Le Domus Romane di Palazzo Valentini a Roma
Viaggio multimediale guidato da Piero Angela
Come una versione teatrale dal vivo di Quark: la voce narrante di Piero Angela che ti accompagna tra proiezioni, eleganti giochi di luce ed efficaci effetti scenici, ti dà la sensazione di essere immerso in una puntata della sua creatura televisiva, dando un valore aggiunto a una visita già di grande valore archeologico.
Visita che si dipana nel sottosuolo di Palazzo Valentini a Roma, letteralmente dentro gli scavi archeologici che dal 2010 sono un’esposizione permanente dell’area archeologica delle Domus Romane, definite dall’Amministrazione Provinciale che le gestisce “un importante tassello della topografia antica, medioevale e moderna della città”.
L’incontro tra antichità e tecnologia moderna ha dato vita al museo multimediale, “suggestivo percorso tra i resti di Domus patrizie di età imperiale, appartenenti a potenti famiglie dell’epoca, con mosaici, pareti decorate, pavimenti policromi, basolati e altri reperti, è stato supportato da un intervento di valorizzazione curato da Piero Angela e da un’équipe di tecnici ed esperti, quali Paco Lanciano e Gaetano Capasso, che hanno ridato vita alle testimonianze del passato attraverso ricostruzioni virtuali, effetti grafici e filmati”.
E’ così che “il visitatore vede rinascere strutture murarie, ambienti, peristilii, cucine, terme, decorazioni e arredi, compiendo un viaggio virtuale dentro una grande Domus dell’antica Roma”.
Immerso spesso nel buio assoluto, il visitatore si sente piacevolmente fuori dal mondo per l’ora e mezza della durata del percorso espositivo: tanti i sussulti emotivi creati da improvvise illuminazioni, trovate visive, giochi sonori.
Ci si sente quasi dentro un ambiente 3D, come si fosse un elemento grafico in un contesto surreale.
L’estrema severità della ricostruzione scientifica viene così ammorbidita da una efficace tecnica divulgativa, quella della visita esperenziale sempre più coltivata dalla museologia moderna. Si impara qualcosa, ma senza avvertire alcun intento didattico, pur presente.
La copiosa presenza di filmati costringe inoltre le guide, giovani e preparate, a operare una sintesi che giova alla snellezza del racconto, così da non avere alcun eccesso di informazioni né momenti di stanca.
Interessante anche la parte dei reperti organizzata in una piccola esposizione museale, contraddistinta da un valido storytelling, grazie al quale si scopre che “anche la spazzatura è storia”, visto che il butto di Palazzo Valentini, con i suoi reperti di risulta, ha contribuito a tracciare usi e costumi delle epoche attraversate dell’edificio.
Per i gestori, “un esempio unico e prezioso di come il patrimonio artistico dell’antichità, riconsegnato da un’opera attenta e rigorosa di restauro e riqualificazione, possa essere valorizzato attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie”.
E’ vero e potete verificarlo guardando gli appunti visivi della visita, contenuti nel video sottostante.
Info: www.palazzovalentini.it