Al Museo Minerario di Adamas sull’isola greca di Milos, in mostra storia geologica e lavoro umano
Raccontare l’identità di un territorio e della sua collettività di riferimento attraverso i suoi aspetti per certi versi meno visibili, come la storia geologica e l’attività ipogea: è il vivido esempio che arriva dal Museo Minerario di Adamas sull’isola greca di Milos, nell’arcipelago delle Cicladi, vero gioiello di intelligenza progettuale e sensibilità culturale.
In effetti chi arriva su quest’isola ritenuta tra le tre più belle del mondo rimane subito incantato dall’estesa geo-diversità, poiché a dispetto di un perimetro non così ampio presenta invece un’enorme varietà di paesaggi segnati proprio dalla molteplicità di minerali che contraddistinguono profondamente il suo paesaggio, passando dalla roccia dura e irsuta alla pietra morbida, dal nero assoluto al bianco accecante, con radicali cambiamenti dell’aspetto morfologico nel giro di pochissimi chilometri uno dall’altro.
Il Museo Minerario di Milos sistematizza tutto questo patrimonio naturale, spostandolo dall’ambito della pura emozione empirica per canalizzarlo nel territorio della conoscenza scientifica.
Infatti il suo scopo è “promuovere la ricca storia geologica e mineraria di Milos e onorare coloro che hanno lavorato per lo sfruttamento della sua ricchezza mineraria, che ha contribuito in modo significativo alla prosperità economica e culturale dell’isola nella sua storia lunga e continua”, grazie al supporto di Imerys Industrial Minerals Hellas SA che ha condotto alla sua costruzione in tre anni a partire dal 1995, aprendo “i suoi cancelli al pubblico il 23 maggio 1998”.
Da allora opera con “l’obiettivo di informare ed educare il pubblico”, organizzando “mostre periodiche, convegni scientifici, visite a siti industriali, miniere e aree di interesse geologico, mentre cura la pubblicazione di libri su temi legati alla ricchezza mineraria”.
L’allestimento ha un’impostazione chiaramente pedagogica e inclusiva, usando ogni mezzo possibile per rendere comprensibili a tutti temi che in realtà richiederebbero specifiche cognizioni.
Largo spazio così alla ricostruzione degli ambienti minerari, anche attraverso l’uso di installazioni con oggetti reali relativi alla produzione e manichini addobbati come i veri lavoratori che simulano la loro attività.
Ampio anche l’impiego di materiale fotografico, stimolato ovviamente pure dalla bellezza paesaggistica accomunata all’attività mineraria dell’isola…
… con molte teche ricche di informazioni che riportano strumenti scientifici…
… e reperti dell’organizzazione burocratica…
… anche se naturalmente è l’esposizione dei materiali litici ad attrarre maggiormente il visitatore…
… che prevede pure semplici ma immediate soluzioni allestitive, come nel caso dei minerali sbriciolati e posti a terra senza protezione…
… con l’immancabile impatto di diorami e plastici, soprattutto quelli che svelano le viscere della terra inaccessibili al nostro sguardo…
… e l’affascinante viaggio nella preistoria con i primi utilizzi di questi materiali da parte delle comunità di quel tempo remoto…
… con puntuali illustrazioni di ogni tipologia di minerale, ciascuna pronta a rivelare il suo splendore cromatico, come nel caso dello zolfo…
… e la rivelazione dell’estro artistico della natura nel forgiare anche un sasso…
… fino ai commoventi antichi scatti fotografici dei minatori in opera…
… rafforzati dalle preziose testimonianze di chi ha svolto tale attività ed è ancora in vita per raccontarla attraverso delle video-interviste raccolte in filmati proiettati a ritmo continuo in apposite salette …
… per concludere con l’area riservata ai laboratori, rivolti soprattutto a studenti e scolaresche.
Una perfetta applicazione dell’attitudine ecumenica della parte più moderna ed empatica della museologia, così importante da rendere fondamentale la visita a tale esposizione anche per comprendere pienamente l’immensa bellezza del luogo e goderne quindi maggiormente.
Info: https://www.milosminingmuseum.com/