Amarcord, la birra visionaria
Ispirazione cinematografica, relazione con l’arte contemporanea, suggestione letteraria: Amarcord non è un birrificio, è un mondo. Un mondo che attinge a piene mani da ogni forma di creatività per ingigantire di emozioni l’esperienza gustativa delle sue birre.
La banalità è bandita da questa azienda. A partire dal nome che si è scelto, omaggio al film più nostalgico e romantico capolavoro di Federico Fellini, l’immenso Maestro con cui il birrificio condivide la matrice riminese.
Un riferimento che si è poi tradotto perfino in un legame indiretto, quando per la birra più visionaria prodotta, la Riserva Speciale, l’Amarcord è riuscita incredibilmente a coinvolgere quel Tonino Guerra che di Fellini fu sceneggiatore di diverse pellicole, tra cui proprio quella che dà il nome al birrificio.
Un capolavoro di marketing culturale, ma anche un atto di intensa umanità applicata all’industria, visto che l’adesione di Guerra fu del tutto emotiva: accettò il rapporto non soltanto perché trovava molto buona la birra dell’Amarcord, ma anche perché quella bevanda gli ricordava gli anni della prigionia durante la seconda guerra mondiale, quando la birra arrivò a rappresentare per lui e i compagni di disgrazia l’unico alimento e il simbolo della libertà ritrovata.
Guerra per la Riserva Speciale Amarcord ha creato l’etichetta, dipingendo un pavone, “uno degli animali più straordinariamente belli che esistano”, come ebbe a scrivere: “mi ricorda la mia infanzia, quando da bambino mi appostavo per lungo tempo in attesa dello spettacolo della ruota…ogni volta una magia che ho voluto far apparire anche in Amarcord”.
Guerra poi si spinse anche a vergare la migliore delle recensioni possibili della Amarcord: “non ho mai bevuto al mondo una birra così buona ed esaltante! Vi ho ritrovato tutti i sapori della mia terra, delle Montagne e dei boschi che circondano la mia casa”.
In effetti le birre di Amarcord si fanno notare tutte per la personalità. Nessuna che indulga al facile beverino: pastosità, ricchezza organolettica, intensità, non mancano mai in tutti i loro prodotti.
Vale per le birre di uso quotidiano, ancor di più per le riserve.
Di straordinaria eleganza la citata Riserva Speciale che Garrett Oliver, il mastro birraio di fama internazionale che l’ha creata, racconta così: “ho impiegato la purissima Acqua proveniente dalla sorgente di proprietà di Birra Amarcord, Malto d’Orzo e Luppolo, Miele d’Acacia e Millefiori, la Visciola che è una ciliegia selvatica tipica di questa zona e il Prugnolo, un altro frutto che nasce spontaneo in questo territorio”.
Garrett Oliver insieme ai Mastri Birrai di Amarcord ha lavorato anche alla linea chiamata AMA, nelle tre declinazioni Bionda, Bruna e Mora, birre di grande persistenza rivestite da una grafica d’impatto firmata da Milton Glaser, “ideatore del celeberrimo logo (1976)”, definito il “più grande grafico dell’età contemporanea”.
Ci siamo fatti raccontare questo birrificio carico di potenza immaginifica da Giulia Minardi, brand manager di Amarcord.
Info: www.birraamarcord.it