Viva l’extravergine dell’anno scorso: nel 2015 non c’è
Shock da extravergine: siamo fritti. L’olio nuovo italiano è pochissimo. O non c’è proprio. E il poco ha raddoppiato in molti casi il proprio prezzo, o aumentato del 30-40 per cento nelle regioni, come la Sicilia, dove la raccolta ha retto.
Un problema che riguarda tutti i maggiori produttori mondiali di olive, dalla Spagna a Marocco e Tunisia, fino alla Siria, che ha 74 milioni di ulivi ma è devastata dalla guerra civile.
Vi raccontiamo questo perché mai come quest’anno, “la peggiore raccolta a memoria d’uomo” per Pietro Sandali del consorzio Unaprol, per il maltempo e gli insetti (la mosca dentro), sarà difficile trovare sul mercato olio extravergine di qualità. L’unico che, in modica quantità, fa bene al gusto, ai piatti e alla salute.
Soltanto la Grecia non ha avuto problemi e le autobotti stanno viaggiando da settimane verso l’industria che imbottiglia olio dalla filiera incerta.
Vi giro allora qualche dritta per la sopravvivenza in un mercato che arriva al 40, 50 per cento dei numeri del 2013.
In molte aziende agricole del Centro e del Sud Italia i frutti non sono stati raccolti e sono rimasti a marcire sugli alberi, il poco prodotto disponibile non è di qualità eccellente per le avverse condizioni meteo.
Quindi, vi consiglio di comprare tranquillamente l’extravergine dell’anno precedente, di cercare su Internet i piccoli produttori, di sguinzagliare amici e parenti nel Sud.
Il tracollo di Umbria e Toscana, bottiglie a 16-18 euro in loco, non aiuta, prezzi raddoppiati in Abruzzo e Molise. Quindi occhio all’etichetta, all’indirizzo del frantoio, e nella grande distribuzione comprate da chi vi fidate. Se potete Eataly, Esselunga, Coop, le prime che mi vengono in mente.
(immagini tratte dal sito www.unaprol.it)
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 10 gennaio 2015.