Abbaye de Lérins, vini dei monaci benedettini dall’isola francese Saint Honarat al largo di Cannes
Impossibile iniziare un ritratto dell’Abbaye de Lérins senza prima obbligatoriamente sottolineare l’importanza del mondo monastico nella salvaguardia secolare del patrimonio biologico, agricolo e perfino gastronomico di tutto l’Occidente, in quanto maggiore oppositore dell’oscurantismo soprattutto medievale che avrebbe cancellato coltivazioni e culture alimentari se non ci fossero stati coraggiosi monaci a opporsi alla barbarie di quei tempi, salvando letteralmente pilastri della nostra civiltà come la birra e il vino: pertanto alla stima si deve aggiungere tanta gratitudine per il lavoro vitivinicolo che ancora oggi si svolge in questa abbazia francese “sull’isola di Saint Honarat al largo della baia di Cannes in Costa Azzurra”, come puntualizza Proposta Vini che ne distribuisce alcuni suoi prodotti.
La storia della struttura è a disposizione di tutti sul suo sito ufficiale, generosa di particolari, partendo dai primi vagiti oltre 1600 anni fa fino alla comunità che attualmente vive nel monastero di Lérins “composta da 21 monaci provenienti da contesti culturali diversi”, realtà compresa nel gruppo di monasteri appartenenti alla Congregazione Cistercense dell’Immacolata Concezione.
Sono gli stessi monaci a spiegare come “a Saint Honorat la nostra attività economica è: la produzione di liquori dal XIX secolo, a produzione di grandi vini, un negozio dove vengono venduti i nostri prodotti”.
Per onestà intellettuale bisogna riconoscere il validissimo lavoro narrativo sull’Abbazia pubblicato dal catalogo di Proposta Vini che riporta la firma di Samuel Bouton, fonte che per rispetto della deontologia professionale anche noi abbiamo il dovere oltre che il piacere di citare…
… poiché si tratta di una voce altamente qualificata a parlare di Abbaye de Lérins, appartenendo a colui che dal 2010 ricopre l’incarico di direttore commerciale della struttura, della quale è Responsabile della vendita di vini e liquori, un progetto sposato totalmente come dimostra la sua frase simbolo: “ti piacciono il buon vino e i prodotti eccezionali, rari e ad alto valore aggiunto… allora la tua cantina non può che contenere diverse bottiglie di vino dei monaci dell’Abbazia di Lérins!”.
E’ in queste righe che si può apprendere come siano stati i monaci cistercensi a inventare la vinificazione “per parcella” che consente “di individuare i terroir della tenuta, di vendemmiarli e di vinificarli separatamente” consentendo così di “ritrovare tutta l’identità del terroir nelle cuvées”.
Un lavoro che si svolge dal Medioevo nel vigneto collocato nella parte centrale dell’isola, dove i “terreni argillo-calcarei, limosi e sabbiosi sono ricchi di materia organica vegetale” e “le influenze marittime conferiscono al vino la sua unicità e le sue caratteristiche tipiche”.
Ogni anno “le uve vengono raccolte a mano dai monaci in cassette da 15 kg.”, sotto lo sguardo vigile di Fratel Marie “che ha studiato enologia al Lycée Agricole di Hyères, supervisiona la vinificazione” assistito da altri enologi.
La Comunità dei monaci dell’Abbaye de Lérins “ha optato per la coltivazione ragionata in agricoltura biologica”, infatti non vengono utilizzati “pesticidi, erbicidi o fertilizzanti chimici”, poiché si tiene conto “soprattutto dell’equilibrio e della salvaguardia dell’ambiente”.
Ne è logica conseguenza l’adozione di pratiche virtuose, infatti la “potatura e diraspatura sono effettuate a mano, così come la vendemmia”.
I vini realizzati “vengono vinificati, invecchiati, imbottigliati, etichettati e conservati presso l’abbazia, per una produzione annua di circa 35.000 bottiglie: il nostro obiettivo è preservare l’equilibrio dell’isola, dell’ambiente e di questo
eccezionale terroir”.
Indispensabile concentrarsi sulle due le referenze che in Italia possiamo gustare grazie a Proposta Vini, un bianco e un rosso: è imprescindibile riportare che entrambi sono inseriti nel progetto del distributore chiamato Vini delle Abbazie, ideato per raccogliere referenze “spirituali che trasmettono antichi saperi”, all’insegna dello slogan “dal Medioevo le Abbazie d’Europa coltivano la vite e producono vino: trasmettono antichi saperi e conoscenze ancestrali; producono Vini Paradisiaci” (https://www.propostavini.com/i-nostri-progetti/vini-delle-abbazie/).
Per il St. Pierre Blanc, riportiamo doverosamente tra virgolette quanto pubblicato sul sito di e-commerce dell’Abbazia, ovvero che si tratta di “un millesimato unico al mondo per il suo assemblaggio di vitigni Nord/Sud; Clairette e Chardonnay con un po’ di Viognier e Rolle”, ma è ancora più interessante l’aggiunta secondo la quale l’uva coltivata “su terroir argilloso-calcareo” è raccolta “in agosto e settembre per Clairette, pigiato al mattino, decantato e poi fermentato a bassa temperatura per 25 giorni in media”, quindi “affinato per 10 mesi in vasche di acciaio inox per mantenere una bella freschezza”.
Ancora nel citato sito è presente un’analisi sensoriale secondo la quale – sempre in rigoroso virgolettato – il naso avverte “una vivace miscela di agrumi, miele con sottili note di bosso” e il palato invece riscontra note di “pomelo e pera”, parlando per il finale letteralmente di “un tocco di iodio”.
Dalle prove collettive si ricava che andrebbero aggiunte al caleidoscopio sensoriale albicocca, nettarina, melone e soprattutto una certa predominanza della mela, mentre nel finale si ravvisa uno stuzzicante fremito amaricante.
Clamoroso il rosso St. Sauveur da vecchie vigne di Syrah da cui deriva un bouquet silvestre che mette insieme muschio, pino mugo e spezie che poi spariscono totalmente al palato, dove invece si riconoscono gelso nero, composta di prugna, cotognata e cioccolato bianco.
Materico, carezzevole, dal piglio quasi liquoroso, irretisce con la sua magnifica impronta zuccherina che contrassegna un sorso denso e cremoso.
L’affinamento si svolge “da 9 a 12 mesi in barriques”, come segnalato dal distributore, conducendo a un finale monumentale in cui sparisce la freschezza per lasciare spazio al calore di un vino di grande nerbo e dalla personalità perentoria che nelle ultime gocce del nettare lancia un chiaro invito alla riflessione.
Storia e prodotti di Abbaye de Lérins sono densi di storie e valori che pretendono un colto approfondimento, come quello che può garantire soltanto Gianluca Telloli, Responsabile Selezione e Ricerca di Proposta Vini: anche lui non a caso comincia la trattazione di tale realtà partendo dal ruolo storico delle abbazie nella preservazione del patrimonio enoico, imperdibile.
Info: https://abbayedelerins.com/site/fr/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/abbaye-de-lerins/