali, scoprì che alcune popolazioni del mondo vi erano meno affette”. Essendo queste ultime tutte affacciate sul Mediterraneo (“oltre al Cilento rientrano una comunità spagnola, una greca e una marocchina”), ne è scaturita la definizione di Dieta mediterranea.
Sul piano concreto di tratta dell’uso “di cibo sano, carente di grassi saturi” associato al “consumo regolare di verdura, frutta, cereali e olio d’oliva, con una moderata quantità divino ad accompagnare i pasti e una buon attività fisica (il lavoro in campagna, la pesca)”.
E’ proprio “al fine di raccontare e valorizzare questa straordinaria peculiarità” che “Legambiente, in sinergia con il Comune di Pollica, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e altri soggetti territoriali, ha intrapreso un percorso che ha portato alla realizzazione di un Ecomuseo.
Il Museo vivente della Dieta Mediterranea di Pioppi è ospitato al primo piano dello stupendo Palazzo Vinciprova del XVII secolo, in via Caracciolo 178 a Pollica, nel cuore del Parco del Cilento.
L’allestimento si sviluppa lungo cinque sale “con pannelli descrittivi e video, tra cui quella dedicata ai sensi”…
… con installazioni per il gusto, il tatto e l’olfatto…
… “la sala per la pasta fatta in casa, con video tutorial delle massaie cilentane; la biblioteca personale di Ancel Keys, donata dalla famiglia al Comune di Pollica”.
Il museo si presta perfettamente a essere sede di “laboratori didattici, corsi di cucina cilentana e visite guidate a sentieri, orti e mulini del territorio”, oltre a offrire una stupenda vista sul mare che si trova lì a un passo.
Il museo rientra anche nella categoria delle esposizioni esperienziali, poiché stimola i sensi attraverso alcuni dispositivi e incoraggia a usare il tatto in chiave espistemologica.
L’olfatto e il gusto vengono chiamati in causa per compiere un’esperienza di degustazione vicina a quella dei Sommelier dell’Olio extravergine di oliva, grazie a bottiglie messe a disposizione dei visitatori…
… e sempre il naso è protagonista di un approccio diretto con le erbe aromatiche che ha anche alto valore pedagogico, visto il vasto impiego che se ne fa in cucina ma a volte senza la necessaria consapevolezza…
… mentre ha anche connotati ludici il mettere alla prova il tatto seguendo l’invito a mettere la mano in un sacco ma “senza sbirciare”, per riuscire a riconoscere gli antichi legumi del Cilento.
Predisposto con grande perizia soprattutto per soddisfare intenti didattici, si presta a essere di estremo interesse anche per il semplice curioso, poiché riesce con semplicità e immediatezza a porre in risalto l’importanza dell’alimentazione sotto ogni aspetto, spingendo l’osservatore a una maggiore consapevolezza sull’argomento, facendo così assumere al museo pure un elevato valore sociale.
Info: https://www.ecomuseodietamediterranea.it/