Alla scoperta dei vini del Canton Vallese della Svizzera: Gerald Besse e Pier Antoine Crettenand
Il Canton Vallese sprigiona immenso fascino non soltanto per il suo meraviglioso contesto naturalistico e per le mille storie di un passato nobilissimo, ma anche per una produzione vitivinicola di straordinaria qualità che lo rende una delle zone più vocate della Svizzera e tra le più interessanti d’Europa: un contesto ancora poco noto fuori dalla cerchia degli appassionati che adesso però conosce una grande azione di divulgazione almeno da noi grazie alla società di distribuzione trentina Proposta Vini e alla ricerca del suo esperto in materia Gianluca Telloli.
Dopo avervi già parlato del lavoro della cantina St. Jodern Kellerei (https://www.storienogastronomiche.it/heida-veritas-di-st-jodern-kellerei-il-recupero-in-svizzera-di-una-secolare-tradizione-alpina/) ecco altre due eccellenze elvetiche che operano entrambe in piccolissime località del Canton Vallese come Martigny-Combe (poco più di 2000 abitanti) e Saillon (appena 500).
La prima porta il nome di Gérald Besse che ha acquistato il suo primo appezzamento di vigne nel 1979 e con il supporto della moglie Patricia ha fondato la cantina nel 1984, per raggiungere oggi i 20 ettari coltivati. Gérald come enologo è autodidatta e infatti la passione per la vite e il vino gliel’ha trasmessa il nonno Clément Besse.
Gérald con Patricia ha trasmesso a sua volta ai figli il gusto e la passione per il vino, infatti Sarah, ingegnere enologico e viticolo, lavora a tempo pieno nella tenuta di famiglia ormai dal 2013 mentre Jonathan fornisce supporto amministrativo e tecnico.
Nella missione della tenuta Besse al primo posto c’è la conoscenza dei diversi terroir dei vigneti, mentre in cantina ognuno di questi vitigni viene valorizzato nel rispetto della sua tipicità.
Dal punto di vista ambientale invece da sottolineare che qui si pratica viticoltura eroica, poiché gli appezzamenti di Besse si trovano sui pendii scoscesi sopra Martigny…
… su terrazze in pendenza sostenute da muretti a secco capaci di modellare il paesaggio, opere ancestrali da sempre parte del patrimonio vallesano e che comportano principalmente lavorazione a mano.
Per i titolari rappresentano “un’opera d’arte a cielo aperto” da preservare, mantenendoli “con tecniche tradizionali, ricreando opere che promuovono la vita della fauna e della flora”.
Due classici per Besse come pietre angolari della cultura vinicola Svizzera.
Il bianco Petite Arvine che al naso produce un notevole impatto floreale e al palato si fa notare con l’intensa acidità e una spiccata mineralità, evocando cedro, susina gialla, avocado e giuggiole.
A semplificare la beva interviene la freschezza che non ne lascia avvertire l’importanza alcolica.
Quindi il rosso Cornalin Domaine St. Théodule, il quale si presenta con un magnifico cromatismo carmineo rilucente e un inebriante bouquet di selva (muschio) ed erbe aromatiche (alloro), incantando la bocca con gelso nero, prugna, cioccolato fondente, paprika e caramella di carruba.
Dotato di grande acidità e forte impronta zuccherina, ha un fantastico sorso cremoso e materico.
Pier Antoine Crettenand invece è un vignaiolo indipendente che già all’età di 21 anni ha acquistato la sua prima vigna iniziando a coltivare le proprie uve, giungendo allo stato attuale a 8 ettari di vigneto e una produzione di 30.000 bottiglie.
Tutto questo avviene a Saillon ritenuta una sintesi unica “tra natura, storia e modernità”, nella realtà un borgo medievale su un colle dominato dalla Torre Bayart del XIII secolo, in mezzo a vigneti che si estendono a perdita d’occhio verso paesaggi “che salgono dalle fertili pianure attraversate dal Rodano alle cime innevate delle Alpi, con una bellezza da togliere il fiato”.
Qui agricoltura, frutticoltura, viticoltura sono attività svolte ininterrottamente dall’epoca romana, tanto che “tra le vigne affiorano frammenti di tegole romane” mentre tutto il territorio è disseminato di siti archeologici, edifici storici, musei, oltre a comprendere anche “il vitigno più piccolo del mondo composto da 3 viti che appartenevano all’abate Pierre e attualmente al Dalai Lama: non una storia turistica ma un’opera di beneficenza”.
Anche questa produzione si distingue per i classici del territorio, a partire da un Petite Arvine dal bouquet di frutta matura e dal gusto di ananas in evidenza seguito da alchechengi, cedro candito e camomilla.
Acidità e mineralità sono esplosive, rendendolo parecchio stuzzicante.
Ottimo su piatti della cucina ittica.
L’identitario Cornalin de Saillon stordisce l’olfatto con suadenti profumi di composta di ciliegia, proseguendo al palato con visciola, prugna, cacao, sciroppo di amarena e corbezzolo.
Irresistibile la percezione masticabile del corpo.
Formidabile il Pinot Noir Parcellaire Le Ritz dal profumo di lamponi e dai sapori di prugna, ribes rosso, cioccolato al latte e pepe verde.
Vellutato, carezzevole, elegantissimo, privo di asperità tanniche.
Perle assolute di cui possiamo godere anche in Italia grazie al distributore Proposta Vini e al lavoro del competentissimo Gianluca Telloli che ne è il Responsabile Selezione e Ricerca; è proprio a lui che abbiamo chiesto un ritratto di questa intrigante realtà vitivinicola ricca di implicazioni intellettuali, estetiche e organolettiche: lo ha delineato da par suo nel video che segue.
Info: https://www.besse.ch/ ; http://www.crettenand-vins.ch/shop/index.php
Distribuzione: https://www.propostavini.com/contatti/