Dal sud-est della Sicilia i vini della millenaria famiglia Curto, viticultori dal 1670
Una famiglia millenaria che nel corso dei secoli ha piantato e sviluppato le radici in mezzo alla bellezza struggente di uno spicchio di Sicilia sud-orientale testimonianza di civiltà antiche (vedi le comunità rupestri preistoriche) e miti contemporanei (leggi la saga di Montalbano), prove di una capacità d’attrazione formidabile e imperitura come quella dei magnifici vini del territorio ancora oggi firmati dai Curto, viticoltori dal 1670.
I Curto vantano un’antichissima origine francese che risale al 1030, quando il loro antenato Pietro in quel di Gravedonia (Lago di Como) ottenne dall’imperatore Corrado il Salico la Contea di Omazzo e alcune terre vicine, mentre da Trapani “verso la fine del XVI secolo la famiglia si trasferì a Spaccaforno dove antichi documenti attestano il loro status di proprietari terrieri” che ancora oggi ne possiedono “200 ettari di cui 30 ettari coltivati a vigneto”.
L’attività di vinificazione risale invece alla fine del 20° secolo, quando il vigneto alberello di 50 anni viene trasformato in un impianto con nuovi vigneti e moderna cantina collocata “nella splendida cornice di Villa Sulla (XVIII secolo) nei pressi di Ispica, in una posizione spettacolare tra vigneti, agrumeti, uliveti, carrubi”.
In tale contesto della tenuta che intreccia meraviglie ambientali e tesori archeologici, il terreno rientra nella zona Eloro DOC ed è di natura molto calcarea, ricco di marne e argille.
Siamo nei pressi di Pachino, non lontano da Avola, la zona “più luminosa e più calda d’Italia che gode anche dei benefici della brezza marina del Mediterraneo”, in condizioni climatiche ideali come quelle mediterranee costiere centrali caratterizzate da temperature medio alte e basse precipitazioni concentrate in autunno e inverno, caratteristiche decisive per ottenere ottima qualità dalle uve, ricavandone “vini molto eleganti e di alta classe”.
I possedimenti dell’azienda Curto si trovano “prevalentemente nel territorio di Ispica (Sicilia sud-orientale) in una zona molto fertile a cavallo tra le province di Ragusa e Siracusa, ricca di centri storici e culturali recentemente dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco”.
La morfologia di queste aree è dominata dai Monti Iblei “che formano gli altipiani seguiti da una serie di piattaforme via via più basse verso il mare”.
Forte anche l’impatto estetico di quest’area visivamente segnata dalla “campagna bruciata dal sole in estate e rigogliosa nelle altre stagioni, delle antiche ville nobiliari, dalla cultura fatta di tante contaminazioni, dai paesaggi straordinari: proprio sulla statale 115 che da Ragusa porta a Ispica e Rosolini due colonne monumentali indicano la strada sterrata che porta a questa antica casa nobiliare ricca di fascino immersa tra gli ulivi secolari e i mandorli, con i muretti a secco modicani tondeggianti a scandire il paesaggio”.
La famiglia è talmente comprensibilmente innamorata del proprio territorio da impegnarsi nel divulgarne la straordinaria offerta culturale e turistica attraverso il proprio sito Internet, partendo dal meraviglioso Parco archeologico di Cava d’Ispica (di cui anche noi ci siamo occupati in un reportage: https://www.storienogastronomiche.it/cava-dispica-memoria-rupestre-millenaria-della-sicilia/), ricordando che il sito “si snoda lungo una vallata che corre verso il mare per 13 km, scavata nella roccia calcarea”, tra gole e pareti a picco in cui si rinvengono “insediamenti umani a partire dal neolitico” e “splendide necropoli sicule e bizantine”.
Si aggiungano i centri storici in stile tardo barocco del Val di Noto dichiarati patrimonio mondiale dell’Unesco, quali Ragusa, Caltagirone, Militello Val di Catania, Modica, Palazzolo e Scicli.
Oggi a tenere le redini della cantina è la dinamica e competente Francesca Curto, appassionata nel seguire le orme del padre che le ha tramandato “il suo amore per la campagna, il suo rispetto per i suoi prodotti, la sua sconfinata passione per i grandi vini”, oltre al “desiderio di valorizzare al meglio le uve dei propri vigneti, situati nella terra di origine del Nero d’Avola, con l’ambizione di produrre grandi vini”.
Il suo compito principale “è seguire con attenzione le fasi enologiche: dalla produzione, alla vinificazione, alla commercializzazione”.
Il risultato di questo lavoro è il successo ragguardevole dei vini della famiglia Curto in Borgogna, oltre che in Belgio, Germania, Svizzera, Spagna, Stati Uniti d’America, nei mercati dell’Est e del Sud America.
Tra le referenze, tutte ottime, ci sembra particolarmente rappresentativo il Nero D’Avola Fontanelle per la sua capacità di ergersi a simbolo di classicità eterna come un tempio greco ma al tempo stesso adornandosi di raffinatissima estesa complessità come la filosofia della medesima civiltà, rendendo questo nettare un simbolo mediterraneo: accoglie infatti con un forte impatto balsamico che lascia avvertire composta di prugne e cardamomo, per poi dipanare in bocca mirtillo, ciliegia candita, azzeruolo, cotognata e un leggero ma irresistibile tocco amaricante da rabarbaro.
Il Nero D’Avola Eloro ne è una sorta di versione di più facile beva ma sempre ricca di sfumature, in cui una godibilissima freschezza lascia esprimere più compiutamente il frutto, facendoci così ritrovare l’esplosività selvatica della visciola, acidità maggiormente presente, ma soprattutto una potente suggestione identitaria come la presenza della carruba, il cosiddetto cioccolato dei poveri che proprio nella provincia ragusana vede la sua zona più vocata, tanto da avere rappresentato per un lungo tempo la maggiore risorsa agricola ed economica della zona.
Il Syrah conferma il suo virtuoso legame con la Sicilia nel Krio, ammaliando con un bouquet di zampillanti frutti rossi, mentre il palato è mandato in sollucchero da susina Rapparina, mora di rovo, amarena sotto spirito e cioccolato di Modica.
La bacca bianca è celebrata dal Poiano, da uve Insolia in purezza che al naso propongono campi di fiori primaverili, mentre il gusto punto decisamente sull’agrumato in ogni sua declinazione, dall’arancia Vaniglia al bergamotto passando per il mandarino tardivo, con intriganti note di orzo tostato e genziana.
La cantina è molto orgogliosa anche di un altro suo prodotto, sempre appartenente all’heritage aziendale, l’Olio Extravergine di Oliva chiamato Tenuta Sulla, tratto dalle cultivar Moresca al 90% e Verdese per il rimanente 10%, coltivate sull’Altopiano Ibleo nella sottozona Tellaro, altra area archeologica di pregio.
Tendente al dolce, parte dalle foglie di pomodoro all’olfatto per tradursi alla degustazione ancora in pomodoro ma questa volta in versione polpa matura, aggiungendo la Mandorla Pizzuta di Avola e una leggera nuance di cardo spinoso.
Elegante a crudo, delicato in cottura, quasi un olio da meditazione.
Abbiamo incontrato proprio Francesca Curto per chiederle di approfondire una vicenda produttiva così antica e ricca di valori: lo ha fatto nel video che trovate qui sotto.
Info: https://www.curto.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/curto/