Gino Sorbillo è sbarcato a Milano, con la prima vera pizza gourmet
Presidi SlowFood, lievito madre, antipasti e dolci
Gino, quello che ha vinto il pizzatour. Lo sbarco di Gino Sorbillo a Milano in Corsia dei Servi, che è la versione milanese di Lievito Madre al Mare, il locale culto della pizza gourmet napoletana che affianca, con altre aperture, lo storico locale di via dei Tribunali.
Pizzeria di Nuova Generazione che tiene conto della lezione londinese, per finire in terza fila come per il caffè (qui non c’è). “Solo 400 pizze artigianali al giorno” è lo slogan. Quando Gino non c’è, Nunzio Viscardi è la garanzia di qualità con il primo pizzaiolo Matteo Mevio, milanese di madre avellinese, “una passione per la pizza che mi ha portato a Napoli dai maestri e poi a Londra”.
Il format è quello di Gino, lievito madre, selezione dei grani, “da agricoltura biologica e farina integrale, ricca di fibre, crusca, sali minerali vitamina E e del gruppo B; lievitazione naturale da 18 a 24 ore, materia prima campana e da Presidi Slow Food; sette antipasti (polpette leggendarie), sette pizze, sette birre (in collaborazione con nastro Azzurro), sette vini bianchi e sette rossi, sette bibite, sette dolci, sette liquori (bollicine)”.
Dai 7,20 agli 11 euro.
Si fa la fila, c’è una hostess gentile, tavoli vicini ma servizio veloce. Il fior di latte viene lavorato a mano dalla Fattoria del Casolare, forno a legna con faggio e tronchetti certificati. La Bufala Dop, dal chilo in giù, è dell’Associazione Terre Libere dalle Mafie di Don Beppe Diana. I pomodori, il San Marzano Dop e il Piennolo del Vesuvio sono Presidi Slow Food, come La Salsiccia Rossa di Castelpoto, il mitico Conciato Romano che nobilita la Margherita Gialla come i suoi pomodori.
Testata anche la Margherita Bufala Dop, quella al Piennolo e l’antica Cicoli, Ricotta e Pepe. Impasto leggero, un po’ di storia, come la Cetara delle sue alici, il parmigiano reggiano di montagna spruzzato quanto serve.
I vini: Pallagrello bianco e rosso, Piedirosso del Beneventano, Per ’e Palummo.
Un nocino e la sua leggenda, la Guappa di latte di bufala, dopo la sua pastiera, Ricotta, Pere e Cioccolato di Sal De l Riso, il Babà Capparelli.
Gourmet e Slow Food.
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 6 dicembre 2014.