Podere il Castellaccio, vini della tradizione toscana nella zona di Bolgheri
L’affermazione “un sorso dal passato, con lo sguardo verso il futuro” non è uno slogan bensì un autentico progetto di vita per Alessandro Scappini e la moglie Enrica Lucia che con il loro Podere il Castellaccio in località Segalari stanno riportando in auge i valori tradizionali veramente identitari di una zona come Bolgheri in Toscana per il resto ormai vocata all’internazionalizzazione delle uve.
La sensibilità culturale ha consentito alla coppia di comprendere i veri valori di questo “angolo della Toscana sul litorale della Costa degli Etruschi, nel cuore della maremma livornese” dove “si erge un borgo medievale adagiato sulla sommità di una collina dominante la campagna e il mare circostante, Castagneto Carducci”.
A rendere così vocata e ambita la zona è il suo clima di tipo mediterraneo.
Infatti “lungo il litorale si elevano pini giganti radicati in centinaia di anni capaci di contrastare i frequenti venti di mare, preservando così un microclima in grado di far sviluppare un’agricoltura che si espande per ben il 41% del territorio, diventando la seconda fonte dell’economia locale grazie principalmente alla produzione di olio e vino”.
In tale contesto la proprietà “si sviluppa sul lato mare della collina di Segalari giungendo quasi a ridosso della famosa strada Bolgherese”, basandosi su nobili presupposti: “l’unica motivazione di tanta intraprendenza era dovuta alla grande passione per la natura; da allora si sono susseguite due generazioni, ma la passione e la sensibilità sono rimaste invariate”.
Preziosissima l’azione di salvaguardia delle memoria storica che coincide con la tutela delle biodiversità: “un vigneto dai quarant’anni di storia rappresenta la tangibile testimonianza di una tradizione tramandata nel tempo, antichi cloni di Sangiovese, Ciliegiolo Foglia Tonda e Pugnitello, praticamente scomparsi dal patrimonio viticolo locale, sono oggi il centro di un’accurata operazione di recupero e valorizzazione al fine di esprimere il loro potenziale qualitativo; da questi principi nascono i nostri vini capaci di coniugare storia tradizione e natura di un terroir unico”.
La storia aziendale “inizia con la passione di un uomo”: “negli anni 60 Luigi Corradini, nonno materno dell’attuale proprietario Alessandro Scappini, rileva la tenuta situata sulla collina di Segalari; la zona è quella di Bolgheri, una località che in quegli anni non ha ancora intrapreso il suo viaggio di successo intorno al mondo”. Per impiantare i suoi primi vigneti “Luigi è costretto ad andarsi a cercare i cloni nel Chianti: Pugnitello, Foglia Tonda e Sangiovese”; in questo modo dà avvio alla produzione di vino con pochi ettari di vitigni autoctoni e una piccola cantina.
I passaggi dinastici vedono al comando prima il figlio Roberto e dopo Alessandro che nel 2009 dà forma alla tradizione familiare fondando l’azienda Podere il Castellaccio.
Proprio ad Alessandro va riconosciuto il coraggio di non sfruttare l’onda di notorietà e la fortuna commerciale di Bolgheri, bensì di tornare all’essenza del territorio, riprendendo “in mano i vitigni autoctoni piantati dal nonno” e puntando “tutto sulla diversificazione”, pur comprendendo successivamente la coltivazione e vinificazione di vitigni alloctoni.
La perla più significativa dal punto di vista archeo-vinicolo è il Pugnitello, uno dei più antichi vitigni autoctoni della Toscana, celebrato nel Somatico che sfoggia per l’etichetta una grafica creata dall’artista livornese Andrea Carciola: dal bouquet speziato, rende al palato evocazioni di ciliegia, mirtillo e mora di rovo, seducendo con l’intreccio di tannino, acidità e freschezza.
Altra gloria toscana è il Foglia Tonda che insieme all’appena citato Pugnitello e al Sangiovese troviamo nel Valénte, dal bouquet di sottobosco ancora con un cenno di spezie, mentre in bocca rivela ribes nero, prugna, cioccolato fondente e pepe di Sichuan.
Complesso ma equilibrato, spicca per eleganza.
Sangiovese questa volta in purezza nel Dinostro che olfattivamente trasporta in atmosfere silvestri mentre proietta al gusto marasca, susina nera, liquirizia e un tocco di timo.
Imponente, afferma con forza carattere tannico, sorso materico e finale memorabile.
Le uve internazionali sono introdotte con il Bolgheri Superiore che vede il Cabernet Franc in purezza, floreale al naso mentre in bocca vira verso amarena, lampone, mirto e carruba.
Raffinato e intenso al tempo stesso, nato per brillare a tavola con le carni rosse.
Assemblaggio di Cabernet Franc, Merlot e Syrah per Orio che profuma di frutti rossi e li ritrova al palato nelle sembianze organolettiche di visciola, ribes rosso, fragola, in più un turbinio aromatico riconducibile al pimento.
Morbido, parecchio goloso, dal frutto esplosivo.
Il bianco della casa è il Vermentino Ardiglione dal bouquet di zagara e agrumi che trasmette in bocca echi di mela, pera, limone, melone e pesca.
Un tripudio di freschezza impreziosito da un’intrigante impronta minerale.
Per saperne di più, possiamo ascoltare Alessandro Scappini nella video-intervista che segue.
Info: https://www.podereilcastellaccio.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/podere-il-castellaccio/