Specialmente… a Roma: bar e pizze al taglio
A Roma, la grande semplicità della piccola gastronomia
C’è una Roma gastronomica ben lontana dallo stereotipo della “società dei magnaccioni” evocata dalla celebre canzone popolare.
Tra un tronfio locale stellato e un rumoroso ristorante di pesce cafonal, si possono trovare oasi di semplicità, in cui si rifugia chi è alla ricerca di una sincera gastronomia popolare.
Si può cominciare con una robusta e golosa prima colazione, passando per l’immancabile pizza al taglio, per arrivare a un genuino gelato, senza spendere una fortuna, mantenendo salvo lo stomaco e appagando pure la mente.
Ecco il viaggio nella Roma più frugale, tra bar e panifici, ideali approdi per i pasti veloci di chi non vuole sottrarre tempo alla contemplazione della Bellezza…
Panella, a Roma il buon giorno si vede dalla colazione
A Roma il buongiorno di vede da Panella. E’ qui in via Merulana 54 che si fa la migliore prima colazione della città. Soprattutto se avrete la fortuna di trovare i dolci del mattino che ci sono capitati in sorte, dato che il locale fa una rotazione continua delle proposte, come ogni laboratorio artigianale che si rispetti.
Due le specialità che ci hanno impressionato.
La treccia ungherese, un avvilupparsi di croccante impasto nelle cui trame a spirale si adagia un’ottima marmellata.
Quindi, il capolavoro assoluto: il tortino di ricotta e visciole che deriva da una ricetta dell’800 della cultura ebraica. L’impasto carezzevole avvolge un cuore di eccellente ricotta, freschissima come appena fatta.
Come se non bastasse, l’aromatica acidità dolceamara delle visciole proietta questo dolce nell’olimpo del superlativo. Un magnifico dolce semplice e irresistibile che già da solo vale il viaggio.
Sono soltanto le vette di una copiosa offerta di prodotti da forno e specialità dolciarie, mutuate anche da altre tradizioni.
Come la zeppola alla napoletana, dalla strepitosa soavità: la frittura non si avverte nemmeno, incantati come si è dalla golosissima sofficità dell’impasto.
Quando poi vi riprenderete dallo stordimento di tanta bontà, noterete come il forno lavori a pieno ritmo, facendo fluire in continuazione pani di ogni tipo e pizze dalle varie farciture.
Panella informa di disporre di una brigata di cucina in cui lavorano quattro fornai, cinque pasticceri e tre cuochi, facendolo benissimo aggiungiamo noi.
Da notare anche la produzione di pane artistico che fa sfoggio di sé in vetrina.
Se capitate in una delle tante belle giornate che offre Roma, non perdetevi la possibilità di fare colazione nello spazio esterno al locale che dà su Largo Leopardi, di fronte all’Auditorium di Mecenate: qui tranquillità e bellezza si fondono con le delizie che si gustano. Come l’imperdibile caffè arricchito con una sublime crema fresca allo zabaione.
Ci piace infine sottolineare la filosofia del locale, enunciata nel proprio sito: “Panella è anche Multiculturalità: collocato tra due basiliche, la Basilica di San Giovanni in Laterano e la Basilica di Santa Maria Maggiore, è in una posizione da secoli crocevia di culture; oggi è la vicinanza a Piazza Vittorio Emanuele, cuore pulsante della Roma multietnica, a spingere Panella a proseguire nella sua ricerca di sapori da tutto il mondo, per soddisfare ogni tipo di palato e di esigenza”.
Il nostro di palato lo hanno soddisfatto, eccome.
Info: www.panellaroma.com
Al Pasticciaccio di Roma, risolto il giallo del maritozzo scomparso
Se Quer pasticciaccio brutto de via Merulana è un romanzo giallo di Gadda che si conclude senza una soluzione, invece il Pasticciaccio inteso come bar sempre di via Merulana offre un lieto fine a un altro mistero che rischiava di rimanere insoluto: la scomparsa del maritozzo dalle pasticcerie di Roma.
Un tempo dolce identitario della prima colazione dei romani, da tempo è sempre più difficile trovarlo nei bar della città, ormai quasi totalmente invasi da orrende paste lievitate che sanno di plastica. Paste che i baristi nemmeno si scomodano a mettere in vetrina, lasciandole squallidamente nei cartoni in cui glieli consegnano, quasi un’autodenuncia del lassismo gastronomico di troppi bar romani. Queste disgustose paste che sanno di plastica e ammoniaca sono sempre le stesse ovunque: cornetti, saccottini, girelle e qualche altra forma, ma nessuno che si azzardi a replicare industrialmente il maritozzo.
Sembra che la ragione sia la sua tempesta calorica, la quale metterebbe sensi di colpa ai sempre più numerosi ossessi delle diete.
Ci ha fatto dunque sobbalzare vedere un maritozzo fatto a regola d’arte occhieggiare dal banco di un locale che giustamente si definisce “non solo bar”, visto che offre pasticceria di alta qualità e pure ristorazione veloce.
Ma è la ricomparsa del maritozzo artigianale a giustificare qualunque viaggio per venirlo a provare qui al Pasticciaccio al numero 36 di via Merulana. Di inaudita ricchezza, ha un aspetto golosamente aggressivo, ma in realtà è un tripudio di delicatezza. La panna, infatti, è freschissima e anche mangiandone tanta non dà alcun senso di stucchevole, mentre l’impasto che la contiene è di una fragranza notevole. Una squisitezza assoluta.
La dimensione del dolce consiglia ai gestori di servirlo sul piattino, con accanto un cucchiaino, ma vi suggeriamo di non perdere il rito ancestralmente infantile di afferrarlo con le mani e addentarlo, un gesto liberatorio, di resistenza culturale verso chi in città sta sostituendo questo caposaldo gastronomico locale con robaccia anonima.
Info: www.ilpasticciaccio.it
Roscioli, la pizza al taglio romana per antonomasia
Se a Roma la pizza al taglio è un rito, allora Roscioli è il suo tempio. L’Antico Forno Roscioli di via dei Chiavari 34 è “uno dei più antichi in funzione, almeno dal 17 agosto 1824, data a cui risale una censita vaticana in cui viene citato”.
Ancora oggi gestito dalla famiglia Roscioli, giunta alla terza generazione di attività, vanta di sfornare “ininterrottamente pizza calda a tutte le ore del giorno, seguendo la genuina ricetta della migliore tradizione romana”.
In effetti ci troviamo davanti se non alla migliore pizza al taglio alla romana, sicuramente alla sua pietra angolare: se si vuole capire di cosa si tratti, occorre partire da qui, per la ricchezza della proposta e per la clamorosa qualità offerta. La massima concepibile quando si devono produrre quantità elevate, visto l’assalto di clienti a tutte le ore.
Incredibile la fragranza dell’impasto, a lievitazione naturale, del quale cambia l’altezza in base alla consistenza del condimento che deve reggere.
Grande la materia prima, a partire da olio e pomodoro di qualità.
Tante le varianti che escono in continuazione dal forno, una più buona dell’altra, tanto da rappresentare un pericolo: la vista solletica così tanto la golosità che tendi a prenderne tanti pezzi, non considerando quanto sazino. Mentre stai mangiando però ecco arrivarne una di un altro tipo che vorresti assaggiare e lì fai fatica a resistere… insomma, un posto dove tornare più volte.
Caratteristico il modo che hanno di preparare e servire la loro pizza al taglio: lo abbiamo documentato
Tra le pizze provate, sublimi le versioni con le verdure, ma non meno golose quelle con formaggi e salumi: tuttavia basta la semplice Margherita a farvi capire di che pasta sia fatta questa delizia croccante che dà enorme soddisfazione già a masticarla, per il sentore di naturale che emana.
Da bere, consigliamo l’ottima birra artigianale umbra di Caber Beer, la Ca’ Ber, densa e aromatica.
Si può consumare sia all’interno, su tavolini o sgabelli, come sui punti d’appoggio esterni. Più affascinante rimanere nel locale, dove prima di consumare starete un bel po’ a roteare la testa per guardare tutti i pani che producono. Infatti il locale fa anche da panificio e rivendita di alimentari.
Buonissimi anche i tanti dolci, alcuni tradizionali, come il Pangiallo degli antichi Romani.
Info: www.salumeriaroscioli.com
Al Panificio Monti, il sapore antico di un rione popolare romano
Del rione Monti si è tornato a parlare parecchio, ultimamente, anche per merito del romanzo Addio, Monti di Michele Masneri pubblicato da minimum fax, da cui sono scaturiti approfonditi reportage sulla stampa.
A dare fascino letterario allo storico primo rione di Roma è la presenza nelle sue vie di botteghe gestite ancora da vecchi artigiani, grazie alle quali il tempo sembra essersi fermato prima dell’imbarbarimento turistico che ha devastato la città negli ultimi cinquant’anni.
Non che la movida non abbia attecchito anche qui, ma l’architettura e l’arredo urbano ne hanno risentito meno, tanto che ci sono angoli di poesia come la libreria che espone al suo esterno senza alcuna vigilanza volumi consultabili.
L’integrità del rione è stata garantita anche dal forte senso di appartenenza dei suoi abitanti, i quali mai lascerebbero svilire i loro spazi identitari.
Spazi che ospitano esercizi alimentari e locali di ristorazione mai eccessivi, anzi, semmai ancora legati a una visione semplice e popolare del cibo.
Il culmine di questa filosofia di vita e di alimentazione lo si raggiunge nel più basilare dei luoghi di ristorazione, il panificio. Ce ne sono diversi nel rione. Quello di maggiore qualità è il panificio Monti, in via Urbana 22.
Piccolo, con giusto tre sedili su cui appoggiarsi, eppure ricco di prelibatezze. E’ qui che abbiamo provato la più buona pizza al taglio di tutta Roma. Diverse le tipologie sfornate con la caratteristica pala, tutte eccezionali.
Impossibile scegliere la migliore tra l’elaborata pizza al pesto con patate e quella semplicissima al pomodoro, o la classica margherita.
Ma se proprio dobbiamo eleggerne una sopra le altre, votiamo per la versione ai broccoli e salsiccia, davvero strepitosa.
Tutti questi capolavori lievitati fanno scattare la febbre dell’assaggio e si rischia di scoppiare, pure se ogni volta se ne prende soltanto una strisciolina, perché tanta è la varietà e ancor maggiore la tentazione di provare tutto. Anche se sei satollo, come fai a resistere a una nuova pizza fumante appena uscita dal forno?
L’offerta gastronomica del panificio comprende anche altro. Come i supplì, palle di riso fritte, ripiene di vero freschissimo fiordilatte. Famose le polpette del panificio Monti, soprattutto quelle con carne e spinaci, mentre molti clienti non rinunciano al rito della pizza bianca farcita con la mortazza, la mortadella in romanesco.
Notevoli anche i dolci, tutti fragranti e dal naturale sentore di artigianalità.
I prezzi sono civili, come il servizio. Se poi entrate nelle grazie di chi vi serve, scattano i racconti sul rione, succulenti come le pietanze.
Al panificio Monti di Roma, si sforna anche Poesia
In ogni angolo del rione Monti a Roma può annidarsi uno scorcio letterario, un anelito poetico. Anche dove meno te l’aspetti. Quindi non necessariamente le iconograficamente stimolanti librerie dal sapore vintage…
… ma anche un insospettabile forno, come il panificio Monti. Ci vai perché fanno la pizza al taglio più buona di Roma e ci trovi un componimento poetico, rustico e fragrante come i prodotti sfornati dal panificio.
Ve lo riportiamo qui sotto, in tutta la sua genuinità.
Al Bar Giolitti di Roma, il gelato con un’anima
Il gelato più umano di Roma non si può trovare in una pasticceria fighetta o in un lussuoso locale per ricchi, bensì in un umile bar del quartiere Testaccio. Lo fa infatti il Bar Giolitti in via Amerigo Vespucci 20.
Una via qualsiasi di un quartiere popolare, un’insegna semplice vecchia maniera, sedie di legno rustiche, tavolini alla buona, servizio precario, tutte caratteristiche che fanno fuggire i gastro-snob, per fortuna.
E’ da questo trionfo di involontario low profile da cui spicca però a sorpresa un gelato fenomenale.
Su tutti, quello allo zabaione, da più parti insignito come la massima espressione romana di questo gusto di gelato. In effetti ha un sapore naturale ormai raro da trovare, esaltato da una consistenza tale da farlo sembrare una crema freddissima più che un semplice gelato. Anche la panna con cui viene servito è all’altezza, per freschezza e leggerezza.
Ottimi anche gli altri gusti. Pochi, perché qui non si punta sugli effetti speciali, ma su un gelato autentico fatto di gusti normali, senza la prosopopea delle moderne gelaterie radical chic che ammorbano i clienti con materie prime etniche, presidi dal contributo organolettico nullo o regionalismi stucchevoli.
Infatti anche i clienti del Giolitti hanno l’aria sana di chi vuole soltanto gustarsi un gelato e non salvare il mondo pure in pasticceria. E’ proprio uno dei clienti a sottolineare come il gelato venga “prodotto artigianalmente con macchinari d’epoca e secondo la ricetta originale di Giolitti”.
Se anche un gelato può contribuire al mantenimento della Memoria, Giolitti lo fa egregiamente.