I migliori panettoni artigianali di Milano
Natale, tempo di panettour a Milano, ovvero il giro incessante di pasticcerie alla ricerca del panettone più buono o del più particolare.
Per i nostalgici rimane intatto il fascino di Gattullo in Piazzale di Porta Lodovica 2, ma l’ufficio facce di Viola e Jannacci non c’è più e con esso forse anche il gusto di una volta. A merito di Gattullo va ascritta la freschezza del prodotto, sfornato di continuo. Ci è capitato di beccarlo ancora quasi caldo di forno e, pur sapendo che deve riposare, non abbiamo resistito alla tentazione di addentarlo: risalta la fragranza, ma nel complesso non si discosta dalla norma.
Delude la pasticceria Grecchi, Bottega Storica sulla piazza da più di cinquanta anni: è tra le più attente allo storytelling, tanto che per diversi prodotti tradizionali crea a uso dei clienti perfino delle dispense cartacee con la loro storia, ma il loro panettone, troppo compatto e poco goloso, non è all’altezza del modo in cui lo sanno raccontare e del suo costo.
C’è chi pratica lo street-food del panettone, come la benemerita pasticceria Cucchi, dal 1936 all’angolo tra Corso Genova e Piazza Resistenza Partigiana: qui trovate sempre pronte delle fette da consumare in piedi nel locale o passeggiando per la città. Un buonissimo prodotto, in cui spicca la nota dell’ottimo burro utilizzato.
La nostra palma va però a una pasticceria appena irrorata dalle luci di via Plinio, al numero 13. Si chiama Corcelli, come il capostipite Giuseppe che a Bari inizia a soli sei anni a lavorare nei bar, quindi nel primo dopoguerra apprende i rudimenti dei prodotti da forno, per approdare a Milano nel ’61.
Parte come fattorino dell’Alemagna, arriva nel ’76 a rilevare l’esercizio da un maestro come Italo Alberici. Da lui eredita anche qualcosa che vive ancora oggi, la pasta madre per i panettoni: questa, oggi cinquantenne, viene rinfrescata continuamente e gestita con pazzo amore, tanto che in famiglia anche per le ferie si organizzano per non lasciarla mai sola.
Il risultato è il panettone più soffice della città, uno zefiro di bontà che commuove.