La vera anima della Costa Smeralda? Ce la illustra un testimone del passaggio dalla ruralità al lusso
Non è tutto lusso quel che luccica, nemmeno nell’abbagliante Costa Smeralda in Sardegna che ha voluto forzare la natura pastorizia dell’Isola per imporre una sorta di enclave della ricchezza finanziaria dove per millenni ha imperato sì la povertà ma insieme all’immensa dignità contadina: un passaggio traumatico confermato dalle persone del posto capaci di essere lucidi nel giudicare tale passaggio, il quale oggi appare ai loro occhi come un trauma che ha portato benessere per molti soltanto passeggero a fronte dell’estirpazione permanente dell’identità locale.
Tra le voci critiche c’è quella di Mario Orecchioni, uno che non ha ceduto al richiamo del danaro facile, decidendo di non vendere la sua terra agli affaristi bensì di conservarla come un bene prezioso, memore della lezione del padre tesa all’affermazione del valore supremo dell’etica agricola, virtù antica che per fortuna è tornata attuale e perfino urgente.
Per Orecchioni non si tratta di un ritorno alla terra perché lui non l’ha mai abbandonata, anzi, la coltiva ancora oggi come avveniva anche ieri, ma con una sensibilità poetica immensa e con la grande intelligenza di unire il contesto agricolo con il turismo imperante nella sua zona, Arzachena, tra le principali mete del Paese, dove ha dato vita all’Agriturismo Stazzo Cuncosu, gioiello rurale capace di offrire la migliore accoglienza sarda in assoluto (https://www.storienogastronomiche.it/agriturismo-stazzo-cuncosu-nei-campi-di-arzachena-gioiello-rurale-con-migliore-accoglienza-sarda/).
Per questo sono preziose le sue parole, la propria testimonianza e i ricordi che custodisce: possiamo ascoltarlo nel video che trovate qui di seguito.