Specialmente… a Custonaci (Trapani): luoghi da vedere
Custonaci, la futura città-fenomeno del turismo siciliano
Preparatevi, è questione di poco: Custonaci sta per diventare il nuovo fenomeno del turismo in Sicilia e non soltanto.
E’ un concentrato di potenzialità impressionante: dal relax all’approfondimento culturale, dal piacere della gola allo sport più impegnativo, è in grado di accontentare tutti i desideri di chi viaggia.
In passato ha pagato un deficit di notorietà e un ritardo di organizzazione, ma sta rapidamente recuperando su tutti i fronti.
Se fino a ieri ha faticato a emergere a causa della concorrenza dei vicini di San Vito Lo Capo, oggi la tendenza appare invertita.
E’ prevedibile quindi una perentoria ascesa della cittadina in provincia di Trapani tra le mete più richieste, anche grazie a costi per adesso decisamente più contenuti rispetto alle attuali star del turismo di massa.
Tra i tanti elementi a favore di Custonaci, l’accoglienza.
A partire da quella della Pro Loco, gestita con rara competenza enciclopedica da Renato Bica: potrete testarne la preparazione e la capacità di divulgazione in questo speciale, dove illustra in maniera brillante i luoghi più significativi del territorio in cui ci ha accompagnati.
Ma prima di incontrare lui, facciamo un salto all’Ufficio Informazione ed Accoglienza Turistica di Custonaci: c’è una storia sorprendente da raccontare…
L’ufficio turistico del Comune di Custonaci, il migliore d’Italia
Il migliore Ufficio Informazione ed Accoglienza Turistica di tutta Italia si trova in un piccolo comune della provincia di Trapani che non smette mai di stupire: Custonaci.
Un grande plauso per questo primato va a chi gestisce l’ufficio turistico del Comune di Custonaci, in via Cornino 1: si chiama Nicolò Reina e la sua abnegazione ci ha profondamente commossi.
E’ mosso da una passione sconfinata verso il proprio lavoro e un amore ardente per la sua città, motivazioni che si traducono nel migliore ufficio turistico di un Comune mai visto in tutta Italia.
Tutte le pareti dell’ufficio sono tappezzate non di banali manifesti di circostanza, bensì di documenti che forniscono informazione davvero utili.
Ogni stanza contiene curatissime esposizioni di materiali: oggetti che raccontano il Territorio, molti quelli pregevoli e alcuni anche rari, frutto di una lunghissima ricerca e di un approfondito studio di ogni aspetto della vita della comunità.
Sono esposti perfino dei campioni delle tipologie di marmo di cui la città è tra i principali centri estrattivi al mondo.
Non mancano esempi di artigianato locale…
… manufatti…
… e opere d’arte.
E poi, una valanga di fotocopie che sono un tesoro culturale su storie e tradizioni locali, le più gettonate delle quali sono quelle che contengono decine di ricette, ricavate dai libri ma anche dal racconto diretto degli abitanti della zona.
Si possono trascorrere delle ore in questo ufficio, in preda all’entusiasmo della scoperta, esattamente come potrebbe avvenire in una grande biblioteca o in un ricco centro culturale.
Reina dovrebbe essere indicato come esempio a tutti gli amministratori locali che si occupano di turismo: se i funzionari fossero tutti così, vivremmo in un Paese più efficiente e perfino più ricco, perché i servizi che funzionano sono il primo strumento di promozione possibile.
I turisti che passano da Custonaci si sono accorti di questo ufficio e lo vivono con familiarità, tornandoci più volte durante il soggiorno, come è accaduto anche a noi.
Tra le tante qualità di Reina, ci sono anche quella della modestia e della discrezione: quindi ha preferito non farsi intervistare. Ma a parlare per lui è l’ambiente vivo e funzionale che ha creato: lo abbiamo filmato per farlo conoscere a tutti.
Info: www.custonaci.tp-net.it
Telefono: 09231961003 ; 3666629966
E-Mail: ufficioturistico@comune.
Custonaci (Trapani), le bellezze architettoniche e ambientali
Il giorno in cui in tanti ne conosceranno l’esistenza, Custonaci potrebbe diventare la meta più ambita del turismo siciliano. Poche città hanno un territorio che possa vantare la varietà di attrazioni di cui dispone questo centro di soli cinquemila abitanti in provincia di Trapani.
Mare e monti, natura e cultura, ristoranti di pregio e street food goloso, qui non manca proprio nulla e tutto è al massimo livello di soddisfazione.
Definita giustamente città internazionale dei marmi, visto che possiede il secondo bacino d’Europa di questo prezioso materiale, è destinata sempre più a trasformarsi in città turistica da vivere tutto l’anno, visto che oltre a un mare splendido l’offerta di Custonaci comprende anche iniziative invernali come il presepe vivente allestito nella Grotta Mangiapane.
A Custonaci ci credono in molti, tanto che ormai può considerarsi lanciato il guanto di sfida alla confinante San Vito Lo Capo, regina delle presenze verso la quale i comuni limitrofi hanno sofferto una sorta di complesso di inferiorità.
Ma le cose stanno cambiando. Abbiamo registrato di persona i pareri di diversi turisti che hanno preso a preferire decisamente la più tranquilla Custonaci alla San Vito Lo Capo che d’estate viene invasa dalla movida.
Basta fare un giro nella Baia di Cornino per comprendere quali potenti argomenti possa vantare Custonaci per attirare un numero sempre maggiore di visitatori.
Anche il centro urbano regala emozioni: su tutto, il Santuario dedicato a Maria SS. di Custonaci, antecedente al ’500…
… quindi il Belvedere..
… ovvero i Giardini Angelo Messina, pregevoli già per il loro arredo naturale…
… inarrivabili per la vista che offrono.
Fate attenzione a non perdere i tanti dettagli dislocati nella zona.
Dalle elegantissime rifiniture in marmo della pavimentazione stradale…
… agli scorci di meraviglia che si aprono tra un tornante e l’altro appena fuori città.
Pure una semplice viuzza riparata però qui è toccata dalla grazia…
… e che la si guardi da un punto elevato…
… o da uno più basso…
… in questa città c’è sempre un dettaglio che appaga la vista.
Vi ci portiamo noi, per qualche minuto, tra le bellezze di Custonaci.
Info: www.custonaci.tp-net.it
La Grotta Mangiapane a Custonaci, viaggio nella Sicilia di un tempo
Preistoria, Archeologia, Antropologia, Storia antica e moderna, Folklore, Tradizioni religiose, Natura, sono innumerevoli le discipline che occorre interrogare per spiegare l’enorme fascino della grotta Mangiapane, a Custonaci, in provincia di Trapani.
Un tempo sommersa dalle acque, come testimoniano i fossili marini che conserva al suo interno, una volta venuta in superficie è stata eletta a luogo di dimora collettiva dall’Uomo che la abita fin dal Paleolitico.
Da sempre luogo di riparo e coesistenza rurale per uomini e animali, nei tempi recenti assume il nome di Mangiapane mutuandolo dalla famiglia che ha abitato la grotta fino ai primi anni ’50…
… prima che un gruppo di cittadini illuminati ne comprendesse anche il valore culturale e la trasformasse in un imperdibile luogo da visitare.
Il complesso che si sviluppa intorno alla grotta Mangiapane, la più grande e significativa delle Grotte di Scurati, tra l’800 e il ’900 era stato trasformato in un borgo abitato.
Una volta abbandonato, ha serbato tracce di attività umane e artigianali oggi pressoché scomparse, assurgendo allo status di luogo della Memoria di grande valore testimoniale.
Un’associazione culturale della zona ha avuto la felice intuizione di rendere fruibili al pubblico botteghe e dimore del borgo, ricreando così il piccolo mondo antico che si sviluppava intorno alla grotta.
A diffonderne la notorietà della grotta, l’idea di ambientarvi un presepe vivente che attira le folle nel periodo natalizio (www.presepeviventedicustonaci.it), nonché l’essere stata location di alcune puntate della fiction Il commissario Montalbano.
Sul posto, si viene accolti dall’esuberante istrionismo di Andrea Oddo, sempre pronto a raccontare la storia della Grotta Mangiapane ai visitatori: lo abbiamo filmato all’opera.
Fornai, cardatori, barbieri…
… osti…
… ciabattini…
… intagliatori, falegnami, vignaioli…
… non c’è mestiere antico che non sia stato svolto nel borgo della Grotta Mangiapane: questi luoghi di lavoro sono stati restaurati e riallestiti in funzione didattica, per consentire ai visitatori di immaginare le attività che vi si svolgevano.
Tra gli ambienti più grandi, quello che ospita l’intero ciclo della produzione dell’olio, con un antico frantoio ancora funzionante.
Ad alimentare l’autenticità del sito, alcuni animali da cortile che vi vivono in pacifica coesistenza con il passaggio dei turisti.
Abbiamo raccolto appunti visivi della lunga ma affascinante visita a questo singolare sito: ve li offriamo nel video che segue.
Info: www.prolococustonaci.it
La Riserva Naturale del Monte Cofano, nel trapanese
Uno dei paradisi di chi ama la natura e il trekking: la Riserva Naturale Orientata del Monte Cofano, nel cuore del trapanese, è solcata da percorsi di ogni genere per consentire a tutti di potersi immergere in un ambiente incontaminato di grande suggestione paesaggistica, secondo le proprie capacità di resistenza fisica.
“Istituita nel 1997 con lo scopo di proteggere l’interesse geomorfologico e floristico del Monte Cofano” informa la Pro Loco di Custonaci, è “caratterizzata da una costa bassa e rocciosa con spiaggette ciottolose e falesie a strapiombo sul mare e dalla presenza di più di 300 specie di piante di cui molte di esse rarissime”, ma va segnalata pure la “presenza di molte specie di uccelli come il corvo imperiale, il gabbiano comune e il falco pellegrino ma anche di molti mammiferi come l’istrice, il coniglio e la volpe”.
Tutto questo si dipana lungo il Monte Cofano, abitato già nel neolitico, il quale dispensa reperti preistorici composti da resti di animali e tracce di insediamenti.
La principale fonte di attrazione è però il “paesaggio che si ammira dalla vetta del monte…
… raggiungibile attraverso un percorso che parte dal settecentesco baglio Cofano posto sul versante nord del rilievo, fino a giungere dopo un’avventurosa salita alla cima del monte”.
Siamo andati a visitare la riserva guidati da uno che la conosce benissimo, Renato Bica della Pro Loco di Custonaci.
Info: www.prolococustonaci.it
I bagli, affascinanti antichi spazi tipici del trapanese
Bahah in arabo vuol dire cortile e sarebbe questa la radice del termine bagli con cui vengono denominate delle “strutture rurali fortificate” che caratterizzano il territorio trapanese.
“Costruzione nata principalmente per soddisfare i bisogni dei lavoratori delle parecchiate agricole e dei proprietari che curavano i propri interessi”, spiega il sito della Pro Loco di Custonaci, “il baglio presenta generalmente una struttura con un portone d’ingresso, con pareti in tufo o in muratura di pietra incerta e pavimentazione costituita in lastre di pietra sistemate a disegno geometrico”.
“Il baglio è un edificio completo in ogni sua parte”, scrive Giuseppe Bica nel volume I beni culturali e ambientali della Riviera dei Marmi, in cui ne fa risalire la diffusione alla fine del XVII secolo: “consentiva, infatti, l’autosufficienza non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello sociale”, “concepito per supplire alla notevole distanza che solitamente lo divideva dai centri maggiori” e per “soddisfare i bisogni di chi ivi lavorava e viveva”.
E’ in questo contesto architettonico che si collocano la casa padronale e il deposito degli attrezzi, i carretti e il dormitorio per gli operai, pozzi e stalle, chiesette e palmenti, facendone autentici spazi multifunzionali.
Un microcosmo di operosità capace però di assumere anche fascino estetico, tanto che oggi i bagli risultano interessanti pure dal punto di vista turistico, come dimostrano i cartelli dislocati nel territorio dell’Agro Ericino che ne ospita diversi.
Luoghi belli da vedere e con tanta Storia da raccontare, come ci spiega Renato Bica, Presidente della Pro Loco di Custonaci, centro del trapanese ricco di bagli.
Tra i bagli più noti della zona e maggiormente frequentato dai visitatori, c’è il Baglio Cofano, ubicato sull’omonimo monte nel territorio di Custonaci.
Oggi alcuni degli edifici del baglio sono oggetto di recupero strutturale da parte di alcuni privati innamorati di questa tradizione architettonica, attirati anche dalla natura circostante e dal panorama.
Abbiamo visitato il baglio di Monte Cofano ancora con Renato Bica.
Info: www.prolococustonaci.it
La Palma Nana, materia prima dell’artigianato trapanese
Se vi doveste trovare nel trapanese, vi capiterebbe certamente di vedere diversi prodotti dell’artigianato locale frutto di un sapiente intreccio manuale…
… come “le cosiddette coffe (borse), i scupazzi (scope impiegate per il forno a legna), le corde (prevalentemente impiegate per stendere i panni ed in passato impiegate anche per riempire i fondi delle sedie)”, mentre un tempo si trovavano anche “zerbini (tappetini ovali) e zimmili (grandi tasche, solitamente due, sistemate sui muli che servivano per il trasporto di merce)”.
Si tratta di prodotti “realizzati mediante l’intreccio della curina ricavata dalla giummarra, ovvero la palma nana, pianta che con la sua sagoma ammaliante caratterizza l’ambiente naturale della provincia di Trapani.
Ce la racconta Renato Bica, presidente della Pro Loco di Custonaci.
Info: www.prolococustonaci.it
Le cave di marmo di Custonaci
Custonaci possiede il secondo bacino marmifero più importante del mondo, dopo quello di Carrara: si può ben comprendere quindi quanto sia importante la lavorazione del marmo in questo centro della provincia di Trapani che conta poco più di cinquemila abitanti.
Se le cave di marmo rappresentano la risorsa principale per l’economia locale, non meno significativa è la loro incidenza sul paesaggio: il territorio di Custonaci infatti è profondamente segnato dal biancheggiare delle pareti marmoree a cielo aperto, le quali contribuiscono a donare un fascino unico a una zona già ricca di pregi visibili.
Il sito della Pro Loco locale individua a partire dal 1500 “le prime testimonianze dell’attività estrattiva nel bacino di Custonaci”: da qui sono partiti materiali che hanno la basilica di San Pietro a Roma, la cappella medicea di Firenze e i duomi di Pisa, Lucca e Arezzo. Oggi l’80 % del marmo estratto in queste cave viene esportato all’estero.
Suggestiva la lavorazione che avviene ancora attingendo alla sapienza ingegneristica degli antichi Romani, integrata dall’esperienza tecnologica accumulata nei secoli: tuttavia rimane sempre lavoro incentrato sulla fatica e sulla perizia tecnica.
La qualità di marmo che ha reso famosa Custonaci è il Perlato di Sicilia, “caratterizzato da un fondo avorio chiaro con tonalità più o meno scure e con screziature bianche che si ricava principalmente nella zona a sud-est del Monte Cofano”. Tra le altre varietà ci sono il Perlatino di Sicilia, il Botticino, il Libeccio, il Brecciato e l’Avorio venato.
Abbiamo documentato parte del lavoro che si svolge in una cava di marmo di Custonaci.
Info: www.prolococustonaci.it
La pila in pietra, tipico lavabo siciliano
Una pila di pietra non poteva mancare in nessuna casa siciliana, prima dell’avvento della lavatrice e degli elettrodomestici: serviva per lavare i panni, ma era utilizzata anche per tutti quei lavori di pulitura impegnativi che comportavano il rischio di insozzare l’ambiente casalingo. Infatti, quando possibile, venivano collocate fuori casa.
Questo lavabo profondo lo si trova ancora in diverse case della Sicilia: nel territorio di Custonaci la pila viene realizzata con il marmo estratto dalle cave del territorio, come ci spiega Renato Bica della Pro Loco.