Coop Viticoltori Samos, ambasciatori nel mondo del fantastico Moscato di quest’isola greca dell’Egeo
Sono in tanti i componenti della Cooperativa agricola vinicola unita di Samos conosciuta nel mondo con la sigla UWC Samos, addirittura migliaia di soci, eppure ciascuno di loro porta non soltanto le uve che ha amorevolmente coltivato bensì pure un pezzo del proprio cuore e tutto il suo profondo senso di appartenenza sociale e culturale, perché in questa ammaliante isola del Mar Egeo il Moscato è da millenni il principale elemento identitario,” un’ode alla più nobile tradizione della Grecia cantata all’unisono da dipendenti di ogni tipo, come addetti all’amministrazione, alla vinificazione, all’imbottigliamento, alle vendite, al marketing e alla comunicazione, la cui melodia narrante evoca proprio il coro del teatro greco antico.
Dalla cooperativa sottolineano con convinzione come “a Samos regna sovrana l’uva Moscato Bianco” conosciuta anche con l’appellativo a petits grains, la quale nel territorio greco “a volte prende il nome di moschoudi: si tratta di una varietà nobile abbastanza popolare nel bacino del Mediterraneo e ampiamente coltivata anche in altre parti della Grecia; tuttavia solo a Samos si producono i vini grassi e succulenti per i quali l’isola è conosciuta”, qui dove tale vitigno copre circa il 98% dei vigneti dell’isola.
La stessa cooperativa ha ormai un valore storico, essendo una delle più antiche della Grecia nonché con i suoi 2.200 soci anche una delle più maggiori aziende vinicole a livello nazionale. Una forza che ha consentito alla struttura di rendere quello di Samos uno dei principali ambasciatori del vino greco all’estero, con esportazioni in tutto il mondo.
La cooperativa è “stata fondata nel 1934 in seguito ad azioni intraprese dai viticoltori dell’isola” la cui alleanza “è stata una mossa strategicamente importante per la preservazione della viticoltura e la tutela del reddito dei produttori”, tanto che oggi commercia quasi tutta la produzione dell’isola ma senza sedersi sugli allori: “alla ricerca di un costante ammodernamento, investe in tecnologia e know-how, in armonico connubio con la viticoltura ed enologia tradizionale e nel rispetto delle certificazioni ISO e HACCP”.
Il prestigio dei vini di Samos deriva pure dalle centinaia di riconoscimenti ottenuti in concorsi e fiere internazionali, il primo dei quali ricevuto nel 1937, senza dimenticare che il Muscat detiene una delle più antiche denominazioni di origine controllata in Europa.
Fin dalla sua fondazione la struttura opera in due cantine collocate a Malagari (la capitale dell’isola) e Karlovassi (la seconda città più grande), con una capacità totale di lavorazione di 20.000 tonnellate di uva, per una produzione media annua di circa 5.000.000 di litri.
Fin qui i numeri e la freddezza dei dati. A scaldare la narrazione provvede un heritage di rara suggestione, visto che la storia del vino locale risale all’antichità e la documentazione include anche elementi mitologici: “la leggenda narra che il dio Dioniso in persona insegnò agli abitanti di Samos tutto sulla coltivazione della vite e sulla vinificazione per ringraziarli dell’aiuto fornito nella sconfitta delle Amazzoni; secondo la tradizione, il primo ad insegnare la coltivazione della vite agli abitanti dell’isola fu l’eroe degli Argonauti, Agkaios”.
Non solo Mito però, poiché le più remote citazioni le riveniamo in Ippocrate, Galeno, Teofrasto, mentre durante il periodo bizantino “si trovano riferimenti anche nelle descrizioni del sacerdote viaggiatore Willibald che visitò Samos nel 741 d.C. durante il suo viaggio a Gerusalemme”.
Ma la storia della vitivinicoltura nell’isola è piuttosto turbolenta, caratterizzata da incursioni, culminando “nella quasi completa desolazione del territorio nel corso del XV secolo, con conseguente abbandono dei vigneti, poiché gli autoctoni si rifugiano in zone montane impervie dove vivono nascondersi: un secolo dopo, Samos viene ricolonizzata da nuove popolazioni provenienti da tutte le parti della Grecia ed è allora che ricomincia la storia dei vini Moscato dell’isola”.
Su tutto questo domina l’attenta e profonda filosofia della cooperativa, il cui dichiarato obiettivo principale è “il progresso economico e sociale dei viticoltori soci e della società di Samos in generale”, insieme a preservazione della viticoltura, alta qualità costante, rafforzamento della notorietà del marchio.
La coltivazione dell’uva avviene in ambienti “semi-montani e montani con terreni di moderata fertilità non irrigati: le viti sono a forma di coppa e sparse in tutta Samos, ma principalmente sulle pendici del monte Ampelos, fino a 900 metri di altitudine; l’età media dei vigneti è di 30 anni, ma ci sono anche vigneti anche più vecchi che superano i 100 anni”.
Il prodigioso Moscato viene coltivato su ancestrali terrazzamenti in pietra a secco costruiti “per trattenere e drenare il prezioso terreno, creando successive strette strisce di terreno”. Proprio il terreno di natura ghiaiosa, scistolitica e con ottimo drenaggio “unito al microclima favorevole alla coltivazione della vite, insieme all’effetto benefico della brezza marina, permettono alle uve di maturare gradualmente, conferendo loro uno speciale carattere aromatico e un alto contenuto di zuccheri che caratterizzano la varietà”.
L’attitudine culturale della cooperativa è testimoniata dalla presenza in azienda del Museo del vino di Samos inaugurato nel 2005 in cui vengono allestite grandi mostre sulla storia del vino nell’isola.
I nettari che nascono in tale emozionante contesto li possiamo gustare in Italia grazie all’importazione di Proposta Vini di tre favolose referenze che permettono di apprezzarlo in tutte le sue declinazioni.
A partire dalla clamorosa versione secca del Samena introdotta da un bouquet floreale con tocchi di frutta matura a polpa bianca, la quale in bocca si dispiega attraverso sensazioni di cedro, yuzu, miele di acacia, alchechengi e crema pasticcera al limone.
Minerale, ben acido, leggermente abboccato, sprigiona un’infinita golosità, così irresistibile che non si riesce a smettere di berlo con estremo piacere.
Fenomenale il finale lungo e ricco di aromi.
Chiaramente le massime aspettative per tale produzione sono riservate alle versioni dolci e non vengono deluse.
Il Moscato di Samos Passito Vin Doux Liquoroso dopo l’inebriante zagara rilasciata al naso, si dirige verso il gusto portando albicocca, pesca, melone, mela e pera, il tutto pervaso dalla Melata di bosco.
Brilla per il corpo spesso e una persistenza onirica.
Capolavoro assoluto il Moscato di Samos Passito Nectar che irretisce olfattivamente con un certo richiamo al contributo del legno nello stile del vino perpetuo unito a note di caramello, mentre in bocca è un tripudio di complessità empatica che conferma il richiamo al caramello con uno spunto di dulce de leche, proseguendo la sinfonia organolettica con un crescendo di pera Madernassa cotta, albicocca essiccata, carruba e Fico Fiorone Gigante autoctono proprio delle Isole dell’Egeo.
Denso, materico ma carezzevole, ha pienezza e rotondità ai massimi livelli, lasciando un ricordo indelebile nel fortunato degustatore.
Ci sono ancora altri dettagli affascinanti su questa cooperativa: ce li racconta un esperto come Gianluca Telloli, Responsabile Selezione e Ricerca di Proposta Vini, nel video seguente.
Info: https://www.samoswine.gr/en/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/coop-viticoltori-samos/