I vini siciliani dalla Val d’Anapo della cantina Fausta Mansio, vate del Moscato di Siracusa
Nasce dalla comprensione di essere in possesso di un tesoro ampelografico di enorme portata culturale l’impegno concreto della cantina Fausta Mansio per la tutela e valorizzazione del meraviglioso Moscato di Siracusa, accudito amorevolmente insieme ad altre uve territoriali siciliane così come indicato dalla passione che ha guidato prima Fausto e oggi il figlio Olaf, immersi nella straordinaria natura di uno dei tratti più suggestivi del territorio siracusano.
E’ la stessa Azienda Agricola Fausta Mansio a spiegare che “si trova in una delle più belle valli del siracusano, la Val d’Anapo, nota nell’antichità per la presenza del papiro e zona particolarmente vocata per la viticoltura di qualità”.
La proprietà “si estende per 13 ettari, di cui 7 impiantati a vigneto nel 1999 e 3 ad uliveto nel 1995, il tutto coltivato rigorosamente in regime biologico, per preservare al massimo la naturalità e l’integrità del nostro territorio”.
I vigneti si trovano “su terreni dolcemente collinari, a circa 50 m s.l.m.”, condizione che permette “alle brezze marine di raggiungere i grappoli e conferire loro quelle particolari caratteristiche che distinguono dagli altri il Moscato di Siracusa”.
Il terreno su cui sorge il vigneto “è di natura prettamente argillosa e ciò ha permesso un perfetto adattamento della pianta, riuscendo così ad ottenere delle uve pregiate”…
… cui si aggiunge “una condizione climatica estremamente favorevole, con temperature medie estive intorno a 30°C che consentono una raccolta, verso la fine del mese di agosto, di uve ben mature”.
La Fausta Mansio è un’azienda nata negli anni ’90 “grazie alla passione di Fausto Consiglio per il vino e l’enogastronomia in generale, con l’obiettivo di recuperare una delle più antiche produzioni e tradizioni siracusane, il Moscato di Siracusa”.
Parliamo di “uno dei primi vini siciliani ad ottenere la D.O.C nel 1973: negli anni successivi però, a causa di una forte crisi economica che incombeva sulla zona e di una conseguente reale incapacità produttiva da parte delle aziende del settore, queste ultime si videro costrette ad estirpare quasi totalmente i vigneti esistenti per sostituirli con nuovi impianti di agrumeti, ritenuti al tempo più redditizi”.
Tuttavia questa cantina “anticipando la normativa che stabilisce la perdita della D.O.C. in mancanza di produzioni per un periodo di oltre 40 anni, alla fine degli anni ’90 decise di scommettere sulle potenzialità del nostro vigneto autoctono e di reimpiantare il Moscato di Siracusa, al fine di recuperare una delle più significative tradizioni della nostra provincia, imbottigliando la prima Produzione nel 2001”.
L’esito nel bicchiere si coglie nelle varie declinazioni della vinificazione del Moscato di Siracusa.
Come il Moscato Bianco Secco Micol Bio che incanta subito con i suoi profumi di zagara e gelsomino, catturando il palato con pesca, mela, albicocca essiccata e una nota di miele di corbezzolo che innesta un tocco amaricante su un afflato tendenzialmente amabile.
Nel finale stuzzicano le venature speziate.
Nel Moscato di Siracusa Bio il bouquet presenta maggiore complessità e si sposta sulla macchia mediterranea, suggerendo alla gola pesca, frutto della passione, datteri e pompelmo.
Intenso e persistente, svetta a tavola.
Il Moscato Passito Bio torna alle zagare per il naso mentre al gusto sollecita loto, scorza d’arancia, cedro candito, fico dottato e frutta secca tostata.
Non eccede nell’impronta zuccherina, mantenendo equilibrio ed estrema gradevolezza a ogni sorso, a lungo.
Altro bianco della casa è Apollo Bio da uve Grillo che olfattivamente è contrassegnato dalla frutta esotica mentre i sapori, dopo un fibrillante ingresso dominato dal cedro, parlano poi di avocado, yuzu, ruta e tè verde.
Fresco, conquista con il finale che esplode di golosa sapidità.
Il Nero d’Avola si manifesta al massimo nel Petti Rosso dal bouquet di spezie associate ad atmosfera silvestre, con la bocca che ritrova prugna, mora di rovo, sorbo, carruba e dulce de leche.
Tannino intenso, sorso cremoso fino a essere avvertito come liquoroso, troneggia con il suo piglio zuccherino.
Finale pieno, ricco, entusiasmante.
Da registrare una convincente prova nel Rosato con il Pettirosa, Nero d’Avola definito dal produttore “rossè: il rosso da frigo” che con la sua freschezza ed acidità si propone come “un vino perfetto con formaggi, salumi e carni ma anche piacevolmente abbinabile a piatti di pesce grasso”.
La fragola impera al naso come in bocca, dove si associa ad anguria e arancia rossa, fino a una suggestione di pepe.
A dare ultimi tocchi significativi a questo ritratto è Olaf Consiglio, nel video che trovate qui di seguito.
Info: https://www.faustamansio.com/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/fausta-mansio-consiglio/