“L’illusione coniugale”, a teatro il divertimento intelligente con una strepitosa Rosita Celentano
Rosita Celentano ci ha rivelato di avere inseguito per anni il sogno di mettere in scena la scrittura del drammaturgo tunisino di nascita ma francese di nazionalità Éric Assous, definito in patria l’autore più prolifico “du théâtre privé”, ossessionato dal tema della vita di coppia con tutto il suo côté di bugie, tradimenti, frustrazioni, accuse e rivendicazioni: ha fatto proprio bene a insistere la poliedrica artista, mutuando dalla produzione dell’autore perle di perfida saggezza raccolte adesso nello spettacolo L’illusione coniugale, baciato da crescente successo nei teatri italiani.
Una scelta derivata da anni di studio da parte di Rosita del tradimento nella coppia, sfociati già nel suo libro Grazie a Dio ho le corna pubblicato da Salani nel 2009.
Un tema snocciolato pure in tante interviste e baciato dal successo televisivo grazie a un suo monologo di grande impatto nella trasmissione Donne sull’orlo di una crisi di nervi condotta da Piero Chiambretti su RaiTre, dove Rosita ha fatto faville come editorialista, ottenendo grande approvazione da parte del pubblico.
Qui però alza il tiro, uscendo dal vissuto personale per aprirsi a una vicenda universale in cui non c’è spettatore che possa sfuggire all’immedesimazione, grazie a un testo formidabile magnificamente supportato da un’interpretazione dalla sbalorditiva qualità artistica proprio di Rosita Celentano, sul palco con altri due strepitosi interpreti come Attilio Fontana e Stefano Artissunch…
… qui al loro massimo, raffinatissimi nel liberarsi dalla prossemica ingessata di certe rigide impostazioni teatrali italiane per librarsi invece verso un verismo brillante di matrice internazionale, con un centrato pizzico di divertente raffinatezza mimica figlia della pochade francese di fine ’800.
Un esito positivo dovuto anche all’intelligente e calibrata regia dello stesso Artissunch, prodigioso nel dosare l’intensità emotiva e ancora più nella scansione musicale di pause e silenzi che danno armonia e smalto alla montante ironia del copione.
Le note dell’opera raccontano la vicenda come ambientata in “una lussuosa abitazione estiva” però molto stilizzata e capace di stimolare lo spettatore con il dato cromatico di un rosso sanguigno quasi a citare le opere di Mark Rothko…
… dove è ambientata “la vita coniugale di Giovanna e Massimo, coppia apparentemente perfetta”, la quale “si svela attraverso un gioco pericoloso di verità e menzogne”: infatti “dopo una serata mondana, i due coniugi iniziano un confronto serrato, rivelando infedeltà, segreti ed insicurezze che minano le fondamenta del loro matrimonio”.
Con estrema eleganza, l’organizzazione del testo sceglie la strada del crescendo, senza mettersi fretta nell’esigenza di raggiungere la vetta del climax, comunque entrando subito in argomento con Massimo, consapevole del proprio fascino alimentato da una vita di successo, il quale “confessa con una certa arroganza le sue numerose avventure extraconiugali, spingendo Giovanna a rivelare i propri tradimenti”.
Un gioco sospeso tra la tensione del bluff nel poker e le improvvise accelerazioni di un serve & volley nel tennis, irretendo lo spettatore dall’inizio alla fine.
L’accelerazione emotiva giunge quando entra in gioco Claudio, vecchio amico che Massimo individua come probabile amante di Giovanna, aprendo un gioco a nascondino in un incedere di battute tutte efficaci, così divertenti da mettere quasi in ombra un prezioso sottotesto, quello di un possibile avversario in amore del quale spicca il dramma umano, avendo egli fallito nella vita (è separato per una ragione che non vi riveliamo per evitare spoiler) come nel lavoro (è stato licenziato da poco), senza tuttavia perdere un grammo di dignità.
La narrazione procede illuminata da scoppiettanti colpi di scena brillanti come fuochi d’artificio, tra deviazioni di senso spiazzanti lungo la strada che conduce a un finale di gran classe.
Un gioiello imperdibile che consigliamo vivamente di andare a godere nei teatri in cui viene rappresentato, soprattutto se siete in coppia, ma anche i single in questo caso hanno di che pensare, sorridendo.