Vini Gagliardi, oltre 60 anni di Verdicchio di Matelica e altri nettari delle Marche
Una cantina che dispone di tutti i primati possibili per affermare la propria centralità assoluta nella storia del Verdicchio di Matelica fino a porsi come sineddoche di un vino simbolo delle Marche: Gagliardi infatti parte dall’affermazione di essere in simbiosi con tale nettare da oltre sessant’anni, durante i quali è stata “la prima ad averlo imbottigliato nel 1967 e la prima ad aver ottenuto il marchio D.O.C.G. per il suo Verdicchio nel 2009”.
Per questo “se dici vino a Matelica pensi al Verdicchio e se dici Verdicchio ti rispondono Gagliardi” sottolinea con felice sintetico sillogismo apodittico il distributore Proposta Vini che si spinge a definire l’azienda quale “simbolo storico della città”, titolo onorifico guadagnato con il rigore della filosofia aziendale nell’interpretare “il vitigno Verdicchio nella sua integrità, fedele al suo carattere tipico in armonia con il territorio e con l’occhio attento al consumatore utilizzando anche basse quantità di solfiti”.
L’azienda è stata fondata negli anni ’50 da Gino Gagliardi sulle colline di Matelica in provincia di Macerata e oggi è gestita dai figli Umberto e Lara.
Umberto “è un enotecnico, si occupa della produzione ed è presidente del Comitato Produttori Verdicchio Matelica; Lara invece è impegnata in amministrazione e nel punto vendita presso la cantina”.
La produzione “avviene soltanto con uve di proprietà; questa si compone per il 70% dal celebre Verdicchio di Matelica, affiancato da una piccola quantità di uve rosse Sangiovese, Merlot e Ciliegiolo”, in una superficie complessiva di 11 ettari.
I vigneti sono dislocati in tre diverse zone di Matelica, caratterizzati da due diversi tipi di terreno: medio impasto tendente allo sciolto e argilloso-limoso.
Ci tengono dalla cantina a fare notare di avere adottato un tipo di coltivazione “a basso impatto ambientale, molto vicino al biologico in quanto non utilizziamo né prodotti sistemici contro le malattie della vite né erbicidi per il suolo”, in cui “tutte le lavorazioni a partire dalla potatura fino alla raccolta sono fatte rigorosamente a mano”…
… mentre la cantina “ha una grandezza complessiva di 1200 mq suddivisi in 4 ambienti: quello adibito alla maturazione e invecchiamento del vino, quello dedicato alla produzione, quello riservato alla vendita e quello destinato a magazzino”.
Il resto lo fa il terroir, dato che a Matelica il clima è continentale, caratterizzato “da forti escursioni termiche, assieme all’elevata altitudine in cui sono siti i vitigni (400-500 m.s.l./m) e da un terreno ricco di minerali”.
Ciò porta a un costante trionfo di frutta fresca perfettamente definito nei descrittori e preponderante nella degustazione.
Lo dimostra proprio il Verdicchio di Matelica nella sua versione base e nella Riserva chiamata Maccagnano: il primo è più semplice e diretto con quel suo bouquet floreale che in bocca lascia il posto a sensazioni lineari e nette di arancia tarocco, mela annurca e mandarino tardivo, mentre il secondo con i suoi diciotto mesi di maturazione in botti di cemento si carica di complessità spostandosi sulla seduzione della nettarina, della pera Williams, della melata e del sambuco.
Passando ai rossi, da celebrare un capolavoro come il Ceresi, un Ciliegiolo in purezza di tale potenza e pastosità da sconfessare definitivamente i sostenitori dell’uso del legno nell’affinamento, perché pur trascorrendo soltanto un anno in botti di cemento e due mesi in bottiglia ne assume la stessa sontuosa rotondità e consistente profondità ma senza l’invadenza della vaniglia.
Si presenta con un possente bouquet di fragola caramellata di Candonga screziato di toni balsamici, mentre il palato viene accomodato da un’incisiva acidità prima che esplodano visciole, lamponi, liquirizia e rabarbaro, con un finale nel quale emerge in tutta la sua monumentalità un carattere zuccherino che irretisce il bevitore avvolgendolo nella gioia.
Fenomenale.
In purezza anche la selezione di Merlot che si infila nel sottobosco per coglierne i profumi di tutta la vegetazione fresca insieme poi ai sapori di mirtillo, ribes rosso, gelso nero, melagrana, paprika e pepe nero.
Altro vino di grande beva.
Abbiamo chiesto a Umberto Gagliardi di completare il ritratto di questa realtà con una sua testimonianza diretta.
Lo abbiamo intervistato alla presentazione del catalogo di Proposta Vini che si è svolta alle Fiere di Parma lo scorso mese di gennaio, nell’ambito della quale la cantina ha curato un proprio affollato banco di assaggi e presentazioni che ha riscosso molto interesse da parte di agenti, appassionati e operatori dell’informazione.
Ecco cosa ha detto Umberto Gagliardi ai nostri microfoni.
Info: http://www.vinigagliardi.it/it/index.html
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/gagliardi/