Pesaro Capitale italiana della cultura 2024, tutte le ragioni per correre a visitarla
Pesaro è una delle località più ricche di fascino, opzioni intellettuali e offerte ludiche del Paese, tanto da rientrare nel novero delle mete fondamentali da visitare almeno una volta nella vita, ma adesso che ricopre il ruolo di Capitale italiana della cultura 2024 diventa perfino imprescindibile raggiungerla e viverla il più possibile, anche perché il programma annunciato da una volenterosa amministrazione comunale nel suo itinere già avviato trasmette la chiara sensazione che l’evento in corso non rischia di trasfigurare la città, bensì di incrementare l’interesse per il genius loci senza intaccarne il Volksgeist.
Icona di quest’anno straordinario per la città marchigiana è la Biosfera che accoglie i passanti nella centralissima piazza del Popolo, definita “un’infrastruttura innovativa pronta a coinvolgere i visitatori della città in una straordinaria esperienza multisensoriale e interattiva”.
Si tratta di un’imponente sfera audiovisiva le cui pareti illuminate diventano uno schermo digitale a 360° sul quale scorrono filmati di vario genere, da sprazzi di video-arte con astrazioni cromatiche a filmati tematici anche di forte impegno come quello che fornisce dati allarmanti sul nostro stato climatico.
Continuamente attiva, è uno spettacolo senza fine da godere di passaggio, o soffermandosi in piedi davanti a essa oppure meglio ancora sedendo a un tavolino degli ottimi bar affacciati sulla piazza.
Per assonanza e anche in termini di ricerca quest’opera richiama l’attrazione culturale più singolare di Pesaro, la Sonosfera®, esperienza sensoriale unica al mondo che già di per sé varrebbe il viaggio.
Si trova all’interno del prezioso edificio di Palazzo Mosca, quello che merita comunque una visita per i Musei Civici e l’inquietante effige della Medusa realizzata nel 1925 dal pesarese Ferruccio Mengaroni sulla quale aleggiano leggende tali da contribuire al suo capacità di seduzione, a partire dalla tragica fine dell’autore causata dal tentativo di salvare proprio quest’opera che non a caso riproduce il volto reale di chi l’ha realizzata.
In tale prestigioso contesto si inserisce la Sonosfera® come “teatro per l’ascolto profondo di ecosistemi e musica, nato per il progetto Fragments of Extinction – Il Patrimonio Sonoro degli Ecosistemi realizzato dal Comune di Pesaro e aperto il 14 gennaio 2022”, un progetto così importante e di livello internazionale da conferire ulteriore sostanza all’attribuzione a Pesaro dello status di Città Creativa Unesco della Musica.
Progettata da David Monacchi, un “ricercatore di eco-acustica, compositore e artista interdisciplinare” anche docente del Conservatorio Rossini di Pesaro, prevede che il pubblico sieda “in una cavea trasparente al suono con 45 altoparlanti posizionati nella geometria sferica di un geode acusticamente perfetto, in grado di riprodurre il paesaggio sonoro tridimensionale con un’altissima definizione audio, corredato da una corona sferica di proiezione a 24k per immagini a 360°: l’esperienza che se ne ricava è quella di una vera e propria immersione in un panorama sonoro e visivo con un’esplorazione sensoriale dello spazio molto potente”.
Due le esperienze audiovisive che si possono fare, il concettuale Frammenti di Estinzione nell’Orologio Climatico che immerge “nei paesaggi sonori delle foreste primarie equatoriali di Amazzonia, Africa e Borneo, corredati da una serie inedita di dati scientifici aggiornati, sullo stato del pianeta vivente e sui pericolosi mutamenti della biosfera già in atto”, nonché Raffaello in Sonosfera® che “permette di immergersi nella bellezza nel capolavoro forse più significativo” del pittore: il ciclo di affreschi nella Stanza della Segnatura dei Musei Vaticani.
Pesaro però è anche (se non soprattutto) la città di Gioachino Rossini, in cui il celebre compositore è omaggiato, studiato e divulgato in ogni maniera possibile, dalla più semplice, con le “trenta stringhe luminose accese lungo via Passeri per 391 lettere, con i titoli delle opere di Rossini, nel tratto di passeggiata dal teatro al Museo nazionale dedicato al Cigno” inaugurate nel 2020 che scandiscono ogni passo con l’evocazione di capolavori come La donna del lago e Semiramide passando per La gazza ladra e Il barbiere di Siviglia…
… alle due strutture espositive che lo raccontano magnificamente.
Si può iniziare idealmente con Casa Rossini in cui il Maestro ebbe i natali, la quale in un edificio originario del XV secolo…
… offre “un’esperienza di visita decisamente coinvolgente grazie a tecnologie di ultima generazione e supporti innovativi: spartiti autografi di opere e lettere del compositore sono consultabili su touch screen e postazioni lungo il percorso consentono l’ascolto di file sonori”, creando pure l’occasione per sedersi in una stanza e assistere in compagnia, volendo, alla proiezione dell’esecuzione di brani rossiniani.
Di monumentale rigore filologico il Museo Nazionale Rossini che tratteggia con scansione cronologica la ricca e tumultuosa esistenza dell’Artista in dieci sale che “seguono le tappe biografiche del compositore e la sconfinata produzione operistica, ambientati nel contesto storico con luoghi e personaggi tra affetti privati e protagonisti dell’epoca (parenti, maestri, impresari, cantanti, musicisti, politici, regnanti)”.
Un’autentica epopea ricca di cimeli e documenti originali, con una narrazione spesso commovente resa da pannelli, filmati e infografica, con la possibilità anche qui di tanti momenti in cui godere della musica del Maestro.
Nello stesso museo è allestita la bellissima mostra ROF 15K. La libertà dello sguardo nell’immaginario visivo rossiniano che espone splendidi modellini di scena per celebrare i primi 15.000 giorni di vita del Rossini Opera Festival.
Rossini è stato anche un celebre gastronomo e ha lasciato tantissimi spunti che potrebbero essere raccolti dalla ristorazione per creare menu ad hoc o per riunire gli operatori del settore nell’adozione di colti percorsi culinari comuni in grado di incuriosire i visitatori più attenti a questi aspetti oggi sempre più vantaggiosi anche per l’economia locale, come testimonia un turismo enogastronomico in crescita popolato da tanti big spender che amano mangiare anche con la mente.
Il Maestro infatti ha lasciato ricette autografe e copiosa letteratura sulle sue passioni culinarie, tanto che perfino il film biografico Rossini di Mario Bonnard del 1942 mostra una lunga scena in cui il compositore spiega nei dettagli a re Ferdinando I di Borbone il modo di preparare la sua pietanza preferita di pesce: uno spunto straordinario per inserire quella pietanza oggi in un menu del posto.
A conferma dell’efficacia dello storytelling, abbiamo indirizzato la scelta dei ristoranti di cui scrivere verso quelli che ci hanno comunicato maggiore valorizzazione degli aspetti storici e culturali della cucina locale.
Così abbiamo scelto il ristorante Polo Pasta & Pizza perché ci è risultato l’unico a riportare con evidenza nel menu che i tipici Passatelli al Pesce asciutti sono una DE.CO. di Pesaro, ovvero un prodotto a Denominazione Comunale di origine, autorevole qualifica assegnata a questa pietanza da una delibera ufficiale del Sindaco e della sua Giunta per determinare legalmente e ufficialmente l’attribuzione a questo piatto di un fondamentale legame storico e identitario con la comunità locale. Un’iniziativa che non soltanto fa onore all’Amministrazione Comunale ma rappresenta pure un’efficace opportunità promozionale e commerciale da sfruttare per tutta la ristorazione cittadina, considerata l’elevata attenzione per le De.Co. da parte di chi pratica il turismo culturale.
Ad onor del merito va riferito che Polo Pasta & Pizza non soltanto ha avuto la sensibilità di raccogliere l’input del Comune ma anche la capacità ai fornelli di realizzarne una versione di una bontà imperdibile.
In carta al Polo c’è anche un’ulteriore tipicità come la pasta chiamata Cres tajat con Vongole e Ceci, squisitezza territoriale straordinaria che mette insieme due risorse fondamentali della cucina marchigiana di quest’area, il mare e la campagna.
Lo stesso locale dà poi ancora una lezione di stile proponendo un dolce realmente intrecciato con la vita di Rossini, la Barbajata…
… una prelibatezza assoluta il cui legame con Rossini è ben documentato, infatti qui al Polo viene portata in tavola addirittura insieme a un curato depliant che ne narra la vicenda, gratificando anche intellettualmente l’avventore.
E’ così che un ristoratore funge da divulgatore della tradizione e dello spirito del posto in cui opera, un valore aggiunto che incide molto positivamente sulla buona reputazione di una località, alimentandone pure l’economia.
A puntare con decisione e precisa moderna strategia sul fascino da buongustaio del compositore pesarese per eccellenza è il Bistrot Rossini, raccogliendo suggestioni sui gusti del Maestro più che sue specifiche ricette, dando vita comunque a una serie di ottimi piatti basati su ingredienti amati dal Cigno di Pesaro, sui quali è stata costruita ad hoc un’affabulazione tanto intelligente quanto coinvolgente, generando un percorso parallelamente narrativo e culinario chiamato “Crescendo rossiniano” culminante nel celeberrimo Filetto alla Rossini preparato magistralmente.
L’omaggio più clamoroso tributato al Maestro dalla gastronomia pesarese è però l’originalissima Pizza Rossini che in città è molto diffusa in bar, panetterie, pizzerie e ristoranti: si può trovare in vari formati, dal mignon per l’aperitivo al grande formato da piatto.
Una specialità unica che si può mangiare soltanto a Pesaro, in grado di incuriosire tutti grazie al suo ingrediente caratterizzante, la maionese, generosamente adagiata su immancabili fette di uovo sodo.
Impossibile non provarla, per scoprire quanto sia gradevole al di là di ogni immaginazione.
Un altro elemento atto a testimoniare la forte personalità che Pesaro esprime in ogni ambito creativo.
L’abbiamo testata al C’era una Volta, osteria con pizzeria che la propone in oltre trenta varianti, tutte con ottima maionese fatta in casa: qui la pizza Rossini è dichiarata “orgoglio pesarese”.
Al locale però va un merito ben maggiore, quello di essere uno dei due o tre che ancora in città mantiene in vita la ricetta delle Penne alla Picchio Pacchio, nate oltre mezzo secolo fa in un ristorante di Pesaro che oggi non esiste più: continuare a servirle ha dunque il profondo valore civile e culturale di preservare un pezzo della memoria cittadina.
Il Comune e gli organizzatori di Pesaro Capitale della Cultura hanno comunque ben presente il valore della gastronomia anche sul piano turistico e infatti la stanno valorizzando attraverso varie iniziative, quali Cosa c’è Dop che coinvolge la provincia di Pesaro e Urbino per una “scoperta del gusto attraverso i 100 bar e osterie dei cinquanta Comuni che partecipano al progetto 50X50 Capitali al quadrato” con l’intento di “portare a conoscenza di viaggiatori e cittadini, dei prodotti di eccellenza della provincia” tra cui la Casciotta d’Urbino Dop, il formaggio di Fossa di Sogliano Dop, il prosciutto di Carpegna Dop e l’Olio Cartoceto Dop.
Va segnalato pure il progetto della Regione Marche chiamato Dalla vigna alla tavola e la conseguente serata del Gioachino Rossini Opera Food allo storico ristorante Lo Scudiero al fine di “riscoprire ogni anno una delle sette ricette autografe di Rossini e farle degustare ai pesaresi e ai turisti”.
Se poi le specialità di Pesaro e dintorni volete portarvele a casa, un indirizzo sicuro è il negozio Tipico.tips dalla strepitosa vastità dell’offerta pari alla qualità, dove è possibile fare molte scoperte in ogni ambito gastronomico, contando sulla guida colta e appassionata del gestore Mario che si prodiga pure nella lodevole azione di dare informazioni sui beni culturali del posto pure a chi gli telefona (come nel nostro caso…), senza risparmiarsi e con ammirevole senso del dovere civico.
Pesaro poi è talmente ricca di splendore in ogni angolo da spingere a lunghe passeggiate per farsi assorbire dai suoi scorci impagabili, come quelli del centro storico che abbagliano per grazia architettonica, mentre stimola complimenti vivissimi all’educazione dei pesaresi e all’efficacia dei servizi ecologici comunali la straordinaria pulizia delle strade e la cura degli arredi…
… con l’aggiunta di avere riscontrato la versione più creativa, emozionante e comunicativa delle pietre d’inciampo che denunciano la tragedia nazi-fascista, i cosiddetti Fogli fossili realizzati dall’Istituto d’arte Mengaroni di Pesaro nel 2008 in occasione del 70° anniversario delle leggi anti-ebraiche italiane.
In chiusura, l’appassionato consiglio di lasciarsi cullare dalla composta serenità di una spiaggia urbana tre le più belle d’Italia, frequentata tutto l’anno da chi ha desiderio di libertà, perfino nelle stagioni fredde in cui si può godere la struggente poesia del mare d’inverno…
… e magari approdare così al percorso del Parco Urbano di Scultura, mostra diffusa all’aperto “con importanti sculture contemporanee all’aperto, disseminate tra il lungomare, il centro storico e la periferia che possono diventare tappe di un interessante itinerario tematico”, capace di mettere insieme nomi come Pietro Consagra e quel Loreno Sguanci la cui ormai storica Porta a mare del 1976 è stata appena restaurata e restituita al suo splendore, con tanto di cerimonia pubblica per la riconsegna alla città…
… senza dimenticare che in questa esposizione rientra pure la notissima Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro (1971-1998), accreditatasi ben presto come simbolo artistico di Pesaro.
Per completare il benessere offerto da Pesaro, oltre alla citata ristorazione che comunque sul piano del piacere organolettico è elevata pressoché ovunque in città, va aggiunto il buon livello dell’ospitalità alberghiera, anche fuori stagione, come abbiamo potuto verificare con ambienti e servizi dell’eccellente Charlie in Pesaro Urban Hotel arricchiti da una vista mare che rapisce.
Non ci sono scuse possibili quindi, Pesaro è la meta italiana del 2024 in qualsiasi periodo dell’anno e con qualunque budget a disposizione, perché altamente accogliente e rispettosa dei visitatori, visti come persone cui regalare un bel ricordo rispettandone gusti, inclinazioni e finanze.
Noi proseguiremo a parlare di Pesaro nelle prossime settimane approfondendo temi e realtà qui toccati, ma vista la grande affluenza di persone prevista in città nel corso dell’anno è consigliabile muoversi per tempo per raggiungerla: ciò che la nostra Capitale della Cultura vi darà in cambio, sarà sempre superiore a ogni aspettativa.
Info: https://pesaro2024.it/
Immagini, courtesy of Comune di Pesaro
NdR: anche se non ci è stato richiesto di farlo, desideriamo lo stesso ringraziare l’amministrazione comunale di Pesaro e i funzionari del Comune che ci hanno consentito di svolgere nel miglior modo possibile il nostro lavoro di cronisti facilitandoci i movimenti in città e gli accessi ai beni culturali pubblici, con particolare tributo al merito per il primo cittadino Matteo Ricci e per il gentilissimo Capo di Gabinetto Massimiliano Amadori.