La Cattedrale di San Lorenzo, spiritualità e arte nel cuore pulsante della storia di Perugia
Visitando Perugia, si ha la sensazione chiara che tutte le strade conducano necessariamente verso la Cattedrale di San Lorenzo, come se il genius loci la identificasse come l’elemento identitario per eccellenza della città e di tutta la sua collettività, un polo d’attrazione spirituale, cognitivo ed educativo fondamentale per ogni anima di passaggio: visitandola di sera, quando la luce del giorno ha lasciato lo spazio alle riflessioni più intime, diventa un catalizzatore di sensibilità, un monumentale abbraccio in grado di accogliere ogni riflessione interiore, donando un eco rincuorante a ogni domanda che si fonde con il silenzio eloquente di una monumentale meraviglia dell’Umanità dettata dall’esigenza del sacro.
La Cattedrale esprime la propria centralità per Perugia anche sotto l’aspetto urbanistico, stagliandosi nella parte sommitale di piazza IV novembre, la maggiore della città, quasi a chiuderne l’ampiezza come si conviene a un approdo anche simbolico, con il contributo spaziale del complesso architettonico in cui è inserita, chiamato isola di S. Lorenzo.
Poiché la Cattedrale parla a ciascun osservatore, ogni suo dettaglio architettonico è parte di una sintassi metaforica, lemma che incorpora messaggi illuminanti, periodo che accende la comprensione in maniera inclusiva con la sola forza del dettaglio.
Si carica così di significato che siano concentrati “in questo stesso spazio, al tempo stesso funzionale e simbolico, i palazzi del potere civile ed ecclesiastico: la celebre fontana (“fontana maggiore”), dovuta al genio artistico di Nicola e Giovanni Pisano (1287), mentre ne certifica il legame, celebra, insieme all’universo culturale dell’età comunale, la storia civile e religiosa della città”, come spiegano le ricchissime note del sito ufficiale del Duomo di Perugia, colto e altamente divulgativo al tempo stesso, sotto la cura amorevole e competente del Capitolo della basilica di san Lorenzo, un “collegio di presbiteri al servizio della chiesa cattedrale di Perugia” al quale “è affidata la custodia della cattedrale con i suoi annessi e l’amministrazione dei suoi beni”.
La dedicata dell’edificio sacro a san Lorenzo è uno stimolo a conoscere la vicenda di questo diacono che secondo la tradizione nel 258 fu martirizzato a Roma a fuoco lento su una graticola.
Antica anche l’origine della Cattedrale che ha ereditato tracce di una prima chiesa i cui prodromi sono stati fissati nel IX secolo sopra l’antico foro della città etrusco-romana, per essere “riedificata, poi tra l’XI e il XII sec, per accogliere le spoglie del santo vescovo Ercolano, il defensor civitatis, martirizzato al tempo dell’assedio di Totila, durante la guerra goto-bizzantina (VI secolo)”.
Ampliato nel 1300, il Duomo può dirsi ultimato tra il 1487 e il 1507, anche se il citato sito fa notare che “a tutt’oggi si può definire opera incompiuta”.
Se ne sottolinea la semplicità estetica unita all’ariosità, nonché il riferimento al gotico maturo germanico, con l’interno contrassegnato “con volte a crociera ripartite in tre navate di medesima altezza (24,90 m), ma di differente larghezza (la centrale è il doppio delle laterali), scandite da dieci pilastri ottagonali”.
Tra le opere presenti, il gonfalone di Berto di Giovanni (1526), il martirio di S. Sebastiano di Orazio Alfani (1576), la lapidazione di S. Stefano di Giovanni Baglione (1608), la deposizione dalla Croce di Federico Barocci (1569), la Madonna tra i patroni della città e i santi Agostino, Francesco e Domenico di Giovanni Antonio Scaramuccia (1616), ma arricchiscono il corredo iconografico anche la “decorazione della sagrestia grande realizzata da Giovanni Antonio Pandolfi da Pesaro (1573-76)”, le volte affrescate tra la fine del ’700 e gli inizi dell’800 da pittori della locale Accademia di belle Arti, quindi le vetrate liberty del XX secolo e la porta bronzea dello scultore Artemio Giovagnoni.
Attenzione particolare per la Mater Gratiae, emozionante effige tridimensionale dalla Vergine Maria che accoglie in postura “orante con le mani rivolte verso il fedele, con un gesto di benedizione, protezione, accoglienza, più che di preghiera in senso stretto”.
Una presenza definita “strategica”, sia per l’importanza della sua collocazione quasi in asse con l’ingresso principale sia per la potenza del suo “gesto protettivo e rassicurante, come a ricomporre la grandiosità del mistero divino espresso dalle architetture maestose, con la semplicità ed umiltà dell’esistenza quotidiana”.
Ma dettagli e raffinatezze sono disseminate ovunque, basta liberare lo sguardo per coglierle, a partire dalle più evidenti, come la teoria di figure sacre che si coglie sollevando la testa e proiettando l’attenzione verso l’alto, della quale colpisce il gioco dell’asimmetria che diviene pattern di sorprendente modernità, costringendo l’osservatore a uno stimolante continuo giro sul proprio asse per ricomporre la giusta direzione dell’immagine, creando una mobilità dell’attenzione capace di condurre alla partecipazione intellettuale, mentre l’occhio viene irretito da questi dinamici incastri di significante e significato.
Si imprime così nella memoria ogni attimo trascorso nella struttura e si esce da essa con la percezione di una sensibilità personale mutata verso l’alto, fino a guardare con occhi diversi la stessa stupenda città di Perugia, ulteriormente nobilitata da questa osmosi di spiritualità e arte di cui si comprende chiaramente la posizione nel cuore pulsante dell’ordito storico, sociale, culturale e comunitario della città.
Info: https://www.cattedrale.perugia.it/