Dalla secolare Fattoria Ambra, i vini di Carmignano dai più rinomati cru del territorio
I vigneti si trovano esclusivamente in rinomati cru, la zona di produzione fa riferimento a un bando di oltre 300 anni fa, il vino prodotto è citato fin dal tredicesimo secolo, la struttura è proprietà di famiglia dall’800 e perfino l’uva alloctona qui viene coltivata da tre secoli: tutto trasuda storia nobile e certificata alla Fattoria Ambra che si è assunta l’onere e l’onore di tanto heritage per mantenere alto il vessillo del suo territorio in quel di Carmignano in provincia di Prato in Toscana, zona talmente vocata alla vitivinicoltura da trasferire il proprio nome a una tipologia di vino.
Il vino Carmignano infatti è un blend di Sangiovese e in piccola parte di Uva Francesca che è il modo in cui qui chiamano il Cabernet introdotto “nel XVI secolo da Caterina de’ Medici, allora regina di Francia”, come ricorda il distributore Proposta Vini, mentre l’azienda aggiunge che la coltivazione di tale varietà è a pieno regime da queste parti sin dal 1700.
I confini dell’area vinicola “sono ancora oggi quelli stabiliti dal bando del Granduca di Toscana nel 1716: l’altitudine delle colline dove si trovano i vigneti non è eccessiva e varia dagli 80 ai 200-250 metri s.l.m., ma questa è una zona molto protetta e con un microclima molto particolare, infatti la catena montuosa del Montalbano che si estende tra le province di Prato, Pistoia e Firenze difende la denominazione da gelate e dalla grandine e da temperature eccessivamente alte in estate”.
La storia della Fattoria Ambra invece narra il suo essere di proprietà della famiglia Romei Rigoli fin dalla fine del 1800, sempre posta qui nelle vicinanze del fiume Ombrone e della Villa Medicea di Poggio a Caiano, dove si trovano i 24 ettari di vigneti “localizzati in quattro tra i più rinomati cru del territorio di Carmignano”: la collina di Montalbiolo, l’Elzana, Santa Cristina in Pilli e Montefortini Podere Lombarda.
Anche il nome dell’azienda ha radici lontane e importanti, traendo origine “dal poema Ambra scritto nel quindicesimo secolo da Lorenzo Il Magnifico”.
L’azienda è “a gestione familiare e tutti danno una mano”: così “Giuseppe Rigoli, il proprietario, è l’agronomo e l’enologo aiutato da Susan, sua moglie, anche lei un agronomo”, mentre il perito agrario e sommelier Fabio Marzotti insieme a Guido Cantini nipote di Giuseppe “lavorano a tempo pieno in azienda e seguono il lavoro in cantina”.
Da sottolineare che i vini prodotti “sono certificati per il biologico dall’annata 2018”.
Come detto, i vini prodotti fanno riferimento a quattro cru, ben illustrati dalla stessa azienda.
Per il cru dell’Elzana la maturazione avviene più tardi, la composizione del terreno è argilla e galestro, mentre le sue viti al 100% Sangiovese piantate nel 1975 contribuiscono a vini “potenti, con tannini evidenti e bene integrati”.
Il cru di Montalbiolo la cui composizione del terreno è arenaria e galestro ospita uve che maturano tardi dando vita a nettari “eleganti e femminili”.
Il cru di Santa Cristina in Pilli si trova in collina e sostiene prodotti che possono invecchiare per lungo tempo “con un bel frutto, complessi e con tannini croccanti”.
Il cru di Montefortini-Podere Lombarda ospita i vigneti in prossimità di tombe etrusche su terreno di arenaria: qui le uve maturano più precocemente e i suoi vini “hanno un naso elegante e una beva molto piacevole”.
Nella nostra degustazione del Carmignano ci siamo spesi nell’individuare le sfumature donate dei vari terroir.
Il Montefortini parte da un bouquet che evidenzia cuoio e lieve torbatura per procedere al gusto con ciliegia, barbabietola, cioccolato e liquirizia.
Il Santa Cristina in Pilli aggiunge all’olfatto maggiore impronta erbacea e in bocca una più spiccata mineralità che si associa ad amarena, mirtillo, prugna ed echi che vanno dal vanigliato al caffè.
La Riserva Montalbiolo si distingue al naso per un bel tocco ipogeo mentre al palato evidenzia, lampone, visciola selvatica e un tocco di karkadè.
La Riserva Elzana si fa notare per i profumi che accennano agli agrumi, poi tra i sapori emergono invece mora di gelso, ribes e corbezzolo.
Il Barco Reale di Carmignano punta sul fruttato riverberando tra naso e palato la fragola in varie declinazioni e completando lo spettro sensoriale con melagrana, gelso americano e fico essiccato.
Anche il bianco della casa è di grande lignaggio trattandosi del Trebbiano di Toscana che in un bouquet floreale innesta ricordi di melata, mentre inebria la beva con pera, mela, pompelmo, arancia e una nota di erbe spontanee.
Ulteriori particolari li abbiamo chiesti a Guido Cantini che ce li ha forniti nella video-intervista che segue.
Info: https://www.fattoriaambra.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/fattoria-ambra/