Birrificio del Ducato
“Birra artigianale, idee, ricerca, passione, suggestione, ricordi, sogni, emozioni, fatica, gioia, lavoro, entusiasmo, amicizia, soddisfazioni, progetti, sfide, risultati, vita”: è l’elenco dei valori del Birrificio del Ducato, superato in lunghezza dal numero di premi conseguiti in pochi anni da questa azienda del parmense, capace di raccogliere molti riconoscimenti anche all’estero.
Un successo che parte dalla selezione delle materie prime, “alla base del nostro processo di produzione: lo dicono tutti, noi lo facciamo e si sente”, dichiarano, con una frase decisamente infelice, nonché ingenerosa per i tanti validissimi birrifici artigianali di tutta Italia che lavorano con eguale passione e competenza, ma con umiltà. Un eccesso di autostima ben manifesto nelle attività di comunicazione del Birrificio del Ducato, in parallelo con l’effettiva notevole qualità delle loro birre.
Le materie prime sono selezionate “visitando direttamente i produttori”, i malti vengono importati da Francia, Inghilterra, Germania e Belgio, mentre i luppoli provengono da Germania, Inghilterra, Stati Uniti e Nuova Zelanda, quindi “ceppi selezionati propagati nel nostro birrificio”, per produrre “birre di alta e bassa fermentazione e anche birre a fermentazioni miste (con l’aggiunta di lieviti selvaggi e batteri lattici)”.
Birre rigorosamente non pastorizzate, alcune “saturate di anidride carbonica in maniera naturale”, altre “rifermentate aggiungendo una fonte zuccherina (mosto o zucchero) al momento dell’imbottigliamento che dopo un periodo di tempo (variabile a seconda delle birre) a temperatura controllata, innesca una seconda fermentazione in bottiglia che sviluppa naturalmente anidride carbonica”.
Caratteristico l’uso del legno per alcune loro birre che “affrontano una maturazione di alcuni mesi in botti di legno usate, perlopiù barrique di rovere francese o americano”, scelte “in base a quello che hanno contenuto”, come vini rossi o bianchi, calvados, bourbon o whisky: “durante la maturazione nel legno la birra assume gli aromi terziari del legno, ha una micro ossigenazione e assorbe anche una parte di ciò di cui la botte era impregnata nel passato”.
In tanti conosceranno la Viæmilia, la birra da cui tutto è partito, “considerata da molti la nostra bandiera forse perché è anche la kellerpils più premiata al mondo”. Ancora oggi, a distanza di ripetuti assaggi, riesce a emozionare e sorprendere per intensità e personalità.
Ma tutto il ricco carnet delle birre di questa azienda merita un plauso.
Gli attestati di stima infatti arrivano copiosi, in tale numero da rendere superfluo e perfino controproducente qualche eccesso di autocelebrazione.
I prodotti del birrificio hanno comunque una qualità tale da non avere bisogno delle medaglie per attirare l’attenzione, anche perché non tutti i consumatori si lasciano sedurre dal luccichio dei riconoscimenti delle fabbriche dei premi, preferendo invece che le aziende abbiano un modo empatico di promuovere il proprio lavoro.
Abbiamo chiesto di parlarci del Birrificio del Ducato a Christopher Scrivani.
Info: www.birrificiodelducato.net