Famiglia, Tradizione e Ambiente nei distillati altoatesini della Roner
La storia della distilleria Roner è affascinante come i suoi prodotti e spiega benissimo la filosofia aziendale. Perché è la storia di una famiglia profondamente radicata nel proprio Territorio e orgogliosamente legata alla Tradizione dei luoghi nativi.
Esattamente come i suoi distillati che attingono le materie prime dal territorio dell’azienda e vengono realizzati secondo ricette e tecniche tradizionali.
Una storia nata letteralmente in ambito familiare, quando nel 1946 il fondatore Gottfried Roner “iniziò a distillare posizionando un primo alambicco nella casa di famiglia”.
Il successo delle prime produzione spinse Gottfried ad arricchire la produzione, esprimendo la propria passione per i frutti della sua terra: così, “macerando, come da tradizione, nella grappa radici e bacche dei boschi circostanti, ottenne i liquori alla genziana, al ginepro e al mirtillo, che ancora oggi sono tra i fiori all’occhiello delle Distillerie Roner”.
Arrivano poi le acquaviti di frutta di ispirazione mitteleuropea, mentre entrano in azienda i figli del fondatore.
La crescita è tumultuosa, portando all’affermazione del marchio Roner tanto tra gli appassionati quanto nel circuito della grande distribuzione.
Sterminata la produzione della Roner, anche se, malgrado l’elevato numero di tipologie, ogni prodotto ha un senso, sempre ispirato al genius loci di Termeno, in provincia di Bolzano.
Poiché la missione dichiarata di Roner è “regalare il gusto pieno della frutta in tutte le sue ricche sfumature”, è sui distillati di frutta che si è posata la nostra curiosità.
Il frutto identitario per eccellenza è la pera Williams Christ.
Per un’acquavite Williams Reserv se ne usano ben otto chili, conferendo al prodotto finale notevole potenza ma senza perdere in raffinatezza, con grande equilibrio.
La Williams Privat invece usa soltanto “pere Williams-Christ della Val Venosta coltivate con metodi tradizionali, raccolte e selezionate a mano nel momento della perfetta maturazione”: elegante, non indugia sulla potenza, raccogliendo ogni stilla di aroma dal frutto, tanto che ti sembra di avvertire i granelli della polpa in sospensione.
Altro frutto identitario sono le antiche mele di varietà Gravensteiner: il distillato base di questa mela acidula è una poesia, delicato e fresco, come brezza mattutina che trascina il profumo tenue di tale delizia dai frutteti altoatesini in cui è coltivata fino alla bottiglia.
La stessa qualità di mele Gravensteiner, quasi completamente scomparsa, dà vita, maturando in barrique secondo tradizione antica, con metodo soleras, al Caldiff, il quale, malgrado l’invecchiamento, mantiene la fragranza originaria del frutto, addolcita dal sentore di vaniglia donato dal legno delle botti.
Nella linea Raritas ci sono frutti che appunto è ben difficile trovare, ormai. Come le Prugnole che “maturano verso la fine dell’autunno e vengono colte solo dopo le prime gelate”, perché il gelo “rende più armonico il sapore di questi frutti”: l’erbaceo selvatico è netto, spandendo dolcezza tra le fronde di un aroma piacevolmente pungente e balsamico. Un distillato per veri intenditori.
Tra i Geist, spiazzante quello di nocciole: l’Haselnussgeist ha una magnifica aromaticità, rivelando al sorso tutte le ricche sfumature del frutto essiccato, con fine effluvio di oli essenziali.
Roner ama lavorare anche le erbe, come avviene in Zirbel, nuovo liquore al cirmolo destinato al grande successo, a giudicare da un nostro test di degustazione in cui ha raccolto notevole approvazione anche da parte di bevitori non esperti. Le pigne del pino cirmolo sono raccolte a mano in estate ad altitudini superiori ai millecinquecento metri: “di colore rosso e ricche di linfe, vengono sminuzzate e messe in infusione in grappa Roner”. Il risultato è un liquore dolce e aromatico, quasi una caramella alcolica.
Roner produce anche grappe. Come Originaria, o Bauernschnaps, ovvero la Grappa dell’Agricoltore, distillata da “vinacce di Pinot Nero, Schiava e S. Maddalena dell’Alto Adige, freschissime, fermentate assieme al vino e non spremute”. E’ travolgente all’olfatto come poche, tanto da sorprendere. Dona dolcezza già al naso, per poi ritrovarla al palato: forse eccede nell’acidità, fatta esplodere dalla gradazione di 47%, ma è ben presente la complessità gustativa dei vitigni di provenienza.
Ci siamo fatti raccontare la Roner da Christina Stolcis, la quale si è fatta trovare con un abito tradizionale altoatesino, giusto per ribadire il valore della tradizione per questa azienda.
Info: www.roner.com